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This Is Us 2×09: l’amore perso e l’amore ritrovato di un Numero Due

Uno di questi giorni
ti alzerai cantando
poi spiegherai le tue ali
e volerai fino in cielo
ma fino a quella mattina
non c’è niente che possa ferirti
se mamma e papà sono lì al tuo fianco

C’è il silenzio di ciò che non può essere detto in questo nono appuntamento stagionale di This Is Us. Il silenzio del dolore che non può essere espresso. La sottile, persistente, inconsistente sofferenza della perdita di un figlio. Le parole, le azioni, i gesti di Kate sono attutiti, soffocati, ovattati da una neve che copre ogni cosa. Sotto quell’anestetica sensazione c’è il più profondo senso di smarrimento, l’interrogativo finale, il dubbio che ti assale, la domanda che non può trovare risposta: “Perché a me?”.

Kate delle risposte prova a darsele in questo episodio di This Is Us, non può farne a meno: tutto conduce a lei, tutto urla che è colpa sua. E su di lei ancora una volta è il peso del Numero Due, di chi costantemente deve lottare e inseguire, deve aggrapparsi alle proprie incertezze, sperare di non deludere nessuno e che invece costantemente finisce per non essere all’altezza. Kate sicurezze in vita sua non ne ha mai avute. Ha vissuto circondata dalla bellezza e bravura canora della madre, dalle innate qualità atletiche e recitative di Kevin e dal genio matematico di Randall.

Il peso del Numero Due è il peso di chi è costantemente in secondo piano, di chi è offuscato dagli altri.

Kate si barcamena tra la sua passione per il canto e l’implacabile confronto con Rebecca. Il Numero Due vive all’ombra degli altri, schiacciato dal peso del confronto. Vive sperando che “uno di questi giorni ti alzerai cantando, poi spiegherai le tue ali”. Ma quelle ali rimangono chiuse. E a volar via sono solo le speranze e le illusioni.This Is Us

Kate aveva smesso di sperare, aveva smesso di credere. Aveva trovato un lavoro in cui era brava ma che non sentiva parte di sé. Aveva trovato un uomo da avere al fianco senza doversi aspettare nulla. Ma con Toby aveva trovato anche qualcuno che credesse in lei, che vedesse la luce nei suoi occhi, la bellezza troppo tempo celata dietro le insicurezze di una donna di mezza età dai sogni infranti. L’amore di Toby le aveva restituito la speranza e la voglia di credere, di immaginarsi un futuro più pieno. Di sentirsi realizzata. Kate ha lasciato il suo lavoro per inseguire di nuovo il suo sogno ed è rimasta incinta. Non avrebbe voluto illudersi: “Non volevo emozionarmi troppo per la gravidanza, non volevo illudermi ma tu mi hai spinta a farlo, più volte”. L’entusiasmo di Toby, la sua gioia l’ha contagiata.

Ha iniziato a immaginarselo quel bambino, a sentirlo dentro di sé, a parlargli.

Era reale, era lì perché, come afferma Rebecca, “Lo conoscevo. Lo conoscevo già. Era così reale per me. Nel preciso istante in cui ho scoperto di essere incinta di voi, per me eravate tutti reali”. Quella vita che cresceva dentro era ciò che di più vivido potesse esserci, il frutto dell’amore vero: non serviva vederlo per sapere che era lì, che era dentro di lei. Entrambe le donne sentivano l’amore per quell’esistenza ancora in germe eppure così vera e naturale semplicemente perché era in loro. Era parte di loro. E quella parte, quel segno d’amore è stato tolto a entrambe. Sono state private dell’amore, della possibilità di stringere a sé una parte di loro, di mettere al mondo l’unione di due vite in una sola.

