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Il film di Biancaneve è una metafora della cocaina?

Quello che state per leggere potrebbe sembrarvi assurdo, soprattutto perché va a tangere uno dei capisaldi del cinema d’animazione Disney: Biancaneve.

Ma cerchiamo di capirci qualcosa. Biancaneve è sicuramente una delle favole più amate dai bambini, oltre a rappresentare la prima pellicola d’animazione portata al cinema dalla casa dalle grandi orecchie. Il film ha riscosso un successo clamoroso, sia tra il pubblico che tra gli addetti ai lavori (è nota l’ammirazione, tra gli altri cineasti, di Ėjzenštejn).

Secondo una teoria, che negli anni si è diffusa fino a diventare una vera e propria credenza popolare, il capolavoro della Disney, Biancaneve, sarebbe nient’altro che una metafora sul consumo di cocaina.

Il collegamento più intuitivo e immediato è chiaramente in riferimento al nome della principessa Disney, essendo “bianca neve” anche un noto nome in codice per identificare la sostanza stupefacente. Eppure la teoria è molto più dettagliata di così.

Infatti, gli stessi Sette Nani, e i loro relativi nomi, rappresenterebbero i sette stadi di dipendenza dalla cocaina e i loro effetti. Per essere più precisi, chi fa consumo abituale di questa sostanza si ritrova a provare una serie di sensazioni collegabili proprio ai nomi dei Sette Nani.

Tutto parte da Cucciolo, in inglese Dopey, poiché pare che la prima volta che la si prova si sente un insieme di sensazioni piacevoli, di benessere più totale. Ma la sensazione di piacere dura ben poco, lasciando spazio alla fase di irritazione, identificabile con Brontolo (Grumpey in inglese). L’irritazione è infatti il principio alla base dell’astinenza.

Chi invece comincia ad abusare della droga, prova continui sbalzi d’umore, passando dall’essere euforici come Gongolo (Happy) o chiusi in se stessi come Mammolo (Bashful)La cocaina comporta una serie di conseguenze, tra cui l’eccessivo prurito ai condotti nasali e la tendenza a starnutire spesso, proprio come Eolo (Sneezy). Un po’ più tirato per le pinze il riferimento a Dotto, in inglese DocIn questo caso il nesso va individuato nell’atteggiamento principale di un cocainomane, ovvero quello di provare forti sensazioni di onnipotenza.

L’ultimo dei sette stadi derivanti della dipendenza alla polvere bianca è lo stordimento, l’intorpidimento, il che si ricollega a Pisolo (Sleepy).

Non è la prima volta che la Disney diventa oggetto di teorie cospirazioniste, basti pensare ai numerosi messaggi subliminali, più o meno fantasiosi, che avrebbe inserito all’interno delle sue opere. E anche sulla stessa Biancaneve se ne sono già dette tante, sebbene anche in positivo.

In questo caso, ad alimentare questa teoria, ci sarebbe anche il fatto che Walt Disney sarebbe stato un cocainomane incallito e, pertanto, come primo lungometraggio da lui prodotto, avrebbe voluto omaggiare la sostanza bianca. Tutto ciò, chiaramente, non ha mai trovato un riscontro oggettivo. Così come, dal punto di vista scientifico, non si è mai parlato dei “sette stadi della cocaina” (sebbene alcuni dei sintomi derivanti dalla droga corrispondano alle peculiarità dei Sette Nani).

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