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Gossip Girl 2×08 – La Recensione: Mamma, mi vuoi bene?

E’ difficile vedere i propri genitori come esseri umani a tutti gli effetti: fallibili, tremendamente normali. Spesso e volentieri, sono i genitori che per primi finiscono per ricadere negli stessi errori dei figli: alla fine, non siamo lo specchio di chi ci ha creato? In Gossip Girl tutto questo ci è ormai fin troppo chiaro, e anche se possiamo trovare più di una pecca in questo reboot (sapete che non ci siamo mai risparmiati) una cosa siamo obbligati a dirla: la serie non risparmia nessuno. Tutt’altro: quella che era partita come una grandissima presa in giro nei confronti di una generazione adolescenziale allo sbando si è trasformata in un altro tipo di circo. Una fiera della vanità dove i protagonisti, ancora una volta, sono i genitori. E se alla domanda “Mamma, mi vuoi bene?” vi aspettate una risposta scontata, ricordatevi che Gossip Girl stupisce sempre, anche quando non lo vorreste.

Gossip Girl
Gossip Girl (640×360)

Questo episodio risulta “a metà” dall’inizio della visione. Una puntata che appare “di transizione”: in parte vuota, in parte talmente carica di avvenimenti da risultare disorientante, la 2×08 di Gossip Girl arranca nel tenere alta la tensione. Anche se dobbiamo dirlo: per una puntata dove il momento di maggior intrattenimento è stato fornito dalle voci angeliche delle Blackpink con la loro iconica Pink Venom, non possiamo lamentarci. Perché Gossip Girl, quando non riesce ad incantare con i lustrini, i gossip e i vestiti, punta tutto sul dramma. Chi dice che i problemi familiari sono poco attraenti si sbaglia di grosso: uno sguardo nei retroscena di queste famiglie a dir poco disfunzionali e rivaluterete tutte le vostre litigate con mamma per i più futili motivi.

Mentre Obie e Julien sono impegnati a gestire il loro a dir poco prevedibile ritorno di fiamma (quasi facciamo fatica a seguirli, perché quando non compiono scelte discutibili sono a letto “a farsi le coccole”) già si iniziano a vedere le prime crepe: se Julien ha chiuso con GG ed è convinta che il fidanzato abbia fatto lo stesso, il nostro ragazzo della porta accanto si rivela ancora una volta più spigliato di quanto sembri. Obie infatti è tuttora deciso a farla pagare alla madre, e non vede altra soluzione se non cercare l’aiuto di GG (o meglio, la sua abilità di condivisione). Il piano è uno e ben preciso: Obie accenderà la miccia e Gossip Girl non dovrà fare altro che spargerci sopra della benzina.

Gossip Girl (640×360)

Dall’altra parte abbiamo Audrey, la povera Audrey, alla quale servirebbe un bel ritiro alle Maldive di qualche mese: la ragazza è talmente impegnata a tentare di salvare la madre, e a farle da genitore lei stessa, che se finisse in ospedale con una crisi di nervi non verrebbe biasimata da nessuno. Kiki, infatti, è nell’occhio del ciclone: dopo il furto della sua linea di vestiti da parte della nuova fidanzata dell’ex marito (non è uno scioglilingua), sta ricadendo nella depressione ed è sempre più allo sbando. Ma la vera domanda è: non dovrebbero essere i genitori a proteggerci? E che cosa succede quando veniamo lasciati da soli, in balia di un mondo nel quale facciamo ancora fatica a navigare?

La risposta è tanti, troppi disastri. Perché sì, i giovani protagonisti di Gossip Girl sono accusabili di tante cose, ma i genitori lo sono ancora di più (per questo non ci viene proprio da consigliare la serie tv se volete passare una tranquilla serata in famiglia). In Gossip Girl nessuno, nemmeno il padre di Zoya (sparito dalla circolazione, tra l’altro), sembra adatto a fare il genitore. Soprattutto le madri concorrono al titolo di peggiore genitrice dell’anno: da quella di Luna, che si rivela l’ennesima figura assente e opportunista, a quella di Monet, preoccupata del benessere della figlia solo quando quest’ultima è prossima a toccare il fondo. Per non parlare della germanica mamma di Obie, davanti alla quale i peggiori villain dei cartoni impallidiscono.

Julien e Audrey (640×360)

Donne egocentriche, prive di cameratismo femminile e disposte a qualsiasi cosa pur di brillare (anche pestare i piedi alle proprie figlie). Questo reboot in ogni caso non racconta una dura verità sui genitori nello specifico, ma sugli adulti in generale: ne è la dimostrazione Kate, che da autrice di GG sta camminando pericolosamente vicino al bordo. Ha bisogno di Jordan, e di un entourage di insegnanti al seguito, per rendersi conto di essere come il peggiore tossicodipendente davanti ad una dose: la donna non è in grado di smettere con la sua “missione”, anche se ormai ha perso di vista l’obiettivo finale. Non è un caso, infatti, che l’insegnamento più importante dell’episodio venga pronunciato da un adolescente. Chi meglio di Julien, il personaggio che è maturato di più nel corso di queste due stagioni? La ragazza ci mette davanti ad una dura verità: GG non si limita a riportare il drama, lo crea. Quello che era nato come un servizio pubblico, un tentativo più o meno eticamente corretto da parte degli adulti di mettere un po’ di sale in zucca ai giovani, si è trasformato in un’operazione malata, tossica, e soprattutto meschina. Se non possiamo più fidarci nemmeno dei genitori perché ci insegnino che cosa è giusto e cosa è sbagliato, dove finiremo?

Se non che alla fine Gossip Girl prende una piega diversa, e ci pone davanti all’ennesimo cambio di rotta: Kate chiede un mese, trenta giorni per dimostrare che la sua opera ha ancora senso, è ancora giusta. Chiede fiducia perché ha intenzione di spostare il focus e mettere in evidenza i veri cattivi di questa storia: i genitori, ancora una volta.

Se questa vicenda avrà esito positivo o meno non si sa, vedremo. Alla prossima settimana, con un piccolo insegnamento culturale (che in Gossip Girl non stona mai): dietro ad ogni pop star si nasconde sempre un grande politico. E Taylor Swift lo sa meglio di tutti.

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