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Squid Game diventa “La Corsa della Vita”, un assurdo spin-off di Occhi Del Cuore

Politicamente Scorretto Alert: l’articolo in questione è liberamentte ispirato da Boris, Squid Game e alte serie sconosciute al palinsesto televisivo italiano, da cui possiamo attingere liberamente senza che vengano ad accusarci di plagio (forse). Ma Boris è in ogni caso la serie preponderante.

Occhi del Cuore è ormai diventata una serie di culto, dopo anni dalla messa in onda della serie madre sono tantissime le persone che la ricordano per la sua trama avvincente e per i personaggi affascinanti. O almeno quelle sopravvissute dopo la pensione e quelle senza Alzheimer. La richiesta di portare Occhi del Cuore nuovamente in produzione era insistente ma le nuove generazioni di anziani volevano più azione, in più dopo i due anni di pandemia la gente era turbata dagli ospedali e dalle malattie, aveva bisogno di aria nuova.

Fu così che il telefono di Renè Ferretti squillò nuovamente, il futuro riservava grandi cose per lui e la sua fedele troupe.

*Dissolvenza dello schermo, con luce bianca particolarmente abbagliante volta a trasportare lo spettatore direttamente dalla stanza con acquario di Renè Ferretti, al corridoio buio di Villa Orchidea, dove un disperato Dottor Giorgio caduto in bassa fortuna sta per compiere un gesto estremo*

Il Dottor Giorgio di Occhi del Cuore non poteva credere di essere arrivato così in basso, dopo tanto tempo sentiva nuovamente l’Africa, ma questa volta non per lo scrosciare del fiume Ngube ma per la povertà che lo assaliva.

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Boris, Boris

Aveva deciso di tornare nei corridoi abbandonati di quella struttura ospedaliera per mettere fine alla sua esistenza. Qualche giorno prima per potersi permettere un po’ di caviale aveva dovuto addirittura rivendere una delle sue cuffiette firmate. Non poteva sopporate una vita da italiano medio con reddito di cittadinanza, questo per lui era decisamente troppo.

Ma proprio quando era pronto a compiere il gesto estremo una mano calda gli afferrò la spalla e lo fermò. Quell’essere sconosciuto doveva essere sicuramente un angelo giunto dal cielo per salvarlo dal suo destino infausto, e convincere il Parlamento a firmare una legge che garantisse ai medici caduti in bassa fortuna il loro personale bonus champagne e il bonus quaglie in occasione della Festa del Grazie.

Nell’aria si sentiva l’atmosfera tipica del Paradiso, tralasciando la puzza di piscio che proveniva dalle pareti su cui c’erano più malattie sessualmente trasmissibili di quelle attualmente conosciute dal sistema medico sanitario.

Ad accompagnare l’entrata in scena dell’angelico personaggio c’era una fotografia raffinata, composta da sapienti aperture e difficili smarmellamenti che solo i tecnici del mestiere riescono a comprendere, e potrei essere più tecnica se solo mi pagassero quei dannati straordinari di aprile (ah, questo non lo posso mettere?! Va bene, dove ero arrivata?).

*Sceneggiatrice di Hall of Series cerca su Google: Serie Coreane con dottori drogati*

La persona che il Dottor Giorgio si ritrovò di fronte era tutto tranne che angelica, sembrava appena uscita da una sessione di briscola clandestina con la famiglia Corleone. Ma aveva comunque salvato la sua vita, quindi perché mai non fidarsi.

Il losco figuro vestito in un sobrio Versace ammaliò il dottor Giorgio, il quale stava già ripensando ai tempi d’oro in cui personggi di questo calibro frequentavano il suo ospedale pronti a minacciarlo se non avesse fatto quella sutura piuttosto sospetta, a un soggetto piuttostto sospetto, coperto di sangue ancor più sospetto.

In ogni caso, il personaggio guardò negli occhi il dottore ormai ridotto allo stremo e gli propose una scommessa: avrebbero giocato a Sasso, Carta, Forbice e il vincitore al meglio di tre avrebbe vinto 50 euro. Il dottor Giorgio non sapeva resistere a una scommessa, dopo anni passati con il bisturi tra le mani sapeva come gestire queste situazioni, e le mani di un chirurgo non può batterle neanche un potenziale malavitoso con i vestiti firmati. Perdere significava semplicemente prendere uno schiaffo in faccia, l’unico risvolto negativo, quindi, era solo la scocciatura di avere Stannis La Rochelle alle calcagna con la richiesta di una controfigura per la scena.

Ecco perché il dottor Giorgio vinse tutti i round del gioco e neanche uno schiaffone volò nell’aria.

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Boris

[Intermezzo pubblicitario con televendita di Materassi e incredibili aggeggi elettronici che ti regalano gli addominali stando comodamente seduti sul proprio divano].

