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Pesci Piccoli – La Recensione di una Serie Tv che mostra la grande anima dei The Jackal

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sulla serie di Prime Video Pesci piccoli

Ha visto la luce su Prime Video Pesci piccoli, serie tv ideata e realizzata dai The Jackal, di cui vi avevamo già parlato dopo aver assistito all’anteprima e su cui non possiamo che confermare le ottime impressioni ricevute dopo aver visto i primi due episodi. In totale sono sei le puntate della produzione Amazon e questi episodi somigliano molto a un pacco di patatine: s’inizia a consumarne uno dopo l’altro e quando finiscono si percepisce un senso di delusione, perché se ne vogliono immediatamente altri. Pesci piccoli è, innanzitutto, una serie divertente, in cui si ride tanto e di cuore. Ma c’è molto di più. I The Jackal sono riusciti a cogliere il senso più sublimato delle comedy, ovvero il saper ridere intelligentemente, l’affrontare, tramite il filtro dell’ironia, anche temi e situazioni più delicati, così da associare alla risata anche una tenerezza che conquista il cuore.

Pesci piccoli riesce a fare tutto ciò e mostra quella che, in fondo, è la grande anima dei The Jackal. Come vedremo subito in maniera più approfondita, il segreto del successo della serie, che poi è anche quello del successo del collettivo è, per l’appunto, la collettività. Il gruppo, la squadra, il team: c’è un’unione inesorabile in Pesci piccoli, in cui viene coinvolto anche lo spettatore, che sembra quasi presente in prima persona in quello sgangherato ufficio della Tree of Us. Proprio per questo, quando le puntate finiscono, ci sentiamo smarriti, perché dobbiamo abbandonare un posto dove ci stavamo trovando benissimo, come quando da piccoli finivano le vacanze al mare e dovevamo tornare a casa. Pesci piccoli è un bellissimo viaggio nel mondo dei The Jackal e ora, piano piano, andiamo ad analizzarne i punti salienti in questa recensione.

Pesci piccoli
Aurora Leone e Fabio Balsamo (640×360)

La grande reunion dei The Jackal in Pesci piccoli

L’entusiasmo con cui stiamo recensendo questa serie è dovuta in gran parte al significato intrinseco che Pesci piccoli lascia trasparire. La serie di Prime Video somiglia a una bellissima reunion con gli amici di una vita, quelli con cui puoi anche non vederti per molto tempo, ma con cui ti divertirai sempre. E probabilmente è stato così per Ciro, Fru, Aurora, Fabio e tutta la The Jackal al completo. Negli ultimi tempi, come hanno anche sottolineato i protagonisti in fase di presentazione della serie, i membri del collettivo sono stati coinvolti più che altro in progetti personali, per cui Pesci piccoli ha rappresentato anche per loro un bellissimo ritorno in squadra, in quello che di fatto è il loro habitat naturale.

E proprio qui sta la grande forza della produzione Amazon, nel saper mostrare la vera anima dei The Jackal, che è quella del lavoro di gruppo. L’alchimia che c’è tra tutti è evidente, tutti sono al massimo del loro splendore, evidentemente potenziati da questa collaborazione. La cosa più bella è, infatti, vedere come tutti i singoli protagonisti della serie traggono forza da questa rete impersonale e qui esce fuori l’essenza più genuina dei The Jackal, che con Pesci piccoli vivono una situazione ambivalente, culmine e base di un intero processo creativo.

La serie di Prime Video sembra la summa di un lungo percorso che ha portato i The Jackal a essere quello che sono ora, dei pesci decisamente grandi, ma sembra anche essere il punto di partenza verso nuovi lidi, verso la nuova stagione che Fru auspica nel finale dell’ultimo episodio, ma in generale verso una narrazione al collettivo che esalti ancora di più i singoli membri. Sicuramente, Pesci piccoli è oggi un grande traguardo per i The Jackal, che però possono ancora crescere di più e sembrano aver imbroccato la strada giusta per farlo.

