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Il finale di Lost è una delle conclusioni televisive più discusse di sempre. Dopo sei stagioni di misteri, viaggi nel tempo, botole e fumo nero, la chiusura della serie ha diviso il pubblico tra chi ha pianto di commozione e chi ha lanciato il telecomando contro il muro. Ma cosa ne pensano gli attori che hanno dato vita ai sopravvissuti del volo Oceanic 815? Le loro dichiarazioni negli anni ci aiutano a guardare quel finale sotto una nuova luce, più intima e forse anche più indulgente.
Tra chi ha trovato una chiusura perfetta e chi ha ammesso di non averlo capito subito, emerge un fil rouge: Lost non è mai stato solo una serie da spiegare, ma un’esperienza da sentire. Alcuni membri del cast raccontano come la produzione mantenesse uno strettissimo riserbo sugli script per proteggere il cuore della narrazione; altri si sono ritrovati a difendere pubblicamente le scelte degli autori, anche di fronte a critiche incessanti. Quello che emerge chiaramente è che, al di là delle teorie e delle interpretazioni, il finale di Lost ha lasciato un segno profondo anche nei suoi protagonisti. Ed è interessante notare come il tempo – e forse anche qualche rewatch – abbia addolcito molti giudizi iniziali (puoi guardarla qui).
Ecco dunque tutte le dichiarazioni degli attori sul finale di Lost
1) Josh Holloway – Sawyer

Josh Holloway ha raccontato a Vulture di aver vissuto con molta ansia l’attesa dello script finale. “Non vedevamo come avrebbero potuto concludere lo show”, ha ammesso, spiegando che gli autori tenevano tutto così segreto che perfino le teorie sul finale rischiavano di essere considerate spoiler. Già dalla prima stagione Holloway sospettava che “l’isola si muovesse, tipo la Morte Nera”, ma ha smesso di fare ipotesi proprio perché vedeva che ogni parola generava sospetti (qui trovi 5 Serie Tv survival da vedere assolutamente se ti è piaciuta Squid Game).
Nel raccontare le riprese dell’ultima stagione, ha ricordato con affetto l’epilogo tra Sawyer e Juliet. In particolare, era preoccupato che i flash di memoria potessero risultare “troppo melensi”, ma il risultato finale, secondo lui, è stato “fantastico”. La scena in cui i due si ritrovano nella realtà “laterale” ha avuto per lui una forte carica emotiva. Nonostante questo, Holloway ha detto di non provare “nessun sentimento” riguardo a un revival di Lost, quasi a voler chiudere un capitolo ormai concluso. Insomma, pur consapevole del caos che il finale avrebbe generato tra i fan, Holloway ha apprezzato l’intensità del suo finale personale. E poi, alla fine, è stato tutto un gioco di sguardi, ricordi e sentimenti, molto più che una spiegazione logica.
2) Matthew Fox – Jack in Lost

Matthew Fox, il volto di Jack Shephard, è sempre stato tra i più convinti sostenitori del finale di Lost. Intervistato da CBR e Previously on LOST, ha sottolineato che lo show ha avuto il merito di mantenere intatta la propria aura di mistero in un’epoca in cui “non si poteva semplicemente cercare tutto su Google”. L’assenza dello streaming e la serialità settimanale obbligavano lo spettatore a riflettere, a ragionare, a cercare significati.
Per quanto riguarda l’episodio finale, Fox ha dichiarato di essere particolarmente soddisfatto del modo in cui tutto è tornato al punto di partenza: sapeva da sempre che lo show si sarebbe chiuso con “l’occhio di Jack che si chiudeva”, speculare all’apertura del primo episodio. Lo ha sempre considerato un momento di redenzione, coerente con il percorso del suo personaggio. Ha anche aggiunto che la bellezza del finale sta nella sua apertura all’interpretazione, che cambia “a seconda delle credenze spirituali di ognuno”. Insomma, non un finale universale, ma un invito a guardarsi dentro (qui trovi i peggiori finali delle serie tv).
3) Emerson – Ben

Ben Linus sapeva sempre più di quanto lasciasse intendere… tranne che nella vita reale. Michael Emerson ha rivelato che anche lui ricevette lo script finale in modalità “massima sicurezza”, stampato su carta rossa per evitare copie. “Era troppo rischioso che trapelasse”, ha detto. A quanto pare, persino Obama spostò il discorso sullo stato dell’Unione per non sovrapporsi con la messa in onda del finale!
La prima volta che lo vide, Emerson non capì molto. “Non ero in grado di spiegarlo a nessuno”, ha detto. “Ma poi l’ho riguardato e le cose hanno cominciato a prendere forma”. È un finale, secondo lui, che funziona meglio alla seconda visione, quando si è più liberi di cogliere i dettagli e di riflettere senza aspettative. In un’epoca in cui molti si aspettavano risposte chiare, Lost ha chiesto al pubblico di fare uno sforzo in più. E Ben, il re dei doppi sensi e dei giochi mentali, non poteva che essere l’ambasciatore perfetto per un finale “che si capisce solo col tempo”.
4) Terry O’Quinn – Locke in Lost

