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Joan Holloway, la mente organizzativa del mondo dei Mad Men

Immaginiamo per un momento che sia il nostro primo giorno di lavoro.
Abbiamo percorso la Madison Avenue con un misto di felicità e terrore. E finalmente eccoci arrivati alla Sterling Cooper. Proprio noi, qui, chi l’avrebbe mai detto… Già dall’ingresso sentiamo tante voci, i telefoni che squillano e il ticchettio frenetico delle macchine da scrivere. Intravediamo uomini in giacca e cravatta che vanno avanti e indietro per l’ufficio fumando con aria indaffarata. I famosi “Mad men“. Viene ad accoglierci una donna, ci dice di chiamarsi Joan e di essere l’office manager dell’agenzia. È alta e indiscutibilmente stupenda, una perfetta pin-up. Ma c’è più di questo in lei.
Mentre ci accompagna alla nostra scrivania scherza con un gruppo di dirigenti, poco dopo aiuta una segretaria, che ha l’aria impaurita di chi è in difficoltà. Tutti sembrano cercare Joan, segretarie, dirigenti e impiegati, chi per un motivo chi per un altro. Ha un’aria così sicura, così fiera. Dal modo in cui parla ci sembra a volte pungente, a volte materna. Ci dà sicurezza e intimorisce allo stesso tempo. Ancora non conosciamo Joan, ma già capiamo che per la Sterling Cooper questa donna è importante quanto le stesse fondamenta del palazzo.
Già, questa la prima impressione che abbiamo di questa donna, che in qualche modo sia lei il cuore pulsante di questa agenzia, il punto di riferimento delle persone che lavorano qui.

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Sarebbe questo uno di quei casi in cui la prima impressione è quella giusta.
Tutti nel mondo di Mad men, che lo ammettano o meno, fanno riferimento a Joan Holloway (interpretata dalla meravigliosa Christina Hendricks).
È fondamentale per le segretarie, che in lei hanno trovato una collega, un modello cui ispirarsi, un’amica che spieghi loro come vestirsi, come truccarsi, soprattutto come comportarsi per essere “prese sul serio” in un mondo del lavoro dove le donne sono sì presenti, ma devono ancora seguire delle regole che non sono state scritte da loro.

Ha sicuramente bisogno di lei Roger, che in Joan trova una spalla su cui piangere, qualcuno con cui poter avere la libertà di essere fragile, la libertà di uscire dal personaggio dell’uomo simpatico e sbruffone che il mondo conosce.

È un riferimento per Don, il grande creativo, l’inarrestabile seduttore, che stranamente proprio con Joan sembra riuscire a mettere da parte quell’istinto che lo spinge a tentare di conquistare qualsiasi bella donna incroci il suo cammino. Joan gli dà anzi ciò che Don realmente cerca una volta arrivato in ufficio dopo una notte passata fuori casa: assenza di giudizi e una camicia pulita.
Saranno proprio Roger e Don i primi a riconoscere il reale valore di ed il potenziale lavorativo di Joan, chiedendole di unirsi a loro quando fonderanno la nuova società Sterling Cooper Draper Pryce.

Senz’altro Mad Men è una serie ricchissima di meravigliosi personaggi femminili, tutti diversi e a loro modo emblematici. Tuttavia è proprio quello di Joan che ha avuto l’evoluzione più marcata e se vogliamo significativa.

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È sempre stata troppo indipendente, troppo ironica, troppo libera per essere una perfetta e disperata casalinga alla Betty Draper, una donna ancora intrappolata nell’ideale femminile degli anni ’50.
Ma non è neanche una Peggy Olson. Non ha il suo desiderio di sfidare lo status quo, di sovvertire le regole del gioco.

Joan non ha la presunzione di essere la donna che precorre i tempi, che è all’avanguardia, ma neanche quella di essere la madre e moglie perfetta.

No, Joan fa qualcosa che per noi è forse più importante: pur con tutte le sue meravigliose unicità, rappresenta una donna tutto sommato normale, una donna che semplicemente cerca la sua felicità, come facciamo tutti noi.
Felicità che all’inizio della serie sembrava potesse essere il vivere liberamente, l’essere una donna indipendente, ammirata tanto dagli uomini quanto dalle donne, che non curandosi di sguardi o voci lavora, scherza, si diverte.
Con il passare del tempo però matura qualcos’altro in Joan: il desiderio di costruirsi una famiglia, cosa che proverà a fare sposando Greg. Anche in questo però sono tante le difficoltà che Joan deve superare: lo scioccante stupro da parte del futuro marito, poi le difficoltà economiche, i figli che non arrivano. Un periodo doloroso, ma che porterà dei frutti.
È in seguito al fallimento lavorativo di Greg infatti che Joan ritrova la sua forza, si toglie il grembiule e i panni della brava moglie che si dedica unicamente a casa e marito. Capisce che neanche quella era la sua strada.
Ritrova il suo lavoro all’agenzia (dove comunque dovrà continuare a lottare per farsi rispettare), perde un marito che probabilmente non era mai stato giusto per lei, per poi avere un figlio da Roger.

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Quella percorsa da Joan nel corso di 7 stagioni di Mad Men è una strada lunga e difficile, che la porterà ad essere la donna che all’inizio della prima stagione neanche desiderava essere: una madre single, lavoratrice e di successo. Necessaria e insostituibile per l’agenzia. Una donna che ha capito di non aver bisogno di un uomo al suo fianco, ma che non per questo rinuncia all’idea di poter prima o poi trovare l’amore. Una donna che non vuole prevalere sugli uomini, non vuole sostituirsi a loro, ma vuole lavorare insieme a loro.
Joan ci restituisce la complessità dell’indecisione tra lavoro e famiglia prima, e la bellezza, attualissima e per nulla scontata, della conciliazione tra questi due mondi poi.

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