Rebecca aveva rifiutato di dire addio al suo bambino, Kate avrebbe voluto vivere con meno entusiasmo la gravidanza, senza illusioni. Ma come per Rebecca così per Kate non sarebbe stato più facile. Non si può attutire l’amore, far finta che non esista, illudersi che non si senta dentro di sé il calore avvolgente di una vita generata. Toby ha vissuto la gioia dello scoprirsi padre e Kate la bellezza di diventare madre. Quella felicità non è stata un errore: è stata l’unico modo possibile in cui si sarebbe potuto esprimere l’amore per un figlio.This Is Us

Kate cerca colpevoli perché non vuole pensare che ancora una volta sia stata una sua mancanza.

Non vuole pensare di aver deluso l’ennesima persona nella sua vita, di aver “tolto questo bambino a Toby”. “Non potrei sopportare di deludere te”, confessa alla madre quando è ancora una ragazza, quando le tiene nascosto il suo desiderio di essere ammessa a Berklee. Le sue incertezze la pongono in continua competizione con gli altri, la fanno vivere con l’angoscia di dover dimostrare qualcosa agli altri. Non vive in funzione di se stessa e del suo bene. Vive per ottenere il riconoscimento degli altri: è la debolezza del Numero Due, del secondogenito in continuo affanno per farsi amare, per sentirsi apprezzato.

Quelle incertezze, quelle delusioni che Kate sente di aver costantemente inflitto agli altri pesano anche in età adulta su di lei. I suoi sfoghi sono gli sfoghi verso chi voleva qualcosa da lei, verso le aspettative materne e l’attesa tradita di un figlio per Toby. Kate non riesce a reggere queste pressioni, non riesce a sopportare di dare dolore a chi ama. E istintivamente reagisce verso chi la carica di speranze.

Ma dalla sua ha l’amore incondizionato di quelle stesse persone.

Ha l’amore di una madre che giorno dopo giorno non smette mai di “continuare a stare qui a braccia aperte aspettando che magari tu un giorno possa aver bisogno di un mio abbraccio”. Ha l’amore di un marito che soffre quanto lei per la perdita di quel figlio. Che ha vissuto anche lui la sofferenza atroce di perdere chi gli aveva già portato tanta gioia. E che nonostante tutto è lì per lei. È lì a sostenerla e ad amarla.

Ecco, l’amore, il tema centrale di questo episodio di This Is Us: l’amore perso e l’amore ritrovato.

L’amore che non muore, che sopravvive anche alla perdita. Che portiamo sempre dentro e che è pronto ad accoglierci sempre a braccia aperte. Che “tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”. Kate quell’amore lo vede, lo sente. Lo vive nella vicinanza della madre, nel sentirsi finalmente in comunione con lei. Forse per la prima volta in tutto This Is Us capisce di essere amata. Capisce che non c’è commiserazione da parte di Rebecca ma compartecipazione. “Con-patire” significa “sentire insieme”, immedesimarsi nell’altro, nel suo dolore.

Rebecca può farlo perché quel dolore della perdita di un figlio l’ha vissuto sulla sua pelle e Kate lo sa. E le due donne in quel dolore comune si scoprono unite, si scoprono madre e figlia. E Kate capisce, capisce quanto amore una madre può avere per suo figlio. L’abbraccio tra le due donne è l’abbraccio che Rebecca aveva tanto atteso, la riconciliazione con la figlia che non ha mai smesso di amare ma che percepiva distante. L’abbraccio tra Rebecca e Kate è l’abbraccio dell’amore filiale e dell’amore materno, l’unione di gioia e sofferenza, di perdita e riconquista. L’amore perso e l’amore ritrovato.This Is Us

Kate si forma al dolore e attraverso il dolore finalmente capisce.

Capisce di essere amata, di esserlo sempre stata, anche da Toby che non nutre verso di lei alcuna aspettativa e non è deluso (“non potresti mai [deludermi]”). E Kate si rialza, capisce di non volersi arrendere, di volerci riprovare, di voler lottare per quell’espressione d’amore. Lotterà, Kate. Per il suo sogno di cantante e di madre, nella consapevolezza di poter restare delusa, di poter soffrire ancora. Ma anche nella convinzione che può farcela, che può essere felice. Nella certezza più importante di tutte e che più conta: di avere dalla sua l’amore di chi le sta accanto.

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