Se c’è un attore che ha ricevuto critiche a raffica sul finale, è Terry O’Quinn. Intervistato dal New York Post, ha raccontato di ricevere spesso feedback negativi, ma “non me la prendo”, ha detto. “Se non l’hai capito, è perché non stavi prestando attenzione o semplicemente non fa per te”. Con la calma zen tipica del suo personaggio John Locke, O’Quinn ha difeso le scelte narrative del finale. Ha sostenuto che chi aveva seguito attentamente la storia avrebbe potuto apprezzarlo, e che in ogni caso era un episodio capace di far riflettere e di stimolare le proprie teorie.
“Non tutto deve essere spiegato”, sembra suggerire. “A volte, basta che ti lasci qualcosa su cui pensare.” Un approccio che oggi, tra binge-watching e spoiler ovunque, suona quasi rivoluzionario (sapevi che il finale della serie doveva essere diverso? Lo svela Lindelof: “L’emittente ci fermò”).
5) Jorge Garcia – Hurley

Hurley è sempre stato il cuore emotivo della serie. Jorge Garcia, che lo interpretava, è tra i più netti nel dire che no, i personaggi non erano morti fin dall’inizio. Parlò con The Independent dell’equivoco nato dalla messa in onda americana, che durante i titoli di coda mostrava le immagini dell’aereo distrutto sulla spiaggia, dando adito a teorie sbagliate.
Garcia ha anche raccontato a Vulture la follia logistica degli ultimi script: per riceverli, dovette fissare una “cassetta postale con lucchetto” su una panchina fuori casa, altrimenti doveva stare sempre pronto a riceverli di persona! Il suo ricordo del finale è misto di mistero e rispetto per la storia raccontata. Secondo lui, il valore di Lost non era tanto nei colpi di scena quanto nel viaggio emotivo: “È più importante come ti faceva sentire ogni settimana, piuttosto che come finiva.”
6) Yunjin Kim – Sun

Yunjin Kim ha ammesso che per molto tempo non ha capito affatto il significato del finale di Lost. In un’intervista del 2020, ha confessato che durante le riprese finali, “tutti sembravano commossi e profondamente coinvolti, ma io ero solo confusa”. Dopo la messa in onda, ha ricevuto centinaia di messaggi da fan coreani che si chiedevano se fosse tutto un sogno, se fossero stati morti davvero, se l’isola fosse un limbo.
Col tempo, ha maturato una lettura personale: “Era tutto vero, ma il finale era un modo per onorare i legami che avevano costruito”, ha spiegato. Kim ha apprezzato la dolcezza con cui la serie ha chiuso i conti tra i personaggi, soprattutto con la reunion tra Sun e Jin, che hanno “attraversato l’inferno insieme”. Anche se ammette di non aver mai più riguardato Lost, ne è profondamente orgogliosa. In fondo, il finale ha avuto il coraggio di essere emotivo, non spiegone, e per un personaggio come Sun – mosso dall’amore più che dalla curiosità – era forse il modo migliore per concludere.
7) Henry Ian Cusick – Desmond in Lost

Henry Ian Cusick, che interpretava Desmond Hume, è uno dei pochi ad aver compreso subito lo spirito del finale. In una lunga intervista al podcast The LOST Boys, ha dichiarato che secondo lui il finale è stato perfettamente coerente con la filosofia dello show: l’isola era reale, i viaggi nel tempo pure, ma la “realtà alternativa” era una sorta di purgatorio condiviso, dove le anime si preparavano a “lasciare andare”.
Cusick ha spiegato che per Desmond, abituato a percepire realtà multiple e a vivere fuori dal tempo, quel passaggio finale era quasi naturale, come l’ultimo passo di un’evoluzione personale. E ha aggiunto: “Tutti cercavano spiegazioni scientifiche, ma Lost era sempre stato spirituale, poetico”. La sua unica nota dolente? Il fatto che Desmond non fosse nella chiesa alla fine. Una scelta che ha compreso solo col tempo, vedendola come parte del percorso personale di ogni personaggio. In un certo senso, Desmond ha già lasciato andare prima degli altri.
8) Evangeline Lilly – Kate

Evangeline Lilly ha un rapporto complicato con Lost e con il suo personaggio, Kate Austen. In diverse occasioni ha dichiarato di aver avuto problemi con l’arco narrativo di Kate, che da donna forte e indipendente è stata spesso ridotta a semplice interesse amoroso. Tuttavia, sul finale ha cambiato completamente tono.
Durante una convention nel 2014, Lilly ha detto che quel finale era esattamente ciò che serviva alla serie: non una risposta a tutto, ma un modo per dare un senso alle connessioni. “Quando Jack e Kate si rivedono e si ricordano… ho pianto davvero. Perché quello era il senso di Lost. Per lei, la forza del finale non stava nella struttura o nelle risposte, ma nella delicatezza: “Era poetico. Non era perfetto. Ma era profondamente umano.” E a giudicare dalla reazione del pubblico in sala durante quella convention, non era l’unica a pensarla così.
9) Elizabeth Mitchell – Juliet

Elizabeth Mitchell, che ha regalato una delle scene più toccanti del finale con la reunion tra Juliet e Sawyer, ha sempre difeso lo show. “Non era importante spiegare tutto, ma chiudere i conti emotivi”, ha dichiarato. E quando la sua frase “ci prendiamo un caffè” ha sbloccato la memoria di Sawyer, i fan hanno tirato un sospiro collettivo.
Secondo lei, Lost non era mai stato uno show “logico”, ma un racconto fatto di simboli, emozioni, traumi e rinascite. “Alla fine, è una storia su come lasciar andare chi abbiamo perso, e su come trovare pace con ciò che non possiamo cambiare”, ha detto in una toccante intervista a EW. E poi, per un personaggio come Juliet – che aveva sempre voluto tornare a casa, ma una casa non l’aveva mai davvero avuta – quel finale rappresentava finalmente l’arrivo (sapevi che Daniel Dae Kim (Jin) ha commentato il finale 15 anni dopo: «Credo di aver capito qualcosa»?).