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Bang Bang Baby – Recensione in ANTEPRIMA (senza spoiler) dei primi due episodi della nuova serie italiana di Amazon Prime Video

Bang Bang Baby è la nuova serie tv targata Amazon Studios, una produzione di The Apartment e Wildside, entrambe società del gruppo Fremantle. Noi di Hall of Series abbiamo avuto l’opportunità di assistere alla conferenza stampa e all’anteprima dei primi due episodi della serie, di cui ora vi riportiamo una recensione priva di spoiler. Andrea Di Stefano, ideatore e sceneggiatore, ha deciso di portare sul piccolo schermo una storia vera, tratta dalle esperienze personali di Marisa Merico che qui diventa Alice Giammatteo (interpretata dalla giovanissima Arianna Becheroni), sedicenne introversa e tormentata dai ricordi del proprio passato. 

Sullo sfondo di una cupa Milano del 1986, Alice si imbatte per caso nella foto di un uomo che credeva morto da anni. Quell’uomo è suo padre, Santo Maria Barone (Adriano Giannini), appartenente a una famiglia di ‘ndrangheta calabrese trapiantata nella città lombarda. Tratteggiando questo complicato e in parte tossico rapporto padre-figlia (qui trovate i più interessanti delle serie tv), Bang Bang Baby trasporta immediatamente lo spettatore in un tempo non troppo lontano e lo immerge nella cultura pop di cui Alice, il suo migliore amico Jimbo e chiunque sia cresciuto o abbia vissuto in quegli anni si cibava quotidianamente.

Infatti la serie sfrutta, fin dalla prima inquadratura, l’immaginario pop per costruire il personaggio della giovane protagonista, utilizzandolo come elemento a cui legare e associare indissolubilmente le emozioni di Alice.

Arianna Becheroni bang bang baby

I registi Michele Alhaique, Margherita Ferri e Giuseppe Bonito hanno utilizzato una diversa reference culturale per ogni episodio, ampliando e distorcendo in modo piacevole e innovativo le possibilità narrative della serie.

Così, come emerge chiaramente già dalle prime due puntate, i ricordi di Alice sono incatenati e in qualche modo scatenati dai telefilm, dalle pubblicità e dalle fiction statunitensi che negli anni ’80 venivano costantemente trasmessi in tutte le tv. Anche solo da quel poco che abbiamo visto, possiamo definire Bang Bang Baby una serie in grado di riprodurre in modo creativo la postmodernità italiana nata negli anni ’80. È intriso di quella frammentarietà tipica di una società in fermento culturale, e questo è più che evidente nelle scelte stilistiche e registiche compiute.

Inoltre, Michele Alhaique e gli altri registi sono stati in grado di conferire agli episodi un carattere più internazionale, che si esprime non soltanto nell’immaginario pop di cui abbiamo appena parlato, ma anche attraverso le inquadrature utilizzate. Ci si concentra molto sull’emotività di Alice, sulle espressioni del viso che introducono con delicatezza lo spettatore all’interno dei suoi stati d’animo. La cinepresa segue i suoi movimenti, ne coglie i dettagli, ne approfondisce lo sguardo e utilizza i grandangoli per ampliare la visione di ciò che circonda i personaggi. Da questo punto di vista, ci si muove con un fluire costante e non invasivo nel mondo emotivo della protagonista.

Questo linguaggio visivo tutto caratteristico e l’attenzione ai dettagli storici dell’epoca in cui è ambientata, contribuiscono a rendere unica nel suo genere la serie italiana Amazon Original, che però possiede anche altri punti di forza ed elementi che non vediamo l’ora di trovare sviluppati negli episodi successivi.

amazon prime video original

In Bang Bang Baby, il fermento culturale e sociale degli anni ’80 non è restituito solo attraverso elementi cinematografici.

È impossibile non notare come anche i riferimenti musicali giochino un ruolo molto importante nella serie. Brani iconici nazionali (Folle città di Loredana Bertè per esempio) e internazionali (Cher, Madonna, George Michael) diventano parte integrante della costruzione dei personaggi, così come i primi piani su dettagli specifici permettono al pubblico di entrare a fondo anche nell’ambiente circostante.

Va riconosciuta a Bang Bang Baby la capacità di aver saputo creare e tratteggiare fin dai primi episodi dei protagonisti pieni di contrasti ma realistici, profondamente umani in tutte le loro debolezze e in tutti i loro punti di forza. Alice è una ragazza introversa ma determinata a guadagnare l’amore e la stima di un padre che per anni non ha conosciuto; sua madre Gabriella è una donna imperfetta ma pronta a tutto pur di salvaguardare la vita della sua bambina; Santo è un criminale senza scrupoli nonostante abbia tentato in tutti i modi di essere un padre amorevole; sua nonna Lina è una matriarca potente e implacabile, non ha problemi a mandare avanti gli affari della famiglia Barone, ma al tempo stesso è capace di provare un grande affetto nei confronti di Alice.

Costruire personaggi così è stato possibile grazie alla sapiente commistione tra attori già noti al pubblico come Adriano Giannini, Lucia Mascino, Dora Romano e molti altri, e attori emergenti, come Arianna Becheroni (Mio fratello rincorre i dinosauri), qui alla seconda esperienza importante sul set. La sua interpretazione di Alice sembra essere per ora una piacevolissima scoperta.

Ad arricchire in maniera interessante il corredo già promettente di Bang Bang Baby c’è anche un uso della fotografia davvero particolare. Lo scivolare continuo tra luci e ombre riesce a rendere perfettamente le sfumature di una Milano dai mille volti, tanto grigia quanto splendente nel momento giusto, ma riesce a restituire anche le numerose contraddizioni che si nascondono dentro ciascuno dei personaggi principali. L’insistenza sul contrasto tra le luci al neon delle insegne di negozi, bar e luna park e il buio in cui la città sprofonda in alcuni momenti, acuisce ancora di più la sensazione di trovarsi in luoghi dall’aspetto volutamente esagerato e trasgressivo.

bang bang baby

Bang Bang Baby sembra aver trovato la strada giusta per unire qualità a originalità senza perdere di vista gli obiettivi internazionali che gli Amazon Studios si sono prefissati per l’Italia. I cambi di tono e di generi continui sono gestiti con armonia e non risultano in alcun modo forzati, anzi, danno vita a uno stile stimolante che rende decisamente scorrevole la visione delle puntate. Infatti, non vediamo l’ora di scoprire gli sviluppi di una storia che ci ha già soggiogati con la luminosità delle sue scelte narrative. Per questo dobbiamo attendere giovedì 28 aprile, quando i primi cinque episodi verranno resi disponibili per la visione in esclusiva su Prime Video, mentre dovremo trattenere il fiato fino al 19 maggio per poter dare uno sguardo agli ultimi cinque e, quindi, alla conclusione della serie.

Questo “crime teen drama con una spruzzata di black comedy“, come è stato definito dalla sceneggiatrice Valentina Gaddi, ha tutto il potenziale per avere successo non solo nel nostro paese ma anche all’estero. Siamo in trepidante attesa di scoprire se il lavoro svolto con tanto entusiasmo da tutto il cast, la regia e la produzione riuscirà ad avere risonanza mediatica anche al di fuori dei confini italiani.

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