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Blanca Evangelista, una madre che rinasce dalle proprie ceneri

Posso elencarvi un’infinità di motivi per cui vale la pena di guardare Pose, la serie tv pensata da Ryan Murphy (che ci ha appena sganciato una bomba). Ricordo di averla trovata per caso su Netflix, ne avevo già sentito parlare ma non mi ero ancora decisa a iniziarla e questo perché non avevo capito fino in fondo di cosa si trattasse.

Ora come ora, dopo aver divorato entrambe le stagioni, vi dico che Pose va vista, punto.

Questa serie televisiva è un manifesto che scaccia via i pregiudizi e rompe il silenzio sulle innumerevoli ingiustizie riservate alle minoranze razziali e alla comunità LGBTQ. Lo fa ricostruendo senza i soliti cliché la realtà di New York alla fine degli anni Ottanta, aprendo il sipario sul mondo delle Ball Room, le quali non sono delle semplici sfide a colpi di passi di danza o sfilate di moda, ma competizioni in cui intere famiglie si impegnano al massimo, un punto di ritrovo di una comunità che finalmente può raccontarci la sua storia.

In questo articolo voglio parlarvi di un personaggio che mi ha fatto emozionare come non accadeva da tempo, una donna, una madre, il punto di riferimento. Parlo di Blanca Evangelista.

Pose

Blanca Rodriguez è una donna transgender che ha un passato triste alle spalle, dopo essere stata rifiutata dalla propria famiglia fugge a New York ed entra a far parte della “House Abundance”, capitanata da Madre Elektra. Un posto che però non la fa sentire bene accetta, così decide di andarsene e formare una casa tutta sua, in modo da poter costruire quella famiglia che tanto sognava di avere.

Un sogno e un grande segreto

pose

Pare che qualcuno la stesse ascoltando, perché dopo pochissimo incontra Damon, un ragazzo omosessuale costretto ad allontanarsi da casa, l’ennesimo figlio abbandonato. Rivedendosi in lui, Blanca decide di portarlo con sé, di occuparsi di lui e aiutarlo a perseguire il suo grande sogno, diventare un ballerino di successo. Ma Damon è solo il primo dei figli a cui Blanca dedicherà tutta se stessa, perché dopo poco arrivano Papi, un ragazzino sulla cattiva strada, e Angel, una giovane transgender che decide di seguirla e diventare sua figlia. Così il desiderio di Blanca sembra avverarsi e “House Evangelista” ha i propri membri. Purtroppo però, questo momento di felicità è oscurato da un grande segreto, qualcosa che lei decide di tenere nascosto ai suoi figli, una malattia che negli anni Ottanta (cosa che non è ancora cambiata del tutto) era vista come un marchio nero, l’HIV.

Prima di tutto una madre

pose

Nonostante il grande peso che si porta sulle spalle, Blanca è prima di tutto una madre e decide di vivere il tempo che le rimane cercando di costruire le fondamenta di una vita migliore per i suoi figli. Da buon genitore sprona la sua prole a dare il meglio e a non fermarsi mai e poi mai di fronte al rifiuto da parte di una società chiusa e gretta. Ma naturalmente un buon genitore deve saper anche essere duro in alcuni momenti e Blanca dà molte lezioni di vita ai suoi ragazzi, permettendo loro di sbagliare ma obbligandoli a guardare in faccia la verità. Tramite le sue parole Damon riesce a capire quanto sia importante e doveroso proteggere il proprio corpo e vivere l’amore in modo sicuro, discorsi in cui Blanca mette una grande passione perché lei per prima è stata vittima di questo. Cerca di guidare Angel verso una maggior considerazione di se stessa, facendole capire che nel mondo per lei le possibilità sono tante e che è giusto lottare.

Ma una madre deve saper anche perdonare gli errori dei figli e quindi si dimostra comprensiva con Papi quando lui la delude.

E questo compito lo svolge maestosamente, passando sopra ogni paura, divenendo più forte della sua stessa malattia.

Il diritto di esistere

blanca evangelista

La fine della prima stagione di Pose vede Blanca incoronata come madre dell’anno, un premio ambitissimo nelle ball, mai così meritato come nel suo caso. All’inizio della seconda stagione la ritroviamo a battersi a fianco dei propri figli per il diritto di contare in un mondo che ancora vuole tenerli in un angolo buio. Le ball proseguono e i ragazzi crescono e seguono le loro strade, mentre per Blanca il futuro si fa sempre più incerto. Nonostante ciò decide di esaudire l’ultimo dei propri desideri: aprire un saloon per manicure tutto suo. E qui, immancabilmente, arriva a scontrarsi con quella società che ripudia qualsiasi tipo di diversità e che reputa quelle come lei soggetti inaffidabili e incapaci di condurre un lavoro normale. Uno scontro che Blanca trasforma in una protesta collettiva, dando voce a quelle persone obbligate a vivere ai margini e che non possono uscire per strada tranquillamente per la paura di essere pestate.

Una lotta che la vede come assoluta vincitrice morale.

Saper rinascere, uno dei messaggi più importanti di Pose

BLANCA

Negli ultimi episodi della seconda stagione di Pose, la malattia di Blanca peggiora e deve affrontarla in solitudine, Damon è ormai un ballerino di successo, Angel e Papi sono diventati una coppia e vogliono creare una loro famiglia. Una madre deve essere pronta a lasciare andare chi ama e di conseguenza lei si arrende al proprio destino. Così ci viene mostrato ciò che si nasconde dietro una malattia che, oltre ad avvelenare il sangue, ti isola dagli affetti. Un nemico a cui la donna, ancora una volta, fa il dito medio. Blanca riapre gli occhi, si aggrappa all’amore dei suoi ragazzi e degli amici che accorrono in suo aiuto e le danno nuova forza.

Il finale della seconda stagione ha in sé uno dei momenti più belli ed emozionanti dell’intera serie, quello in cui Blanca torna alla sua amata ball, si alza dalla sedia a rotelle e affronta il suo pubblico, è la metafora della rinascita di una donna che ha ancora molto da dare, che deve vivere perché ci sarà sempre un figlio o una figlia di cui prendersi cura.

C’è veramente un bisogno disperato, in questo mondo, di personaggi come Blanca Evangelista. Persone che con la loro storia trasmettano speranza a chi non ce l’ha, che calpestano il pregiudizio, facendosi portatori di messaggi importanti come quello della famiglia, che non significa legame di sangue ma bensì unione di anime, una cosa che tutti possiamo avere. Basta guardarsi intorno, aiutarsi a vicenda e offrire un riparo dalle intemperie della vita.

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