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Attack On Titan, uno dei registi è rientrato a casa dopo tre giorni di lavoro ininterrotto

Attack On Titan si sta avvicinando, lentamente e inesorabilmente, alle sue battute finali. Il manga scritto da Hajime Isayama si è già concluso ufficialmente lo scorso ottobre, lasciando alcuni fan soddisfatti e altri molto, molto meno. Per quel che riguarda l’anime, invece, siamo ormai giunti a metà percorso di questa seconda parte della quarta stagione (per quanto riguarda la prima, invece, potete trovare la nostra recensione proprio qui) e sembra che le cose da sviscerare per fare chiarezza sulla storia siano ancora parecchie. In questi primi sei episodi abbiamo assistito a nuovi momenti struggenti (qui potete trovare altri momenti drammatici relativi invece alle stagioni precedenti) e abbiamo potuto vedere un’immagine di Eren Jaeger che nessuno forse si aspettava (potete trovare un interessante approfondimento sul capovolgimento del suo punto di vista andando qui).

Il lavoro fatto dallo studio d’animazione MAPPA per Attack On Titan è di livello qualitativo altissimo, ma come molti già sanno questo comporta grandissimi sacrifici da parte dello staff. Di recente è stato infatti comunicato che un regista del progetto ha rimesso piede in casa sua dopo tre giorni di lavoro.

Come sempre, cerchiamo di mettere bene a fuoco la situazione. Qualcuno magari ne è già a conoscenza, altri magari lo sono meno, ma in generale l’industria dell’animazione giapponese spinge sempre verso il limite i suoi animatori e tutto il team di produzione. Questa situazione spesso si accompagna anche a un sistema di remunerazione non sempre adeguato, che porta a chiedersi quanto possa essere utile lavorare in queste condizioni. Vista l’altissima qualità dei suoi prodotti, dunque, sembra evidente che anche lo studio MAPPA metta spesso sotto torchio i suoi dipendenti.

L’ultimo evento riguarda proprio un membro dello staff al lavoro su Attack On Titan, e più precisamente il director di uno degli episodi, il quale sarebbe potuto tornare a casa dopo tre giorni di lavoro ininterrotto. Il regista risponde al nome di Teruyuki Omine, e ha diretto l’episodio 78 di questa nuova parte di stagione. È stato lui stesso a comunicare, tramite Twitter, di aver potuto tornare a casa solo dopo tre giorni, raccontando anche che uno dei producer gli avrebbe consigliato di tornare a casa a riposare. La sua stanchezza però sarebbe stata talmente tanta da portarlo ad addormentarsi in ufficio.

Il tweet, che ad oggi sembra sia stato eliminato, non è passato inosservato ai fan di Attack On Titan, che hanno prontamente risposto suggerendo al director di mettere la sua salute al primo posto per spostare il lavoro in secondo piano. Al tempo stesso, inoltre, ci si è tornati a preoccupare delle condizioni di lavoro in cui si trovano i dipendenti di MAPPA. Con l’arrivo di nuovi progetti per il 2022/2023, tra i quali troviamo Chainsaw Man, Dance Dance Danceur e Hell’s Paradise, è necessario che tutti i dipendenti lavorino alacremente agli adattamenti previsti, evitando anche il più possibile problemi di produzione per tenere alto il nome dello studio.

Inoltre questa non sarebbe nemmeno la prima volta che lo studio MAPPA entra nell’occhio del ciclone per avere all’interno dei suoi uffici una situazione lavorativa con stress a livelli altissimi. Già lo scorso anno, quando è andata in onda la prima parte della quarta stagione di Attack On Titan, un ex-dipendente denunciò pubblicamente le politiche dello studio a cui era stato sottoposto, motivo per cui aveva lasciato il lavoro per entrare in un’altra compagnia. Raccontò di come gli venisse chiesto di svolgere più compiti nello stesso momento, e di essere stato costretto a lavorare anche fino al mattino per sistemare alcuni disegni.

Ricordiamo comunque che questo tipo di policy non sembra essere una prerogativa solo dello studio in questione, ma anzi è un sistema comunque all’interno dell’industria dell’animazione giapponese. Il fatto che ora ci siano state nuove situazioni messe in evidenza da alcuni dipendenti non fa altro che dare un’ulteriore prova di come le condizioni di lavoro nell’azienda siano assurde e ingiuste.