Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » News » Gli attori italiani portano Netflix in tribunale: «È doveroso difendere la dignità professionale»

Gli attori italiani portano Netflix in tribunale: «È doveroso difendere la dignità professionale»

Nuovi problemi per Netflix: l’azienda, infatti, finisce in tribunale dopo esser stata denunciata da un’associazione di attori italiani.

Secondo quanto riportato, tra gli altri, da Wired, Artisti 7607. un’associazione che tutela i diritti degli attori, ha citato in giudizio Netflix presso il Tribunale civile di Roma. Importanti i nomi coinvolti, tra i quali spiccano Neri Marcorè, Michele Riondino, Elio Germano e molti altri. Gli attori hanno deciso di ricorrere alle vie legali per ottenere compensi adeguati da Netflix: un tema a dir poco sensibile dopo i lunghissimi scioperi hollywoodiani del 2023, terminati pochissimi mesi fa con un accordo importante.

Riportiamo alcune delle dichiarazioni principali a riguardo, in attesa dei prossimi sviluppi.

Secondo Neri Marcorè, l’azione è “doverosa per difendere la dignità professionale non solo dei nostri artisti ma di tutta la categoria. Non vogliamo subire atteggiamenti ostruzionistici e accettare compensi irrisori da parte delle piattaforme streaming, per le stesse ragioni che hanno motivato il recente sciopero degli attori e sceneggiatori americani. Tutti reclamiamo trasparenza dei dati di sfruttamento delle opere audiovisive e adeguatezza dei compensi”.

Dello stesso avviso Carmen Giardina: “I diritti connessi al diritto d’autore non sono altro che un credito da lavoro. È molto grave e pericolosa questa spinta a svalutare le prestazioni artistiche degli interpreti”.

Anche Elio Germano è parte della causa contro Netflix. “Proprio le piattaforme che trattano e sfruttano dati si rifiutano, grazie al loro strapotere economico e contrattuale, di fornirci i dati previsti dalla normativa e di corrispondere conseguentemente i compensi agli artisti”.

Michele Riondino, invece, sottolinea la natura delle proposte di streamer come Netflix. “Propongono accordi al ribasso e poi cercano di imporre le stesse cifre a tutto il mercato, così da tenere i livelli dei compensi degli artisti sempre molto bassi”.

Cinzia Mascoli, presidente di Artisti 7607, spiega che “da tempo fronteggiamo prassi di mercato al ribasso ma, tenendo posizioni ferme nell’interesse di tutti, siamo riusciti ad ottenere la giusta remunerazione. Molti artisti capiscono ciò che stiamo facendo e continuano a sceglierci”.

Valerio Mastandreaprotagonista di recente della serie tv Antonia pensa al futuro, non solo al presente. “Ci assumiamo questa responsabilità  perché le scelte che vengono fatte oggi riguardano tutti e avranno ripercussioni sul presente e sul futuro di tanti artisti e di tante generazioni. Anche quelle che verranno dopo di noi, quindi a brevissimo”.

Riportiamo, infine, la replica di Netflix. L’azienda in un comunicato, sostiene di aver cercato di raggiungere un accordo con Artisti 7607 senza successo e nega di essere in violazione della legge. Affermando, al contrario, “di aver fornito loro tutte le informazioni previste dalla legge, come riconosciuto dall’AGCOM”.