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Diavoli 2 – La Recensione del finale di stagione: finanza libera?

Gli episodi 7 e 8 hanno messo la parola fine alla seconda stagione di Diavoli. Una stagione senza esclusione di colpi che più di una normale serie tv mi è sembrata una complicatissima partita a scacchi. La guerra fra Cina e Stati Uniti che ha caratterizzato buona parte degli episodi è giunta al termine con un risultato in parte inaspettato, in parte sperato. Ma alla fine si è arrivati dopo una lunghissima serie di mosse e contromosse giocate non solo sul territorio della finanza, ma anche – e forse soprattutto – a livello personale. Schieramenti rivoluzionati in continuazione, colleghi che diventano rivali, amici che diventano nemici e poi tornano a essere amici: i rapporti in gioco nel racconto sono complessi almeno tanto quanto sono complesse per me le dinamiche economiche e finanziarie alla base della serie. Ed è proprio tutto questo a rendere Diavoli così interessante.

Diavoli 2×07/2×08: cosa succede

Il 2016 non è un anno che si può definire facile per Massimo Ruggero. Dopo la morte di Kalim niente è stato più lo stesso ed è giunto ormai per lui il momento della resa dei conti tanto con Dominic quanto con la NYL. L’obiettivo di quello che è diventato praticamente l’eroe della libertà finanziaria è quello di creare un consorzio di aziende europee in modo da non concedere il controllo del 5G né alla Cina, né agli Stati Uniti. Come al solito, però, si tratta di una cosa molto più semplice a dirsi che a farsi, considerando anche il suo ruolo nella SPAC di Dominic. Si combatte anche qui su un doppio fronte: quello finanziario e quello personale, con Eleanor dalla parte di Massimo e Oliver che invece continua la sua scalata senza freni alla NYL. Una scalata che lo porta ai vertici della banca ma che contemporaneamente lo allontana dalla sua famiglia – e, aggiungerei, anche da se stesso.

Massimo si trova anche a dover affrontare una scelta se possibile ancora più complessa. Messo alle strette da Dominic e dalle informazioni raccolte da Rebecca sul suo conto, scappa da Londra andando praticamente in esilio per evitare un’accusa di riciclaggio, vedendosi così costretto a rinunciare al suo ruolo di padre della bambina che Wu Zhi porta in grembo. A sua volta, Zhi sceglie di tenerla e di schierarsi dalla parte di Massimo in una guerra che vede fra le parti antagoniste l’uomo dal quale aspetta una figlia e la sua stessa patria. L’episodio 7 si conclude esattamente dove la stagione è cominciata, quattro anni più tardi in una Milano deserta a causa del lockdown appena iniziato, dove Dominic e Massimo si ritrovano dopo la latitanza di quest’ultimo. Massimo si è consegnato al suo mentore/nemico per eccellenza, in una mossa che chiaramente non può che avere una sua logica in questo momento ancora incompresa.

Ma basta cominciare l’episodio finale di Diavoli per capirci di più. Massimo è di nuovo a Londra per affrontare il processo a suo carico, Oliver è ancora alla NYL mentre Eleanor e Zhi, un tempo non proprio amiche, lavorano insieme in un sodalizio più che ben riuscito. Siamo a marzo del 2020, la pandemia sta incalzando, ma mentre Massimo ne ha già ampiamente compreso la gravità, i leader politici di buona parte del mondo continuano a sottovalutarne le implicazioni. Il suo obiettivo a quattro anni dagli eventi della puntata precedente non è solo quello di tornare a essere un uomo libero, ma anche di permettere a Dominic Morgan di comprare la NYL togliendola dalle mani dei cinesi e perché no, anche quello di creare un sistema finanziario più democratico. Sembrerà strano, ma queste due cose – almeno per ora – non vanno in contraddizione.

