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The Walking Dead: Daryl Dixon – La Recensione del finale di una prima stagione che ci ha convinto, ma con qualche sbavatura

Una scena del finale di The Walking Dead-Daryl Dixon
Better Call Saul

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Cosa succede quando sei in viaggio per tornare a casa, ma il posto da cui parti lo è diventato altrettanto? Questa domanda chiude ufficialmente il cerchio della prima stagione di The Walking Dead: Daryl Dixon. L’ultima scena ritrae Daryl diviso tra la nave che lo porterà dalla sua famiglia e Laurent. Non ci sono risposte, soltanto domande. Dixon è tra il vecchio e il nuovo, tra quel che era prima di partire per la Francia e quel che adesso è diventato. Perché i viaggi ti formano. Aggiungono pezzi di te che non sapevi di poter incastrare tra i tuoi. Come la fede e la spiritualità, due cose su cui l’eroe titolare del nuovo spin off di The Walking Dead non si era mai interrogato, dando per scontato che non fossero roba per lui, che non servissero. Ma adesso Daryl ha scoperto che credere in qualcosa potrebbe avere un senso, che Isabelle e Laurent sono vivi forse proprio perché – anche quando tutto cadeva a pezzi – sono riusciti a trovare qualcosa a cui aggrapparsi.

L’emblematica domanda posta sul finale della prima stagione di The Walking Dead: Daryl Dixon compie in qualche modo la parabola della Serie Tv stessa. Diverse volte, nel corso delle recensioni, abbiamo affrontato la crisi della saga mettendo in luce tutte le cose che oramai da tempo non funzionavano più. Ma poi The Walking Dead: Daryl Dixon è arrivato come un fulmine a ciel sereno trasformando la diffidenza in speranza. In una luce che, dopo tanto tempo, illuminava di nuovo il buio. Come Daryl, anche The Walking Dead è divisa tra il vecchio e il nuovo. È in qualche modo tornata a casa pur non essendo più a casa, tra le strade familiari dell’America che Daryl ha sognato per tutto il tempo e che adesso riappare di nuovo raggiungibile. La Francia non ha segnato soltanto un nuovo inizio per l’eroe, ma anche per saga stessa che, anche se in luoghi inesplorati, sembra di nuovo aver riabbracciato la sua natura ri-conoscendosi dopo anni di buio.

Con delle premesse di questo calibro, The Walking Dead: Daryl Dixon doveva impegnarsi parecchio per dar vita a un buon finale di stagione. Finale che non ha deluso le aspettative maturate nelle precedenti puntate, anche se non sono mancate sbavature

Quinn e Laurent in The Walkind Dead - Daryl Dixon
Credits: AMC

Non tutto è andato liscio nelle ultime puntate di The Walking Dead: Daryl Dixon. La serie ha deciso di infatti di sacrificare inutilmente personaggi che si erano mostrati parecchio interessanti in questa stagione. Come nel caso di Quinn, il cattivo sulla via della redenzione che, sul finale, ha deciso di sacrificarsi per Isabelle e suo figlio. Il tema del sacrificio è sicuramente uno dei più importanti dello spin off, ma il problema è la velocità con cui il tutto è stato gestito. Non abbiamo avuto il tempo di prendere coscienza della redenzione di quello che, solo fino a una settimana fa, era uno dei villain per eccellenza. La velocità con cui la sua trama è stata gestita ha purtroppo compromesso in modo inevitabile il destino di un personaggio che avrebbe potuto ritagliarsi uno spazio decisamente più interessante e approfondito nella seconda stagione.

E purtroppo questo errore si è ripetuto anche attraverso Codron, un altro personaggio purtroppo mal gestito. Per tutta la stagione, Codron cerca una vendetta nei confronti di Dixon. Eppure, quando finalmente ha l’opportunità di metterla in atto, decide di salvarlo. Era chiaro non potesse far fuori il protagonista di The Walking Dead: Daryl Dixon per necessità di trama, ma è altrettanto ovvio che si potesse scegliere una via diversa per il suo personaggio. La sua uscita di scena è stata rapida tanto quanto la sua entrata. La sua dimensione psicologica non è stata approfondita abbastanza in questa stagione tanto da rendere superfluo perfino il suo sacrificio. The Walking Dead – Daryl Dixon non ci ha dato gli strumenti per comprenderlo, sorvolando su qualcosa che ha inevitabilmente privato il suo finale del giusto pathos.

Queste due scelte hanno dunque condizionato in modo pesante il finale di The Walking Dead: Daryl Dixon, ma non hanno oscurato il buon lavoro della prima stagione e il dilemma legittimo che chiude l’ultimo episodio. Ritorna il tema delle radici, della famiglia, di casa. Daryl Dixon, fino a questo momento, non aveva mai avuto dubbi su cosa rappresentasse questa definizione. L’America era l’unica casa in cui sarebbe voluto tornare, era l’unico posto nel mondo a cui, anche tra le macerie, sentiva ancora di appartenere. Ma nel viaggio verso casa puoi scoprire cose di te che non avevi messo in conto. E come vale per la fede, vale anche per le radici.

Una scena tratta da  The Walking Dead - Daryl Dixon
Credits: AMC

Poco prima di andare verso la nave, Daryl fa una scoperta significativa: la lapide di suo nonno, morto durante la Seconda Guerra Mondiale. Un Dixon era passato da lì prima di lui. Aveva combattuto per un altro tipo di inferno in terra che, al posto degli zombie, vedeva esseri umani. Guardando quella lapide contenente solo un nome, Daryl capisce di non essere solo. Di avere una famiglia anche lì fatta di cose visibili e invisibili. Di aver sottovalutato l’intera funzione del viaggio fatto fino a quel momento. Perché c’era qualcosa di più di un Messia. C’era qualcosa di più della sola voglia di sopravvivere per tornare in America. Era in viaggio per ritrovare se stesso, come detto anche nella recensione della prima puntata.

Chi lo osservava questo lo sapeva bene, ma non lui. Perché come spesso accade la nostra evoluzione è più evidente agli occhi degli altri. Noi non ce ne accorgiamo mai, ma questa esiste, resiste e si compie. Come nel caso di Daryl Dixon, l’eroe che sta ancora scrivendo la sua storia ma che, fino a pochi istanti fa, non sapeva neanche di possedere una penna. E a farlo non sarà da solo. Perché in qualsiasi parte del mondo sarà, lì fuori ci saranno comunque Isabelle a Laurent. E in qualsiasi parte del mondo sarà, ci sarà sempre e ancora Carol. La sua migliore amica. La cosa più vicina al significato di famiglia che abbia mai avuto. Lei è lì, a casa sua. Cammina per le strade attendendo un ritorno che non avviene mai. Ma basta guardare una moto per tornare a difenderlo anche a più di cinquemila chilometri di distanza. Ma questa è un’altra storia di cui torneremo a parlare la settimana prossima su NOW e Sky. Perché quest’anno l’estate è tutta di The Walking Dead: Daryl Dixon.

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