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Devery Jacobs si scaglia contro Killers of the Flower Moon: «Disumanizza il popolo Osage»

Killers of the Flower Moon, il nuovo film di Martin Scorsese è arrivato nelle sale cinematografiche di tutto il mondo.

Il regista americano ha riunito due dei più grandi attori di Hollywood, Leonardo DiCaprio e Robert De Niro, per raccontare una terribile storia vera. Ispirata all’omonimo romanzo di David Grann, la sua nuova opera cinematografica accende i riflettori sui cruenti omicidi che hanno colpito la popolazione nativa della regione di Osage negli anni ’20. Killers of the Flower Moon ha ricevuto recensioni esaltanti da parte della critica e pian piano sta conquistando anche il pubblico italiano: dalla sua uscita ad oggi nel nostro Paese ha incassato più di 2 milioni al box office. Mentre Leonardo DiCaprio, Robert De Niro e Lily Gladstone sono stati ampiamente lodati dalla critica, al contrario la performance di Brendan Fraser non ha convinto interamente il pubblico ed è stata giudicata da qualcuno un po’ troppo teatrale. Una feroce critica al film è arrivata anche da un’attrice di Reservation Dogs, la serie tv di Disney+ creata da Taika Waititi.

Devery Jacobs ha spiegato in un post pubblicato su X i motivi per cui, secondo lei, Killers of the Flower Moon non onora la storia del popolo Osage.

La talentuosa attrice canadese, famosa per aver vestito i panni di Elora Danan nella serie tv di Taika Waititi, ha espresso il suo pensiero su uno dei film più apprezzati del momento. In qualità di attrice nativa americana ha detto di non aver apprezzato il ritratto che Martin Scorsese ha fatto della vicenda che ha fatto soffrire il popolo Osage. Pur avendo apprezzato l’interpretazione di Lily Gladstone e degli altri attori indigeni, ha pensato che i loro personaggi non fossero stati approfonditi a dovere. Come ha spiegato, secondo lei, Killers of the Flower Moon non raggiunge il fine che si era prefissato e finisce per ottenere l’effetto opposto e disumanizzare il popolo indigeno:

“Per me che sono una nativa americana guardare questo film è stato un vero inferno. Immaginate le peggiori atrocità commesse contro i vostri antenati e poi di dovervi sorbire un film esplicitamente pieno di queste atrocità. Va detto che Lily Gladstone è una leggenda assoluta e ha interpretato Mollie con estrema grazia. Tutti gli incredibili attori indigeni sono stati gli unici fattori positivi di questo film. Date a Lily quel maledetto Premio Oscar. Ma mentre tutte le interpretazioni erano forti, se si guarda in proporzione, ognuno dei personaggi Osage si è sentito dolorosamente sottodimensionato, mentre agli uomini bianchi è stato dato molto più spazio e profondità. Non credo che a queste persone indigene così reali sia stato mostrato onore o dignità nella rappresentazione orribile della loro morte. Al contrario, credo che mostrando sullo schermo un maggior numero di donne native assassinate, si normalizzi la violenza commessa contro di noi e si disumanizzi ulteriormente il nostro popolo.”

Devery Jacobs ha detto che, secondo lei, i problemi del film derivano dal fatto che sia stato diretto da un regista bianco che ha raccontato gli eventi attraverso la sua prospettiva. L’attrice ha affermato che avrebbe preferito che fosse stato un uomo indigeno a raccontare i massacri che hanno colpito la popolazione Osage. Infine ha anche sparato a zero contro l’epilogo di Killers of the Flower Moon:

Questo è il problema quando ai registi non nativi viene data la libertà di raccontare le nostre storie; loro le raccontano attraverso una prospettiva da bianchi e si concentrano sul dolore dei nativi. Preferirei vedere un film da 200 milioni di dollari realizzato da un regista Osage che racconti questa storia in qualsiasi giorno della settimana. Mi dispiace, ma la scelta di Scorsese di concludere il film in questo modo? Non assolve il film dal dipingere i nativi come vittime indifese e prive di potere. Riposino in pace Mollie, Anna, Minnie, Rita e tutte le altre persone Osage molto reali che sono state uccise per avidità. Il dolore è reale e non si limita alle 3 ore e 26 minuti del film

Reservation Dogs è una storia della Generazione Z che avevamo bisogno di conoscere