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Mike Ehrmantraut merita un abbraccio

Se non avete visto Breaking Bad e Better Call Saul, potrebbe suonarvi particolare un titolo del genere. Eppure un abbraccio per Mike Ehrmantraut sarebbe qualcosa di dovuto. Ovviamente per evitare spoiler sulle serie sopracitate vi consigliamo di fermarvi qua.

Il personaggio di Mike ci viene presentato in Breaking Bad come un sicario che aiuta Jesse a sbarazzarsi del corpo di Jane. Scopriamo che lavora per Gus Fring e ha forti contatti con Saul Goodman, ma per molti episodi rimane solamente quello: il sicario.

Ehrmantraut

La svolta principale nel personaggio di Mike arriva quando iniziamo a conoscere la sua famiglia, composta dalla nuora e dalla nipotina Kaylee. L’uomo silenzioso e freddo ha un cuore. E non è quel personaggio che usa la famiglia come una seconda vita nella quale nascondersi: il vero Mike è quello! È il suocero, il nonno. Ma il figlio?

Il figlio di Mike non appare mai in Breaking Bad, e tramite Better Call Saul ne scopriamo il motivo. I due lavoravano come poliziotti in un distretto corrotto. Corruzione della quale faceva parte Mike ma non suo figlio, il quale viene ucciso da due poliziotti quando scopre del giro di soldi nel distretto. Mike, per vendicarlo, ucciderà i due poliziotti e lascerà il lavoro, scatenando una serie di dinamiche che lo porteranno a diventare sicario.

E parlandone così, per quanto la vendetta del figlio abbia un onore di fondo, sembra un personaggio completamente negativo. Però come detto prima il vero Mike è quello che Breaking Bad ci mostra di meno.
Col tempo e col passare delle stagioni della serie madre vediamo un’apertura dell’uomo con Jesse, ne diventa quasi una figura paterna anche se molto distaccata.

E questo crea il primo di tantissimi parallelismi tra lui e Walt (che li ha uniti fino alla fine come leggete qui). Perché se da una parte abbiamo White che afferma di agire per la famiglia, nonostante alla fine confessa di agire per gusto personale, Mike svolge il ruolo opposto. Il freddo sicario, distaccato dal mondo e da ogni sentimento, lavora per Gus solo per poter lasciare in eredità alla nuora e alla nipote quanti più soldi possibili.

Breaking Bad

In un universo narrativo dove quasi chiunque ha una parabola di carattere che scende fino a renderlo marcio e tossico, Mike sembra la voce fuori dal coro. L’unico che non vuole arricchirsi, né prova gioia nell’ipotesi. Eppure si trova in un limbo. Troppo buono per non voler continuare la collaborazione con Walt e Jesse, ma con troppo sangue sulle mani per uscirne senza conseguenze.

Gli unici momenti di conforto della sua vita sono le profonde chiacchierate con la nuora e i lunghi abbracci di Kaylee, con la quale instaura un rapporto strettissimo rivedendo nella nipotina la figura del proprio “bambino”.

E se Breaking Bad ci mostra solo raramente tratti della sua personalità, Better Call Saul la sviscera in modo impressionante.

Jonathan Banks interpreta sin dall’inizio un personaggio distrutto e complesso, che dopo anni ancora non ha superato la morte del figlio e si tiene dentro qualsiasi tipo di emozione.

Mike ogni giorno si sveglia, lavora per uno spacciatore di scala nazionale, uccide persone, si libera di corpi, rapisce gente, la interroga. È un uomo la cui vita è un macigno assurdo, ma che non condivide mai con nessuno. Si spacca la schiena e l’animo per creare un futuro migliore per la sua famiglia, e non si aspetta alcun tornaconto personale.

Perché dalla morte del figlio ha capito come la corruzione rovini i puri anche se si rifiutano di entrarvi. Ed è per questo che fa tutto all’insaputa della nuora. Eppure è un uomo fondamentalmente buono, che cerca di uscire dal giro dopo la morte di Gus, che è disposto a non vedere più la sua famiglia pur di salvarla dal mondo in cui ha vissuto.

E pur vivendo entrambe le vite circondato da persone, è completamente solo. Solo nei suoi pensieri. Solo nei suoi dilemmi etici e morali. Solo nel suo lutto e nei suoi pianti.

Mike

Mike Ehrmantraut merita un abbraccio che probabilmente proverebbe a rifiutare. Perché avrebbe paura di creare altri legami e mettere in pericolo altre persone. Perché ha dato fiducia e ha dovuto poi togliere la vita a quelli a cui l’ha data.

Mike Ehrmantraut merita un abbraccio perché lo aiuterebbe a sfogarsi. Perché in un momento di debolezza potrebbe finalmente lasciarsi andare alle emozioni. Potrebbe far scorrere via tutto lo stress accumulato durante la vita.

Mike Ehrmantraut merita un abbraccio fino alla fine.

Quando cerca di fuggire dal mondo che lo ha distrutto, e il massimo esponente di quel mondo lo uccide. Poetico. Seduto su una roccia, con un proiettile in pancia, a chiedere silenzio in modo rude per non dimostrarsi debole di fronte alla vita che ha sempre cercato di distruggerlo. Rifiuta le scuse di Walt perché non sincere, perché vede in lui tutto ciò di negativo che quel mondo ha creato. E in pochi secondi rivive la sua vita davanti ai suoi occhi, silenzioso e impassibile come solo il miglior sicario poteva fare. E così come ci era stato presentato, se ne va: muto ed efficiente. Muore lì, e la conseguenza è una sola.

Mike Ehrmantraut merita un abbraccio, ma non può più averlo.

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