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Violenza nelle Serie Tv: quando serve e quando possiamo farne a meno

Nelle serie tv, come nei film, spesso è riscontrabile un fattore considerato da molti determinante e indispensabile: la violenza. Con essa si intende sia quella fisica che quella psicologica; inoltre, questo discorso deve essere relazionato non alle serie “horror”, in cui l’esistenza della violenza è prerogativa indispensabile, ma a quelle di genere drammatico o thriller. Dunque, si è comunemente concordi nel dire che la violenza è un mezzo molto diretto, volto ad impressionare e coinvolgere emotivamente lo spettatore; la domanda però è: esiste un momento in cui essa può essere avvertita come una esagerazione? In cui è “fuori luogo?” Cerchiamo di capirlo attraverso casi di alcune serie tv che non mancano di tale elemento.

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In linea di massima il criterio che seguiamo è cercare di capire quando valga la pena sopportare qualcosa di estremamente crudo perchè consci che la serie stessa non si basa sulla violenza, ma ha ad oggetto tematiche più ampie ed essa è solo un mezzo, e non il fine. Per dirla con parole povere, quando il gioco vale la candela? Ovviamente è complesso fare un discorso generico tuttavia, non si può non partire dal Trono di Spade. Se analizzassimo la prima puntata senza sapere come prosegue l’intera serie, ci chiederemmo se il genere sia “fantasy” o “splatter”, propendendo decisamente per la seconda. Dando invece un’occhiata più generale, si capisce che la violenza nella serie è elemento fondamentale che permette di creare quella suspense secondo la quale tutti sono a rischio morte: un effetto importante che ne solidifica la bellezza. È però innegabile che a volte potremmo fare a meno di alcune scene: un esempio è il caso delle torture subite da Theon. Perchè inscenare tale crudeltà? Siamo sicuri che l’effetto sarebbe stato lo stesso, se non più inquietante, lasciando immaginare il tutto allo spettatore e mantenendo solo le urla. O ancora, la scena dell’uccisione di Oberyn da parte della Montagna.

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Caso diverso è invece quello di Fargo. La premessa della produzione da parte dei fratelli Cohen qui è d’obbligo; è nota infatti la tendenza all’eccedere, tanto da creare situazioni addirittura paradossali. La violenza di Fargo, pertanto, sembra spesso adeguata alla situazione: alcune immagini sono effettivamente crude (sia nella prima che nella seconda stagione) ma servono a concentrare l’attenzione e la suspense sopra citata nel modo migliore; si pensi all’incredibile scena dell’ascensore in cui Lorne Malvo trucida i presenti nella prima stagione, o alla carneficina nel finale della seconda stagione.

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Altro caso di adeguatezza e di giusta proporzione delle scene di violenza rispetto alla quantità di puntate mostrate è senza dubbio Breaking Bad: a differenza delle prime due citate, non è sicuramente definibile come una serie cruda ma l’esistenza di frequente e crescente violenza psicologica unita ad alcune mirate scene impressionanti (la testa di Tortuga sulla tartaruga con conseguente esplosione oppure l’uccisione di Viktor da parte di Gus) porta lo spettatore ad apprezzare al doppio quei momenti. Come nel caso precedente dunque, essa giunge al momento giusto con forte intensità.

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In pratica, ciò che va sottolineato è la capacità di cogliere il momento: una scena violenta può arrecare disturbo a chi la vede ma, se inserita nel giusto contesto e nella quantità necessaria per lasciare impressa una precisa immagine, può senza dubbio avere un effetto positivo nell’economia della puntata e dell’intera serie. Non è però sempre facile riuscire a dosare questo elemento:

l’intenzione del Trono di Spade di fare della violenza una colonna portante della serie potrebbe essere gestita anche in maniera meno diretta.

Si pensi, ad esempio, al film Lo Squalo” di S. Spielberg: un film horror che raramente lascia vedere la carne umana mangiata dallo squalo, preferendo far intravedere delle inquietanti chiazze di sangue seguenti l’attacco; l’effetto è fortemente incisivo, senza avere bisogno di mostrare le budella che vengono ingerite. A volte lasciar immaginare è più di impatto che far vedere tutto.