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William Heirens, il macabro killer del rossetto che ha ispirato un episodio di Criminal Minds

Nel ventiduesimo episodio della quarta stagione di Criminal Minds c’è un serial killer che uccide e lascia messaggi scritti in colore rosso. “Help me” scrive e la squadra deve indagare per rintracciare il pericoloso omicida.

Questa figura è ispirata alla vita e alle azioni di William Heirens, conosciuto come il killer del rossetto.

William George Heirens nasce il 15 novembre 1928 a Evanston, una cittadina a nord di Chicago e cresce poco distante, a Lincolnwood. Fin da piccolissimo ha un rapporto difficile con la sfera sessuale per colpa principalmente della madre, che vede il sesso come una cosa indecente da reprimere. I guai con la giustizia iniziano altrettanto presto, a 13 anni viene arrestato per porto illegale di arma da fuoco e si scopre che il ragazzino ha in casa diverse pistole. Finisce per un po’ in riformatorio, ma il soggiorno non ha alcun effetto su di lui, che viene arrestato ancora una volta per furto. Viene costretto a frequentare la St. Beda Academy, gestita da monaci benedettini. Qui si dimostra un buono studente, tanto che, una volta rilasciato, riesce a essere ammesso alla facoltà di Elettrotecnica della University of Chicago.

Apparentemente, la sua vita sembra indirizzata su binari sicuri, ma la verità è ben diversa.

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Intorno al 1945 iniziano i primi omicidi: Josephine Ross, poi Frances Brown. Due quarantenni divorziate che abitavano sole. Entrambe pugnalate, entrambe non derubate. Nell’appartamento della Brown c’è un messaggio scritto con un rossetto rosso:

Per amor di Dio fermatemi prima che possa uccidere ancora. Non posso controllarmi.

Tocca poi a Susanne Degnan, una bambina di 6 anni che scompare nel nulla nei primi giorni del 1946. La piccolina viene rapita e i genitori ricevono una richiesta di riscatto pari a 20.000 dollari. Nonostante il rapitore si metta più volte in contatto con la famiglia della ragazza, le indagini non portano a nulla.

Il cadavere smembrato della bambina viene ritrovato nelle caditoie di alcune strade a poca distanza dalla casa della famiglia Degnan.

Questo delitto, ovviamente, scatena il panico e la polizia conduce indagini a tappeto in tutta la città, sottoponendo più di 170 persone al test del poligrafo.

In un primo tempo vengono arrestati due sospetti, Hector Verbourgh e Sidney Sherman, ma entrambi sono innocenti (il primo ottiene anche un cospicuo risarcimento). Ci furono poi altri mitomani che rivendicarono l’omicidio della piccola Susanne, ma nessuna pista concreta.

Tornando al serial killer che ha ispirato un intenso episodio di Criminal Minds, il 26 giugno del 1946 William viene arrestato in flagrante per tentato furto e violazione di domicilio. La polizia lo interroga con metodi brutali (botte e minacce) e lui confessa l’omicidio di Susanne. Per quattro giorni non può vedere i genitori o chiedere l’intervento di un avvocato. Non solo, due psichiatri gli somministrano senza prescrizione (e senza il consenso dei familiari) dosi massicce di un noto barbiturico.

In questa situazione di stress estremo confessa di soffrire di bipolarismo e che ha un alter ego, George Murman. Ed è proprio questo che ha commesso i delitti.

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Dopo suddetta indagine discutibile, il ragazzo, ancora minorenne, viene trasferito nel reparto ospedaliero della Cook Country Jail.

Ma William Heirens è una vittima?

No, perché le svariate impronte lasciate sulla scena del crimine lo incastrano. Inoltre c’è un testimone oculare che lo descrive in maniera del tutto dettagliata.

Per evitare la pena di morte, William redige una piena confessione scritta.

Riceve tre ergastoli per le tre vittime e trascorre 65 anni nel Dixon Correctional Centre di Dixon. In carcere ritira la confessione e dichiara di essere parte lesa dei metodi brutali della polizia che gli aveva estorto una confessione che non intendeva davvero rilasciare.

Muore il 5 marzo 2012 per complicazioni renali.

In Criminal Minds i messaggi del serial killer sono in ultima analisi una richiesta di aiuto, mentre William Heirens verrà ricordato come il killer del rossetto.

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