La negoziazione è un’attività imprescindibile in qualsiasi rapporto umano e richiede qualità non indifferenti sia a livello comunicativo che empatico. Fino al 1977 Holden Ford si occupa di questo: fa il negoziatore per l’FBI e si trova a dover convincere gente ben più difficile di vostra suocera. Quando incontra l’agente Bill Tench, è frustato il giovane Ford, ma un nuovo quesito fa capolino nella sua testa pronto a ridargli lo stimolo giusto. Se in molti casi l’assassino ha un movente preciso e definito, legato alla vittima e al rapporto che intercorre fra i due, cosa spinge alcune persone a diventare assassini seriali (per meglio dire, serial killer)? Proprio da questo dilemma nasce un nuovo metodo di indagine – e con esso una nuova professione – detto “profilazione”. Ecco che la psicologia entra nel mondo dell’investigazione. Inizialmente guardata con diffidenza, forse per l’apparente assenza di scientificità, essa prende sempre più spazio nelle strategie del maggior ente investigativo americano. Mindhunter è un viaggio nella mente dei serial killer e la porta d’accesso a questo tour dell’anima umana è proprio il dialogo con i peggiori assassini seriali americani: Ed Kemper, Dennis Rader, Jerry Brudos. Prendendo le mosse da Mindhunter: La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano (Mind Hunter: Inside FBI’s Elite Serial Crime Unit), questa Serie Tv ci racconta della nascita di una delle professioni più affascinanti e pericolose, quella dei profiler, e ci invita a un confronto serrato con le oscure figure che abitano i vicoli ciechi del cuore umano.
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