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Betty Draper: l’angelico volto della fragilità

ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER su Mad Men e sul finale della serie.

Rimanere intrappolati per tutta la vita dietro un volto, dentro una forma fisica impeccabile, dietro una bellezza diafana che a prima vista lascia chiunque senza parole, è un fardello, una maledizione per Betty Draper (January Jones). Elizabeth indossa la perfezione come una maschera, diventa un tutt’uno con l’immagine di sé che intende trasmettere agli altri, e rimane impigliata nella rete della società nella quale, purtroppo, si trova a vivere. L’America borghese degli anni ’60, d’altronde, non sembra prevedere una via di fuga in caso di necessità, un vetro da rompere per lanciare l’allarme e gridare a tutti la propria stanchezza.

Il fascino di un viso delicato e proporzionato, di due occhi color del mare grandi e incredibilmente espressivi e di capelli biondi, morbidi e sempre ordinati che li incorniciano, rende facile paragonare Betty di Mad Men a una visione paradisiaca, la rende in apparenza priva di difetti, la condanna ad avvolgersi attorno un velo di tristezza. La limpidezza che sembra caratterizzarne i lineamenti e l’angelica figura, però, nasconde delle macchie, quasi invisibili a occhio nudo e che solo chi le è più vicino riesce a scorgere. Anche Betty Draper nasconde molte imperfezioni e sono proprio queste a renderla umana. La allontanano dall’idea che gli altri hanno di lei e la rendono unica, seppur fragile e in costante lotta con se stessa.

mad men

Durante lo spaccato della sua vita che Mad Men offre, nel corso di 7 stagioni, Elizabeth nuota attraverso le proprie fragilità.

Cerca un appiglio per non affondare, un aiuto per non lasciarsi consumare dalla propria inadeguatezza. È ogni giorno alla ricerca di qualcosa che la renda più reale e tridimensionale. Si sente vuota e prova in tutti i modi a riempire quegli spazi che risuonano con l’eco disperato dei suoi rimpianti, dei traumi di un’infanzia e di una vita prive di reale affetto e comprensione. Inevitabilmente finisce per riversare tutto il malessere che prova nel proprio ambiente familiare, una prigione nella quale ha scelto di rinchiudersi per anni, trasformandosi nella carceriera di se stessa. Impugna per tutto il tempo le chiavi della sua cella, senza mai rendersene conto, e proprio quando capisce di aver sempre avuto la soluzione a portata di mano, è ormai troppo tardi per chiedere una seconda possibilità alle persone che ama.

Betty avrebbe voluto vivere in una pubblicità, dove tutti sorridono e si scambiano parole dolci, tornano a casa e ad aspettarli ci sono gentilezza, comprensione e affetto. Per questo ogni volta che qualcosa rischia di minare l’apparenza di perfezione dietro la quale ha nascosto le proprie debolezze, la delicata signora Draper si trasforma e sente di perdere il controllo della situazione. Non riesce ad accettarlo e dunque combatte contro quelli che ritiene i semi della discordia, portatori di disordine nella sua vita. Da angelo diventa arpia e mostra il lato peggiore di sé. È oltremodo severa, intransigente sotto ogni fronte se le cose non rispettano il suo disegno. La piccola Sally cerca di gridare a gran voce il suo bisogno di libertà e Betty non fa che rimproverarla per questo, finendo per privare sua figlia di quell’affetto di cui anche lei avrebbe avuto tanto bisogno.

Ma al di fuori della propria casa, in Mad Men Betty fa di tutto pur di dimostrarsi la moglie migliore del mondo.

Diventa l’accessorio di cui Don ha bisogno per mantenere la sua immagine di impeccabile e geniale pubblicitario in Mad Men. E chi, meglio di un creativo come lui merita di avere accanto una bellezza surreale da pubblicità, come quella che Elizabeth esibisce con grande maestria nelle numerose occasioni sociali che richiedono la sua presenza? Eppure, quando poi Betty ha bisogno di lui, Don non ne comprende le esigenze, scambia le sue richieste di attenzioni per il capriccio di una bambina viziata, abituata a essere trattata da regina solo ed esclusivamente per via del suo aspetto. Sembra non dare il giusto peso alle sue grida di aiuto e finisce per considerarla come un ornamento, un vaso pregiato e raffinato ma vuoto, in cui basta un piccolo colpo per generare una crepa.

Ed è così convinto di avere ragione che persino Betty finisce per crederci. Perché più si impegna per ricevere amore da un uomo ormai incapace di provare un sentimento così potente da molto tempo, più sembra fallire. E si affida così tanto al proprio aspetto esteriore, all’interno del quale ha nascosto insicurezze, fragilità, insoddisfazioni, frustrazioni, rimpianti e lutti, che a un certo punto il suo corpo sembra ribellarsi e prega che gli venga restituita la giusta importanza. Elizabeth ingrassa, mangia fino a sentirsi completamente sazia, affoga i giudizi altrui nel cibo e nell’alcool. Il suo fisico pare intenzionato a remarle contro, stufo di anni di rigide rinunce e aspettative tradite.

Anche lui è stanco della superficialità dentro cui per troppo tempo Betty ha recluso se stessa e ha tenuto il capo chino. E se le cose cambiano quando incontra Henry Francis, capace di tenerle testa la maggior parte delle volte, di rispettarla e di amarla nonostante le sue fragilità, è solo alla conclusione del suo percorso che Elizabeth comprende quanto sia stata sciocca ad aspettarsi sempre così tanto da sé. Non è cambiando marito che riempie il vuoto che la divora.

È solo trovandosi faccia a faccia con la morte che Betty riesce a meditare sulle proprie scelte, su quanto sia cresciuta forte e intelligente Sally, nonostante tutto quello che lei e Don le hanno fatto passare. È alla fine che l’ex modella dall’incantevole sorriso si guarda indietro. Riflette su ciò che è stata e su ciò che ha vissuto, eppure anche di fronte all’ineluttabilità del proprio destino, ancora una volta sceglie di mantenere integro e splendente anche il ricordo che la sua famiglia conserverà di lei. Dovrà sembrare che sia solo un angelo stanco e addormentato, non una donna divorata da un male incurabile, spettro di ciò che era stato un tempo.

Se proprio se ne deve andare, che almeno ciò avvenga nel suo stile. Per la prima volta, Elizabeth Hofstadt si riempie con la bellezza che credeva di avere solo fuori, e mentre ciò che rimane del suo angelico corpo si spegne, la sua anima trae forza dalle ferite passate per fiorire e lasciare qualcosa sulla terra. Testarda fino alla fine, Betty si ritrova solo a sperare che un giorno i suoi figli (soprattutto Sally) possano ricordarsi di lei come una donna forte, e che la memoria della sua bellezza influenzi il loro giudizio quando finiranno per dimenticare il suono della sua voce. A lungo andare, forse, con solo le foto a testimonianza del suo passaggio sulla terra, Sally, Bobby e Gene assoceranno il suo bell’aspetto a ricordi piacevoli e sapranno amarla come avrebbe voluto essere in grado di amarli lei.

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