È così che si crea l’ennesimo schieramento di questa partita nella quale niente è mai come sembra. Massimo riunisce un gruppo di persone eterogeneo, persone che avevano collaborato e si erano anche voltate le spalle a vicenda, per combattere insieme per un fine più grande dei semplici interessi economici. Fondamentale per la riuscita del suo piano è Nadja, che attraverso i suoi contatti su Flamestar riesce a creare una rete di piccoli investitori indipendenti che permettono a Massimo di attuare un piano finanziario senza precedenti. Massimo architetta una serie di rischiose mosse per agire direttamente sulla NYL e toglierla definitivamente dal controllo cinese. A nulla serve la visita che Liwei fa a Zhi per provare a convincerla delle diverse sfaccettature del concetto di libertà. Massimo riesce nel suo intento e, tornando un uomo libero, può anche finalmente abbracciare sua figlia. Tutto ciò, nel contesto di una pandemia sempre più incalzante.

È ufficiale: la Cina non controlla più la NYL, e questo è testimoniato non solo dal cambio di arredamento ma anche dall’incontro fra Liwei che esce e Dominic che entra nell’edificio che più di tutti rappresenta Diavoli. La battaglia dunque è vinta dagli Stati Uniti? A prima vista potrebbe sembrare di sì. Eppure, come Diavoli ci insegna, niente è mai come sembra. Gli amici social di Nadja non sono infatti solo semplici micro investitori dislocati in tutto il mondo, ma si sono uniti per diventare un soggetto che conta davvero nel mondo della finanza. In una parola, Bang. Una finanza più libera e più democratica quindi si può, sempre che Dominic non cominci a colpire ciò che lui stesso ha in parte contribuito a creare.

Un romanzo d’attualità

Diavoli è una serie unica nel suo genere, lo sapevamo già e questa stagione non ha fatto che ribadirlo costantemente. Ciò che la rende tanto diversa dalle altre è la capacità di fondere le vicende di finzione con quelle di attualità, in un contesto come quello finanziario che non fa che complicare un mondo già di per sé molto complesso. Si è parlato della guerra per il controllo dei dati, del 5G, del referendum sulla Brexit e delle elezioni americane, e in una serie che fa delle vicende reali il suo punto di forza non si poteva non parlare anche della pandemia. Lo sapevamo fin dal primo episodio che prima o poi sarebbe arrivato il momento di trattare questo tema, dato l’incipit della prima puntata. Ma quando siamo arrivati all’ultima abbiamo scoperto che per una volta Diavoli si è staccata dal mondo della finanza per entrare, pur se non come storyline principale, anche in quello degli ospedali. La morte di Latoyah rappresenta non soltanto un punto di non ritorno per Oliver e per le sue scelte di vita, ma anche il sacrificio degli operatori sanitari che hanno lavorato – e stanno lavorando tuttora – affinché la salute di tutti sia tutelata.

Ma se l’attualità è preponderante, non si può non toccare anche un tasto che da anni ormai è al centro del dibattito pubblico: il potere dei social. Se ne era già parlato nelle puntate precedenti ma è solo sul finale che il tema diventa preponderante. I social possono unire e possono essere parte integrante del cambiamento. Lo sa bene Massimo ma soprattutto lo sa bene Nadja, che se nella vita fatica a instaurare relazioni con chi ha intorno, su Flamestar mette in atto una vera e propria rivoluzione. I social quindi non sono solo strumento per eclissarsi dalla realtà – come alcuni continuano ad affermare – ma hanno la forza per plasmare la realtà attraverso il loro mondo virtuale. E in questo modo finalmente il personaggio di Nadja assume anche il ruolo che meritava fin dall’inizio, dopo una stagione nella quale se ne percepivano le potenzialità ma continuava a non uscire fuori completamente.

Un finale dolceamaro

Il finale della seconda stagione di Diavoli è un po’ agrodolce, proprio come può essere il finale di qualcosa che non ha intenzione di essere davvero conclusa. Per una famiglia che si costruisce ce n’è un’altra che è irrimediabilmente rotta, con due abbracci dolceamari che si sovrappongono e si fondono in maniera quasi perfetta. Per ogni giovane investitore che fa la sua parte in un mondo finanziario più democratico, c’è un ricco banchiere che perde dei soldi e che non può permettere che accada. E allora forse quella che è giunta al termine non era la guerra, ma solo una battaglia. E noi siamo già pronti per la prossima.

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