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Blackout – Vite Sospese: Mercoledì Addams arriva su Rai Uno, Lino Guanciale va via

Blackout – Vite Sospese ha ufficialmente cominciato il suo racconto, e chi siamo noi per girarci di spalle e non assistere alla nuova e intricata storia Rai Uno? Chi siamo noi per lavarcene le mani e andare a guardare una puntata de I Soprano? Insomma, quella la conosciamo. E’ il grande cult della storia, la sappiamo a memoria. Blackout – Vite Sospese è la novità, ed è una di quelle novità che sotto sotto ci fa ricordare ancora una volta che, per quanto amiamo i grandi cult, quando l’intrattenimento allo stato brado chiama noi rispondiamo. Non si può sempre essere sofisticati e dai gusti raffinati. Non si può mangiare soltanto caviale, nella vita. A volte un panino con la porchetta va benissimo. E alla fine questo è ciò che è Blackout – Vite Sospese: un panino con la porchetta mangiato solo per fame, e non per desiderio. Però poi alla fine, quando manca l’ultimo boccone, ti rendi conto che ti piace, cavolo se ti piace. Il caviale rimane il caviale, ma questo panino alla porchetta non lo disdegni mica. Tutto comincia con un <<è che non ho fatto colazione>> e alla fine finisce con <<c’è anche un po’ di salsa da aggiungere?>>, e non puoi farci niente. Blackout – Vite Sospese comincia nello stesso modo. Sei lì che pensi che in Tv non c’è nulla di interessante e allora ti fiondi in una nuova Fiction senza impegno, ma alla fine della puntata ne vuoi subito un’altra. E un’altra ancora. Le vuoi tutte insieme, una dopo l’altra. Non c’è più niente che tu possa fare oramai: guardi mortificata il tuo santino di Tony Soprano, e poi vai a controllare quando verrà trasmesso il nuovo episodio. Con annesse anticipazioni.

A Blackout – Vite Sospese non manca neanche un cliché. Sono tutti lì presenti, ci fanno perfino l’inchino. Ma manca una cosa, anzi: manca qualcuno

Blackout – Vite Sospese (640×360)

Dov’è Lino Guanciale? Davvero: dov’è Lino Guanciale? Dove lo avete messo? Cosa è successo quando stavano girando la serie, perchè non lo hanno chiamato? Diteci dov’è. Inizialmente sembrava un gioco. Credevamo fosse nascosto come i fantasmi di Hill House. Magari era dietro una tenda e doveva essere soltanto visto, ma no. Neanche così. Di Lino neanche l’ombra. L’avranno girata mentre era in vacanza alle Maldive e ha dato un due di picche? Qualcuno si faccia sentire, ci dica dov’è Lino. Fateci sapere che va tutto bene. Fino a quel momento l’hastag #doveavetemessoLino sarà il minimo che possiate aspettarvi.

Lino a parte, Blackout – Vite Sospese è quello che non sapevamo di volere in prima serata. Il racconto a tinte drammatiche thriller che racconta una vacanza interrotta sulle montagne del Trentino. La Fiction entra nel vivo del suo racconto immediatamente: diverse famiglie (e non) rimangono bloccate nel loro hotel a cinque stelle a causa di una brutta valanga ma, come ogni film o serie racconta, in questi casi non c’è mai da temere: qualsiasi sia il problema, ci sarà sempre un medico bloccato lì. Per non farsi mancare niente, Blackout – Vite Sospese ha fatto sì che nell’hotel ci fossero anche un’infermiera e un meccanico. Sembra l’inizio di una barzelletta, ma è in realtà il punto fondamentale di questa storia. I personaggi della serie sono infatti collegati tra di loro. Si sono appena conosciuti, ma sembrano già essere pronti a sposarsi tra di loro e a dare vita a una famiglia a cui racconteranno la sventura di quella famosa vacanza in cui concepirono il loro primo figlio. D’altronde, Blackout – Vite Sospese è una Fiction che va veloce, così veloce da aver salutato Lino (#doveavetemessoLino) per rimpiazzarlo con Mercoledì Addams.

Durante uno dei momenti più strappalacrime della prima puntata vediamo infatti una bambina con le trecce che, vestita di nero e accanto al padre, comincia a suonare il violino. Non è ancora chiaro se Tim Burton abbia deciso di lasciare Netflix per fiondarsi in nuovo mistery targato Rai Uno, ma è certamente chiaro che il lavoro che ha fatto è stato più produttivo.

D’altronde, al centro della storia troviamo un potenziale serial killer che vuole togliere di mezzo una donna che potrebbe diventare un problema, la stessa che però sta salvando sua figlia e che continua a fargli gli occhi dolci. I loro due figli, nel frattempo, si lanciano gli stessi sguardi. Uno di loro è il vecchio Mimmo de I Cesaroni, e questo basta per poter garantire per lui. Educato, altruista e coraggioso: zio Cesare sarebbe così fiero.

Blackout – Vite Sospese (640×360)

Già durante la prima puntata le storie e i diversi intrecci dei personaggi sono così cominciati a venir fuori. Più veloce della frana improvvisa ci sono infatti stati i loro metodi di approccio, ma soprattutto il loro modo di superare l’accaduto senza troppi drammi. Una frana ha appena colpito tutti, ma il Natale non si tocca. Ed è così che, tra gente in fin di vita e alci che se la tolgono, la vita, a un certo punto i proprietari dell’hotel decidono comunque di festeggiare la vigilia di Natale. Chi se ne frega, insomma. Il finto Babbo Natale ha pensato: Gesù nasce adesso e non domani. Loro se vogliono si possono riprendere anche dopo. Lo spirito del Natale è proprio tutto dentro Blackout – Vite Sospese.

Ma anche senza Lino e con l’arrivo di Mercoledì, la nuova Fiction Rai Uno riesce a diventare teatro di dissaventure che non puoi volerti perdere. Finché non le conosci vivacchi e non ti mancano, ma quando il tuo sguardo si posa sullo schermo e apprendi che questa storia esiste davvero, non puoi farci niente. Non puoi esitare: entri nel loop delle Fiction Rai Uno e ti chiedi che cosa accadrà in futuro. Se Mimmo Cesaroni (perché lui è Mimmo Cesaroni e non Riccardo, va bene?) conquisterà Anita, se alla fine il potenziale serial killer non tornerà indietro sui suoi passi, se il barista continuerà a servire alcol gratis anche mentre una frana fa cadere giù tutto.

Nessuno aveva compreso la potenza di questa storia. Forse l’avevamo sottovalutata, non avevamo colto il suo immenso potenziale. Ma adesso che è finalmente arrivata, non ci rinunceremo. Continueremo questa storia che, purtroppo, giungerà alla fine già il 6 febbraio. Questo è il momento, amici. E’ il momento in cui invidiamo chi non sa ancora niente e, dopo l’episodio definitivo, guarderà tutte le puntate una dopo l’altra come farebbe un qualsiasi abbonato Netflix. Questo è forse il momento di chiedere alla Rai la possibilità di fare un binge watching. Chi ci arriva al 6 febbraio con questa suspense, d’altronde? Fermatevi un attimo, pensateci. Ci avete già tolto Lino, non rendete le cose ancora più complicate di quanto siano già. Abbiamo bisogno di sapere. Siamo entrati in loop che Dark non potrà mai eguagliare. D’altronde, in Dark c’erano mica un meccanico, un dottore e un’infermiera a salvare tutto?

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