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La bellezza unica e irripetibile dei flashback di Lost

Il 22 settembre 2004 l’aereo di linea 815 della compagnia australiana Oceanic Airlines, in volo da Sydney a Los Angeles, precipita su un’isola apparentemente disabitata. Sopravvivono in 48. Per gli spettatori è l’inizio di Lost.

Lost, geniale creazione di J.J. Abrams, Damon Lindelof e Jeffrey Lieber e prodotta dalla ABC dal 2004 al 2010. Magnifica trasposizione delle mille sfaccettature dell’animo umano, della lotta tra bene e male e serie evento, una delle poche che può essere usata come unità di misura.

Nel panorama televisivo esistono le serie prima e dopo Lost.

Qual è il motivo di tanto successo? Fiumi di analisi sono state fatte sulla mitologia e sui misteri che Lost ha scatenato. Misteri e dubbi in parte risolti e in parte dispersi nel vento delle fan theory, come successo per tante altre serie. Il punto su cui più o meno tutti sono d’accordo è la struttura narrativa, rivoluzionaria, e l’utilizzo di uno strumento potente: il flashback. L’analessi, il termine italiano per indicare il riavvolgimento della sequenza cronologica degli eventi su se stessa, raccontando avvenimenti che precedono il punto raggiunto dalla storia, è uno strumento narrativo molto antico in letteratura. Se ne ritrovano esempi già nell’epica classica e nella letteratura orientale.

Uno strumento potente, dicevamo, scelto da Lost come putrella a sostegno di tutta la struttura della storia. Una scelta coraggiosa. Il rischio di confusione con flashback continui è molto alto, ma stiamo parlando di Lost e creare mistero e confusione era esattamente l’obiettivo per una serie tv che ha fatto della non linearità la sua ragione d’essere. E come ci è riuscita! Trasformando i flashback in realtà parallele, utili a capire il presente dei personaggi, ma anche matrici autonome di un’altra storia che è stata e avrebbe potuto essere.

Passato, futuro e presente

Lost

I flashback conferiscono alla struttura della serie una dinamicità di cui Lost è capostipite ed esempio ancora imitato (qui trovate altre serie rivoluzionate dai flashback). Una dinamicità che si complica puntata dopo puntata. Prima i salti temporali avvengono nel passato dei protagonisti, poi lo spettatore inizia a viaggiare da un’epoca a un’altra fino ad arrivare al salto da un mondo a un altro, a diversi piani di una stessa realtà. Dando così tanto spazio alla storia raccontata dai flashback gli autori hanno preparato il terreno per i successivi cambi di prospettiva.

Un duplice cambio di rotta, nella terza stagione e nella quinta. Fino al finale della terza stagione c’erano stati solo flashback. In Through the Looking Glass (3×22) lo spettatore guarda l’intera puntata credendo di guardare un momento passato, ma chiedendosi dove collocarlo. In realtà nel finale si scopre che il flashback è diventato flashforward: le condizioni di alcuni dei personaggi in un tempo successivo alla storia principale. Non più solo passato. La realtà ora è proiettata nel futuro. Struttura che si modifica nuovamente nella quinta stagione, quando la narrazione alterna storie ambientate sull’isola e sulla terraferma, in diversi momenti, un meccanismo che Lindelof ha chiamato flashpresent.

Il Non tempo

lost

Tre prospettive della stessa realtà che si mescolano fino a confondersi, fino ad annullare passato, presente e futuro per arrivare alla sesta stagione, in un non tempo e un non luogo, là dove i personaggi avrebbero dovuto essere, un posto dove ritrovarsi.

Questo è il luogo che tutti voi avete creato insieme per potervi ritrovare. La parte più importante della tua vita è stata quella che hai trascorso con queste persone. Ecco perché vi trovate tutti qui. Nessuno muore da solo, Jack. Tu hai bisogno di loro e loro hanno bisogno di te

Ogni flashback di Lost è una piccola perla, il tassello di un grande mosaico che dimostra l’indissolubile legame di tutti i personaggi. Tutti i salti temporali, dalla prima puntata, avvicinano gli spettatori alla consapevolezza che questo legame esiste da sempre. In epoche passate, nella loro vita, sull’isola, dopo l’isola. Un legame che ha vinto la morte.

Alla fine i naufraghi erano davvero lost e lo sono stati fino al momento in cui sono saliti sul volo Oceanic 815. Per smettere di essere dispersi dovevano solamente perdersi. E così trovarsi.

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