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Nickelodeon rimuove due episodi di SpongeBob “non adatti ai bambini”

SpongeBob non è esattamente la prima serie tv che ci verrebbe in mente quando pensiamo alla cancel culture, eppure anche al cartone animato per bambini ambientato tra spugne e stelle marine è successo di venire censurato. Non è la prima volta per un cartone animato, comunque: ricorderete l’episodio dei Pokémon che mandò in ospedale decine di bambini (ve ne parliamo qui). Non tutti sono d’accordo con la foga censoria della cancel culture, fortunatamente: Bryan Cranston ha detto la sua in questo articolo e anche Jim Parsons si è espresso sulla questione degli attori eterosessuali che interpretano personaggi gay (potete leggere le sue idee qui).

SpongeBob è stato creato dall’insegnante di biologia marina Stephen Hillenburg, con l’intenzione di avvicinare i bambini al mondo della natura. Il cartone animato è stato presentato per la prima volta nel 1999 ed è andato in onda per più di vent’anni su Nickelodeon, canale che si occupa di intrattenimento per l’infanzia. La serie segue le avventure di una simpatica spugna di mare, SpongeBob SquarePants, che vive nella città marina di Bikini Bottom insieme ai suoi amici: stelle marine, lumache, granchi e chi più ne ha più ne metta.

Nel corso dei suoi vent’anni di vita, SpongeBob ha ricevuto critiche positive per il suo umorismo bizzarro. Inizialmente il suo pubblico era unicamente composto di bambini, anche a causa della sua programmazione, aspetto che gli ha consentito di sostituirsi ai Pokémon come la serie per bambini più apprezzata. Sebbene sia stato sempre commercializzato specificamente per i bambini, la serie alla fine ha acquisito anche un vasto pubblico di adulti, in particolare all’interno della fascia demografica di età compresa tra i 18 ei 34 anni.

Da quando Nickelodeon ha spostato la programmazione di SpongeBob nei giorni feriali, la serie si è trasformata in un vero prodotto di cultura pop, dando vita a un franchise cinematografico, di libri e merchandising. Sebbene gli spettatori siano diminuiti nel corso degli anni, rimane uno degli spettacoli televisivi più longevi.

Ora Nickelodeon ha ritirato due episodi di SpongeBob SquarePants dalla rotazione in streaming, a causa di preoccupazioni per “trame inappropriate”.

Secondo IGN, Nickelodeon ha rimosso due puntate di SpongeBob, Mid-Life Crustacean e Kwarantined Krab dal suo catalogo. Entrambi gli episodi non sono più disponibili per lo streaming su Paramount + o su Amazon Prime. Un rappresentante di Nickelodeon ha spiegato piuttosto confusamente e senza fornire elementi concreti la scelta della piattaforma di rimuovere il primo episodio:

“Mid-Life Crustacean è fuori rotazione dal 2018, a seguito di una revisione degli standard in cui abbiamo determinato che alcuni elementi della storia non erano adatti ai bambini”.

Più specifica, ma comunque insoddisfacente, la spiegazione in merito alla rimozione del secondo episodio:

“La trama di Kwarantined Krab è incentrata su un virus, quindi abbiamo deciso di non mandarlo in onda a causa della sensibilità che circonda la pandemia globale nel mondo reale”.

Anche se Nickelodeon non ha confermato quali elementi della storia di MidLife Crustacean fossero inappropriati, sembra che la scena problematica coinvolga un furto di biancheria intima. Durante la puntata SpongeBob, Patrick e il signor Krab irrompono nella casa di una donna per rubarle la biancheria intima, solo per scoprire che sono entrati involontariamente nella dimora della madre del signor Krab: la signora punisce suo figlio mandandolo nella sua stanza.

In Kwarantined Krab, un ispettore sanitario scopre una misteriosa influenza al Krusty Krab e mette in quarantena il ristorante. Gli avventori e gli impiegati confinati si rivoltano presto l’un l’altro, imprigionando coloro che sono sospettati di avere il virus nel congelatore.

Considerato che ormai la serie è rivolta più a un pubblico di adulti (e considerato anche cosa i bambini sono costretti a sentire h24 da tv e radio a proposito della pandemia), la soluzione di Nickelodeon verso gli episodi di SpongeBob appare ingiustificatamente drastica. Eppure solleva comunque una questione interessante: può essere effettivamente considerata comicità unicamente per bambini, quella proposta da SpongeBob?