Un legatissimo elemento di rottura

Nel tripudio di volti legati al mondo The Jackal, tra nomi più e meno noti e guest star di spicco che arricchiscono la narrazione, si è fatta strada in maniera decisa una protagonista a sorpresa, l’unico personaggio centrale estraneo al collettivo, che è la testimonianza vivente di quel senso di coinvolgimento di cui si parlava in apertura. Il riferimento è chiaramente a Greta, personaggio interpretato da Martina Tinnirello, esordiente assoluta in campo seriale e vero e proprio elemento di rottura nella serie.

L’aver piazzato come protagonista un volto esterno al mondo The Jackal poteva sembrare una scelta azzardata, e invece ha pagato alla grande. Martina restituisce quel senso di rottura che il suo personaggio doveva andare, ma al contempo risulta amalgamato alla perfezione nella narrazione generale. Il merito della riuscita di questa operazione è da ricondurre sicuramente alla bravura dell’attrice, evidentemente a suo agio nonostante fosse all’esordio, e poi anche alla capacità che hanno i The Jackal di creare quel contesto accogliente che fa sentire chiunque a casa e non ha fatto percepire alcuna distanza con Martina Tinnirello.

Martina Tinnirello e Fabio Balsamo (1220×675)

Pesci piccoli e lo sguardo sul mondo del web

Tra i tanti pregi di Pesci piccoli troviamo anche la capacità di restituire uno sguardo singolare, ma potentissimo, su un mondo che vive una situazione paradossale, perché è praticamente dominante al giorno d’oggi, ma resta sconosciuto a più. Chi non è del settore difficilmente sa come lavora una web agency, in molti forse nemmeno sanno che esistono realtà del genere. Spessante s’ignora quanto lavoro ci sia dietro una pubblicità, un post sui social, un volantino che si trova per strada: i The Jackal invece sottolineano tutto questo lavoro, illustrano una realtà che esiste, e che tra l’altro non è quella del grande influencer o dei pubblicitari alla Don Draper, ma più spesso è quella di provincia, fatta di piccoli clienti e di poco budget.

Bravissimi i The Jackal, dunque, a portare gli spettatori in questo mondo e a farlo con un tatto estremo. Nonostante il tono leggero, anzi forse proprio grazie a questo, non mancano le riflessioni più profonde, tra cui spicca quella dell’originalità nel quarto episodio, che sotto alcuni punti di vista è un piccolo capolavoro. Apertamente citazionistico e ispirato a The Office, questo passaggio riflette sulla mancanza di originalità in un mondo che dovrebbe fare, proprio dell’originalità, la sua chiave di lettura, e porta avanti questa riflessione copiando apertamente un format famosissimo e inscenando, nella finzione narrativa, un caso di plagio. L’effetto è fortissimo e porta a riflettere sui limiti delle citazioni, degli omaggi e delle copie proprio mentre le stiamo vivendo.

Il mondo del web è al centro, dunque, di Pesci piccoli, con molti piccoli esempi affrontati oltre a quello sopracitato: dalle difficili relazioni con gli influencer a quelle con i clienti, fino al peso delle scadenze, ai ritmi infernali e alla necessità di mantenere dei legami vivi per creare un luogo di lavoro salubre. Con ironia e leggerezza, i The Jackal ci portano in un contesto difficilmente delineato in televisione, ma su cui c’era assolutamente bisogno di fare luce vista la sua diffusione.

Tirando le somme, dunque, la prima serie comedy dei The Jackal è una prova superata a pieni voti. Le potenzialità per fare bene c’erano tutte, eppure forse i risultati sono andati anche oltre le aspettative, perché ci aspettavamo sicuramente di ridere, anche di emozionarci, ma forse un po’ meno di riflettere e di pensare, e invece Pesci piccoli riesce a restituire tutto questo, come fanno solo le grandi comedy. A questo punto, dunque, non ci resta che unirci all’appello di Fru e sperare che Amazon faccia fare ai The Jackal una seconda stagione della serie, per continuare a ridere, a emozionarci e a riflettere con Aurora, Ciro, Fru, Fabio e tutti gli altri membri di questo splendido collettivo.