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La distribuzione in blocco delle stagioni ci sta facendo disaffezionare alle serie tv?

Si tratta di uno dei temi più discussi da quando è cominciata l’era del binge watching. La distribuzione in blocco delle stagioni delle nostre serie preferite ci da la possibilità di gustarcele tutte d’un fiato, ma, una volta concluse, ci lascia anche quell’enorme fonte di sofferenza da “sindrome da fine serie tv”, ovvero il vuoto immenso che ci lascia dentro terminare una stagione e dover attendere quella successiva, oppure ancora peggio, quando la finiamo del tutto. Oggi vogliamo proporvi una riflessione sui principali effetti ed elementi che il binge watching comporta, per rispondere al quesito: ci stiamo davvero disaffezionando alle serie tv?

La distribuzione in blocco stravolge i piani di produzione

la casa di carta

Vista la ormai sempre più consueta strategia di distribuzione in blocco, anche tutti i piani produttivi delle varie case si sono adattati. Produrre una serie divisa in blocchi è una sfida decisamente complicata, diversa dal metodo dell’episodio pilot. A essere ormai sempre più consueta è la strategia della stagione pilot, anch’essa caratterizzata da costi molto elevati e soprattutto un grosso margine d’errore, ma da la possibilità di comprendere al meglio le potenzialità di una serie e quindi di calibrarne l’investimento. Altra conseguenza del binge watching, e questa è molto più utile e redditizia per le grandi produzioni, è che da una sola stagione segmentata si può guadagnare alla grande: prendendo d’esempio La Casa di Carta in particolare, vediamo come nella (eccessiva) divisione in blocchi, la produzione abbia guadagnato maggiore visibilità in termini di marketing, alimentando l’hype generale intorno al prodotto e rendendola sempre di più una serie-evento, oltre che allungando il brodo il più possibile in modo tale da alimentare al massimo i ricavi. L’esempio in questione è perfetto per comprendere la motivazione dietro ad un approccio così tanto divisivo, e lo è anche per capire quanto questo possa nuocere alla credibilità del prodotto in sé.

Fuori dal palinsesto significa meno engagement? 

Ormai sono pochissime le serie che continuano a rispettare un palinsesto. In Italia la fiction televisiva delle reti, ovviamente, continua a funzionare in questo modo, e talvolta molto bene, soprattutto grazie alla nuova linfa vitale made in Rai. Ma ci sono casi differenti, come quello di Gomorra, che negli anni ha sempre mantenuto fedeltà all’appuntamento del venerdì sera, adattandosi però alle necessità vincolanti di Sky, che prevede che la puntata venga rilasciata lo stesso giorno On demand, andando incontro alle esigenze dei clienti, tranne che per gli ultimi episodi, onde evitare diffusione di spoiler che vadano ad intaccare con la diretta serale. Dei successi culto degli ultimi anni è impossibile non citare il caso di Game of Thrones, su HBO, che ha fatto fare le ore piccole a molti fan italiani ed internazionali, cosa molto rimarcata soprattutto con la stagione finale, per la quale il rispetto del palinsesto era l’unico modo per non rovinarsi la visione incappando in qualche spoiler, il tutto comunque in forte contrapposizione con la consuetudine del solito binge watching. Da quando esiste l’On demand, in generale, è comunque rimasto fondamentale rispettare l’appuntamento fisso, o altrimenti recuperare il prima possibile la puntata, onde evitare il nemico numero uno dei fruitori di serie tv. Ma ad ogni modo l’engagement rimane molto elevato anche per chi continua a rilasciare le puntate rispettando un palinsesto. 

Game of Thrones Jon Snow 40x397

Per quanto riguarda la fruizione in generale di quelle serie rilasciate in blocco (la stragrande maggioranza), ciò che è cambiato è che è subentrata la pigrizia dei fan nel cominciare subito una serie. Il binge watching è una comfort zone alla quale ormai non potremmo più rinunciare. La possibilità di vedere in qualunque momento preferiamo, senza un appuntamento fisso da rispettare, le nostre serie tv preferite, ci da un senso di conforto che poi va a influire anche sulla visione stessa. Il fatto di poter scegliere quando vedere una serie ha portato ad un’infinità di conseguenze interessanti in ambito sociologico. 

Alla ricerca del giusto mood

Tendenzialmente, se sappiamo già di cosa parla una serie, le attribuiamo un mood specifico e rimandiamo la visione fino a che non ci sentiremo pronti e, appunto, in the right mood, per vederla. La distribuzione in blocco non per forza diminuisce l’engagement, ma va a modificare totalmente il rapporto tra fruitore e serie tv, rinunciando all’appuntamento fisso in favore di una maggiore libertà che consente chi guarda a essere maggiormente predisposto alla visione, ma anche ad una maggiore segmentazione, totalmente soggettiva, che influisce negativamente sull’opinione a riguardo. In sostanza prevale la tendenza a pensare che se una serie distribuita in blocco non convince lo spettatore a farsi guardare tutta d’un fiato, o all’incirca, questa sia lenta, o perfino noiosa. Bisogna tenere presente che una serie tv, per quanto distribuita in blocco e con diverse scelte di produzione, ha pur sempre una storia da raccontare, ed in quanto tale questa ha come sempre un inizio, uno svolgimento ed una fine, tutti elementi che vengono sviscerati con i dovuti tempi, che non prevedono assolutamente dei canoni fissi. Per essere più diretti prendiamo l’esempio di Breaking Bad. Il capolavoro targato Vince Gilligan ha una trama che tarda a svilupparsi, o comunque lo fa molto lentamente almeno nelle prime stagioni. Ecco, pensiamo se fosse stata pubblicata ora, in blocco, quanti si sarebbero arresi alle prime battute rinunciando anzitempo ad un autentico gioiello. E’ solo un esempio, il più banale di tutti, ma è decisamente eloquente per comprendere al meglio quali siano gli effetti negativi del binge watching.

Breaking Bad

Insomma, i pro e i contro del binge watching sono tanti, troppi per mettere d’accordo conservatori e nuove generazioni su quale sia il miglior metodo di fruizione. Anche stabilire quanto effettivamente sia diminuito il livello di engagement, la passione e la fedeltà degli spettatori verso una serie, è sempre più complesso, nonostante i dati d’ascolto siano comunque molto indicativi. La pigrizia e la possibilità di scegliere quando e dove hanno sicuramente influito su una posizione sempre più passiva da parte di chi guarda, il che porta ad una comprensione minore, o comunque diversa, di ciò di cui si sta fruendo.

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