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Blackout – Vite Sospese: Hulk arriva in Trentino, nel frattempo Fight Club prende vita

Prima regola del Fight Club secondo Blackout – Vite Sospese: non attaccare mai la corrente. Il punto fondamentale di questo secondo appuntamento è, d’altronde, stata la corrente. Attaccarla significa perderla, non attaccarla significa mettere KO gli ultimi superstiti che stanno lottando tra la vita e la morte, attaccati a un macchinario che il buon villain della nuova Fiction Rai Uno ha reinventato: la batteria di una macchina. Dopo l’intervento via Skype de La Casa de Papel pensavamo di averle viste tutte, ma Blackout – Vite Sospese ci sta ampiamente dimostrando che alla medicina sperimentale non esiste fine. Questa seconda puntata ha così visto la perdita di controllo da parte dei personaggi che, senza tregua, se le sono date di sante ragione, rievocando il buon vecchio cult Fight Club. A dimostrazione di questo, basta ricordare che perfino Mimmo Cesaroni (alias Riccardo) ha perso la testa facendo a cazzotti con Lorenzo, il viziato ragazzo con cui la sua Anita continua a trascorrere le giornate.

Il punto che più lega le diverse Fiction Rai Uno non è soltanto la presenza di Lino Guanciale (#doveavetemessoLino stavolta?), ma anche l’utilizzo assolutamente sconsiderato delle forze dell’ordine. Anche in questo caso la loro presenza è utile quanto la nostra nello studio di un dietologo il 23 dicembre

Blackout – Vite Sospese (640×360)

Qua bisogna intervenire, qua bisogna fare delle ricerche e capire. <<Siamo peggio della Famiglia Addams>> dice Anita a mamma e papà. Una frase che, detta così, sembra qualcosa di irrilevante, ma che invece assume tutto un altro significato quando ricordiamo la bambina con le trecce e il violino. Ancora una volta Tim Burton sembra operare attraverso vie misteriose all’interno della nuova Fiction Rai Uno, e il momento di farci delle domande oramai è giunto. Soprattutto adesso che gli eventi proseguono e i personaggi tirano fuori una forza che prescinde dall’umana comprensione.

Hulk è infatti appena arrivato in Trentino, ma niente paura. Gira in maniera discreta, travestito da Giovanni Lo Bianco, il serial killer che cerca di far fuori la dottoressa con cui sta sviluppando un rapporto ambiguo che sembra preannunciare l’inizio di qualcosa di più di un attentato alla sua vita. Gli affari sono però affari e pur di occultare le prove il buon San Giovanni sposterà con la sua sola forza una macchina, facendola poi scivolare su di un burrone. Lui è l’unico dell’intero hotel a girare con una faccia che urla sono io il criminale, l’unico presente quando la dottoressa – avvelenata da una sostanza – aveva confessato la sua allergia. Eppure nessuno ci fa caso, tanto da riporre in lui tutta la fiducia possibile. Perfino l’unico carabiniere del posto se ne lava le mani: tanto, alla fine, che potrà mai succedere dopo una valanga? Te lo spieghiamo noi.

La situazione nell’hotel peggiora drasticamente, ma l’unica rappresentante delle forze armate non riesce a star dietro a tutto questo. La mossa giusta da fare sarebbe chiamare Don Matteo, sostituire la bici con un nuovo slittino, e far sì che sia a lui a condurre le indagini. Altrimenti, qua, non se esce più.

Blackout – Vite Sospese (640×360)

Questo secondo appuntamento mostra ancora una volta quanto sia proprio Giovanni l’artefice di qualsiasi cosa (eccetto della valanga: Hulk sì, ma Dio della natura ancora no) ma l’attenzione dei personaggi è oramai tutta su un borghese nordico che continua a fare a botte con le persone. La sua insofferenza nel condividere questa tragedia con loro non viene mai nascosta, e questo alla fine riesce a regalare dei falò di confronto che Temptation Island può soltanto sognare. L’unico modo che hanno per tirare fino al giorno dopo è sperare che decida di chiamare un jet privato che lo tiri fuori da lì, e poco importa se non li porterà in salvo con lui: meglio un’altra valanga che un altro giorno insieme al villain per eccellenza.

Blackout – Vite Sospese è ufficialmente entrata nel cuore della sua storia. I sassolini sono stati gettati e, anche se i personaggi li stanno utilizzando per tirarseli contro in piena fronte, la trama è oramai pronta a mettere tanta carne al fuoco. Anche le dispense di cibo stanno cominciando a finire, speriamo dunque non si mangino anche questa. Ciò che ci terrorizza sotto sotto è sapere che questo gruppo di squinternati dovrà passare insieme ancora tanto tempo: se già al secondo appuntamento sono ridotti così, come ce li ritroveremo il 6 febbraio?

Se Lino fosse stato qui (#doveavetemessoLino) le cose sarebbero andate diversamente. Si sarebbe innamorato di qualcuno e l’amore avrebbe regnato sovrano. Ma in questo caso Lino non c’è, e a noi tocca vedere Fight Club prendere vita mentre i personaggi, persi nei loro pensieri, si chiedono dove sia finito Don Matteo, e perché al suo posto siano arrivati Mercoledì e Hulk.

Blackout – Vite Sospese: Mercoledì Addams arriva su Rai Uno, Lino Guanciale va via