Prima di andare via il personaggio misterioso lasciò al dottore un bigliettino. Il dottor Giorgio pensò immediatamente che si trattasse del bigliettino da visita di una clinica veterinaria, in cui i malavitosi erano intenzionati ad assumere un dottore che lavorasse illegalmente per loro, curandoli all’occorrenza quando le cose si mettevano male, o quando uno stagista inciampava nell’acido per la troppa distrazione nel portare i caffè.

L’eccitazione per questo nuovo sbocco lavorativo portò il Dottor Giorgio a chiamare immediatamente il numero segnato sul bigliettino in questione, sul quale erano disegnati anche i simboli della PlayStation (era chiaro che durante i coffee break i finti veterinari potessero anche giocare a Fortnite sulla Play, che meraviglia). Ma a rispondere fu una strana voce metallica.

Vuole partecipare al gioco? Se desidera partecipare, dichiari nome e data di nascita.

Il dottore lasciò i suoi recapiti e seguì le istruzioni fornitegli da quella rassicurante voce robotica. Sentiva già la ricchezza scorrergli nuovamente nelle vene, più copiosa dell’acqua fresca e non potabile nel fiume Ngube.

*Ulteriore schermata bianca per dividere le due scene girate in momenti diversi e tagliate alla meno peggio dalla sceneggiatrice impegnata a pensare quanto sarebbe bello avere altri due sceneggiattor* al fianco con cui condividere produttive gite in barca*

Quella sera, davanti al derelito di Villa Orchidea, una lussuosa limousine si fermò proprio davanti allo svolazzare alticcio del camice bianco del dottor Giorgio sul marciapiede. Questo salì in macchina lamentandosi del ritardo del conducente, ma non fece neanche in tempo a finire la prima lamentela che il gas fece il suo effetto e il dottore calò in un sonno più profondo di quello indotto dai suoi anestesisti.

Quando si risvegliò gli sembrava di essere in uno dei suoi peggiori incubi: un dormitorio con letti a castello.

Boris

Fu solo allora che comprese in che guaio si era cacciato, i maledetti gli avevano anche tolto il suo prezioso camice e lo avevano vestito con una tutina verde che lo faceva sembrare addirittura un infermiere. Doveva scappare da quel luogo di tortura e doveva farlo il prima possibile, ma prima che potesse fare una qualsiasi mossa avventata, le porte si aprirono e fecero il loro ingresso una schiera di persone vestite con delle tutine da ostetrica e delle maschere con i simboli della PlayStation.

Tutto questo non poteva essere reale, doveva trovare un modo di scappare e doveva farlo subito, prima che i suoi compagni di avventura credessero davvero che lui fosse un infermiere. Non aveva neanche notato che sulla sua tuta fosse impresso il numero 118.

Leggere quel numero fece affiorare una serie di ricordi dolorosi, che annebbiarono la sua mente. Centodigiotttto, chiamate un po’ il centodigiottoooo. Urla di gente disperata tra i corridoi del pronto soccorso, flebo piene di cortisone piantante a ca**o di cane nelle vene delle persone senza interrogarsi minimamente sulle patologie della persona in questione, e sulla presenza o meno di diabete. Cosa non si fa per salvare una vita.

Ma furono proprio quelle visioni che, dopo avergli causato uno svenimento, gli fecero realizzare quanto in realtà lui fosse un eroe, e che qualsiasi cosa le ostetriche e gli ostetrici avessero in mente, lui era pronto ad affrontarla.

Valicò la soglia di quella porta insieme ai suoi compagni di viaggio in tutine verdi, e si ritrovò in un cortile enorme. Al centro del cortile sostava un personaggio spaventoso, visibilmente armato e visibilmente malintenzionato: un vigile urbano dotato di paletta e block notes per le multe. I concorrenti capirono subito il gioco al massacro, avrebbero dovuto trovare la macchina più vicina, guidarla senza tamponare nessuno e trovare un parcheggio legale prima degli altri. I più lenti sarebbero stati costretti al parcheggio doppia fila, che li avrebbe condannati sicuramente a una salatissima multa non contestabile.

Il dottor Giorgio era pronto, dopo anni di parcheggi riservati in Clinica sapeva come risolvere la questione. Così al segnale apposito corse verso la macchina più vicina e la mise in moto come fosse la sua vecchia Ferrari. Ma in tutto questo c’era qualcosa che non andava, nella macchina si sentiva un odore che gli ricordava qualcosa, qualcuno.

Certo, come aveva fatto a non capirlo prima, dietro quel gioco al massacro poteva esserci una sola persona: Il Conte.

*Cliffhanger e titoli di coda, con dedica particolare al pesce che ha ispirato il regista per questo nuovo capolavoro della mediocrità. Benvenuta nuova Boris*

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