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One Punch Man – L’anti-epica della noia

One Punch Man, prima che diventasse un anime nel 2015, è un manga creato dal fumettista One nel 2009, diffuso sul blog di quest’ultimo e protagonista di un successo globale impressionante. La trama (vi ricordiamo che questa serie animata è distribuita da Netflix) parla di un ragazzo di nome Saitama che, negli ultimi tre anni, si è allenato duramente con un solo scopo: diventare un supereroe. Raggiunto l’obiettivo, si rende conto di essere diventato così forte da non incontrare nessun problema nello sconfiggere i mostri misteriosi che minacciano il Pianeta e, di conseguenza, è annoiato. In un’ottica di totale rottura e discontinuità con gli anime epici a cui siamo abituati, One Punch Man si preoccupa di creare un eroe inconsueto, imbattibile e, nonostante ciò, interessante. La serie infatti contrappone continuamente la presunta epicità degli antagonisti e dei personaggi secondari alla totale noncuranza di Saitama per gli aspetti formali.

one punch man

Il problema di Saitama è, da quando ha sottoposto il suo corpo a un costante e duro allenamento, l’essere diventato troppo forte. Di fatto il ragazzo non ha rivali, in quanto riesce a sconfiggere chiunque con un solo pugno. L’anti-epicità di One Punch Man si evince infatti proprio in questi scontri. Spesso l’eroe deve sconfiggere mostruose creature che attaccano le varie città. In queste circostanze ogni mostro si presenta con lunghe e pompose descrizioni che definiscono le gloriose intenzioni di conquista e distruzione. Quando Saitama arriva, alla domanda “E tu chi saresti?” risponde sempre in questo beffardo e deludente modo:

“Io sono Saitama, e faccio l’eroe per hobby”.

I discorsi, le musiche e le premesse sono tutti elementi indicatori delle scene epiche che siamo abituati a vedere sia nei film che nelle serie animate. One Punch Man fa “morire” il tutto con un semplice pugno. Una semplificazione, un tagliare corto e un fare ironia su ciò che lo spettatore si aspetta da uno scontro partito in un determinato modo ma comunque destinato a finire in pochi secondi.

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Di fatto, la stessa forza di Saitama è una semplificazione. Egli ha ottenuto questa forza sovrumana allenandosi tutti i giorni per tre anni di fila. Quest’allenamento consiste semplicemente in 100 flessioni, 100 addominali e 10 chilometri di corsa giornalieri, accompagnati da tre pasti al giorno. Il suo allievo per caso, Genos, non riesce a credere che questa sia la verità ma il punto è che non c’è niente da spiegare. Saitama è diventato così forte grazie a un impressionante sacrificio fisico e mentale. Adesso non ha più bisogno di fare nessuno sforzo per raggiungere i proprio obiettivi.

Ma il ragazzo è contento di ciò che ha raggiunto? Fare qualsiasi cosa senza sforzarsi non è forse ciò che tutti vorrebbero ottenere? Se la risposta a quest’ultimo interrogativo sembrerebbe affermativa, visto che da anni è l’obiettivo che si pongono tutte le multinazionali nei più svariati settori che riguardano la nostra vita, la risposta alla prima domanda, invece, è assolutamente negativa. Saitama è annoiato, sconfitto dalla noia che prova nel vincere con agilità e senza sforzo tutti i duelli. E questo disagio lo esplicita spesso e volentieri alla fine dei combattimenti dicendo: “Anche questa volta è finito tutto con un solo pugno… Maledizione!”.

One Punch Man ci mostra un eroe che vive in un mondo che aspira a condurre il tipo di vita che lui detesta. Tutti, infatti, vogliono raggiungere risultati senza sforzo, ma lui sa cosa significa vivere così ed è annoiato e triste proprio per questo.

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Il messaggio che sembrerebbe dunque arrivare, implicitamente e non, è proprio questo: non disdegnate lo sforzo, godetevi il percorso ricco di sacrifici che tracciate tra voi e il raggiungimento di un obiettivo e, soprattutto, datevi la possibilità di fallire. Saitama vorrebbe tanto tornare a soffrire e sforzarsi di nuovo per sconfiggere i nemici, ma ha lavorato troppo duramente ed è diventato troppo forte. Sacrificarsi, lottare, fallire e trionfare sono gli aspetti che rendono bella e unica la vita.

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