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Chi era Richard Kuklinski, serial killer mafioso in Criminal Minds

C’è un episodio di Criminal Minds, dal titolo Natural Born Killer, in cui il serial killer è un assassino atipico, perché uccide per conto della mafia.

Questa figura su cui indaga la squadra è ispirata alla vita e alle gesta di Richard Leonard Kuklinski, soprannominato “L’uomo di ghiaccio” e sicario della mafia.

Richard nasce l’11 aprile 1935 a Jersey City, una delle roccaforti della comunità italo-americana sulle rive del fiume Hudson e così vicina a New York da essere considerata parte di quell’area metropolitana

I suoi genitori sono Stanley Kuklinski e Anna McNally e, come in molti altri casi relativi ai serial killer, trattano molto male sia lui che i tre fratelli. Abusi sia fisici che verbali sembrano un trait d’union che accomuna quasi tutti gli assassini seriali. Solo che, questa volta, le cose si spingono ben oltre a questi scenari già di per sé avvilenti, infatti nel 1940 Stanley picchia a morte Florian, il figlio più grande di soli 8 anni. In seguito a questo evento drammatico, l’uomo lascia la casa e la famiglia, gestita da Anna, continua a esistere in un clima di continue percosse.

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Tutto questo crea un bambino arrabbiato, frustrato, che sfoga la propria furia sugli animali, specialmente cani e gatti randagi che sevizia e tortura (altro elemento comune a moltissimi altri serial killer).

Come il padre, anche Richard non conosce limiti e nel 1948, a soli tredici anni, decide di vendicarsi di un bulletto di quartiere, Charley Lane, che lo aveva preso di mira. Lo picchia a morte, gli mutila le dita delle mani ed estrae i denti per impedire l’identificazione, poi nasconde il cadavere e se la prende con il resto della banda, picchiando tutti con un bastone di ferro.

È l’inizio, molto precoce, di una “carriera” efferata nel crimine.

Diventa il capo di una banda che compie furti e razzie nei negozi del quartiere.

Come mostrato in Criminal Minds, la svolta per Richard è legata alla conoscenza con un esponente mafioso della famiglia De Cavalcante, un certo Carmine Genovese. Ne diventa il braccio destro, agendo come sicario per suo conto.Presto si crea una leggenda: pare che Richard, appena trentenne, abbia già ucciso più di sessanta persone.

Richard è un sicario dannatamente in gamba, al punto che il suo nome passa ben presto di bocca in bocca e molte famiglie mafiose richiedono i suoi servizi che, spesso, lo portano a viaggiare all’estero.

Come ogni serial killer che si rispetti, anche lui ha un suo metodo: stordisce le vittime, le immobilizza in un posto isolato, preferibilmente infestato da ratti, accende una videocamera e riprende come la persona viene lentamente divorata viva. La cassetta, poi, viene recapitata al mandante dell’omicidio come assicurazione dell’impresa compiuta.

Altissimo e massiccio, è in grado di maneggiare qualsiasi arma, ma ha una vera e propria predilezione per i coltelli, che ritiene un’arma “intima”. Inventa inoltre una miscela di cianuro capace di uccidere nel giro di cinque secondi e che non viene rintracciata nel corso di un’autopsia.

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La lista delle sue vittime è tragicamente lunga, così lunga che non si sa, con precisione, quante persone abbia ucciso. Quello che colpisce di lui è che, al contrario di molti sicari mafiosi, Richard ama davvero molto uccidere, lavora a nuove tecniche per portare a termine le proprie azioni, gode nel porre fine a una vita.

Anche lui, comunque, si attiene a un codice d’onore: non tocca donne e bambini, anzi, colpisce chi fa loro del male e viene da chiedersi quanto, nella sua mente sconvolta, abbiano influito le azioni violente dei genitori sia nei suoi confronti che in quelli dei fratelli.

Nel frattempo, riesce a farsi una famiglia: sposa l’italo-americana Barbara Pedrici e ha tre bambini. È un padre amorevole, gentile e premuroso, in totale contrasto con il suo lavoro. Non è però perfetto, perché quella rabbia che gli è sempre ribollita dentro, a volte, emerge anche in casa, soprattutto nei confronti della moglie che vive per anni terrorizzata da un uomo che aveva due facce: una gentile e una malvagia. Inoltre, ha una seria dipendenza dal gioco d’azzardo e perde moltissimi soldi al tavolo da gioco.

La polizia lo arresta vicino a casa il 17 dicembre 1987 grazie a un poliziotto infiltrato nell’associazione mafiosa, Dominick Polifrone.

https://youtu.be/toTW2bYwUtk?t=3117
Dalla serie “America Undercover”

Dato che non ci sono testimoni degli omicidi, gli viene risparmiata la pena capitale, ma riceve sei ergastoli. Le sue vittime sono circa duecento.

Finisce nel carcere di New Jersey dove, curiosamente, si trova già il fratello Joseph Michael, colpevole di aver stuprato e ucciso una bambina. La violenza e il crimine erano quindi insite nel DNA della famiglia Kuklinski.

In carcere è un detenuto tranquillo e rilascia diverse interviste nelle quali confessa moltissimi altri omicidi: si parla di circa duecentocinquanta persone, ma, con ogni probabilità, non si saprà mai il numero definitivo.

Richard muore il 5 marzo 2006 in circostanze poco chiare. Da un po’ ricoverato all’ospedale di Trenton, soffriva di problemi di pressione e dava segni di demenza e perdita della memoria, sbalzi d’umore e instabilità generale.

Lui ha sempre sostenuto che qualcuno stesse tentando di avvelenarlo lentamente e, considerato il suo ruolo di sicario e la sua disponibilità a rilasciare interviste, questa ipotesi non è del tutto da escludere.

Sicario della mafia, violento e sadico, in Criminal Minds viene catturato e anche nella vita reale finisce i suoi giorni dietro le sbarre.

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