Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » Boris » Aridatece Boris, il neorealismo e l’amarezza

Aridatece Boris, il neorealismo e l’amarezza

Boris è l’ultimo baluardo del vero neorealismo italiano, che racconta l’Italia quella vera, del proletariato e delle famiglie bene, degli arrampicatori sociali, dei soprusi e delle porte in faccia.

Tutti, nel loro piccolo, chi più e chi meno vivono sul bistrattare il sottoposto: dall’esempio più lampante, Biascica con ‘o Schiavo (Lorenzo), a quello più sottile di Arianna e Alessandro. È su questi ingranaggi che si muove il set di Occhi del Cuore. Proprio grazie a questo Boris riesce a rappresentare perfettamente la società di tutti i giorni.

biascica boris

Prendiamo l’esempio di Biascica: per lui il suo schiavo è fondamentale. Tutti abbiamo, o vorremmo, un Lorenzo nella nostra vita, il nostro sacco da boxe. Ecco, Biascica svuota tutti i suoi istinti più primordiali e le sue insoddisfazioni su Lorenzo, cosa che, se potessimo, faremmo anche noi. Diciamola tutta, l’ultimo anello della catena alimentare ci sta discretamente sul c**zo; se non servisse per acquistare un po’ di autostima, potremmo benissimo liberarcene e fare un favore a tutti. Biascica senza Lorenzo è solo un uomo tristemente mediocre e frustrato; grazie a lui, invece, riesce a trovare la forza per andare avanti ogni giorno: c’è qualcuno peggio di lui e se ne compiace. Tutti noi siamo Biascica e contemporaneamente Biascica rappresenta tutti noi.

Il sopraffare il nostro prossimo è l’istinto più animalesco e primordiale che possediamo. Nonostante i tentativi di repressione è lì, a covare dentro di noi. Boris ha la forza e il coraggio di mettere in scena quest’istinto in tutte le sue sfaccettature, addolcendolo con comicità. Sì, perché alla fine guardando Boris si ride, e anche molto, ma dopo un po’ la risata si storce e diventa un ghigno, un sorriso amaro: l’ironia ariostesca nella sua forma più moderna e più pura. Boris riesce a disegnare uno spaccato sociale non indifferente, quello del ceto medio, e lo fa con un occhio cinico e attento a ogni minimo dettaglio: ed è questo a renderla la Serie italiana meno italiana (semicit.) che sia stata mai prodotta.

Boris, una delle serie tv meno italiane di sempre

Oltre a questo, ogni personaggio risponde perfettamente a una categoria umana ben precisa. Abbiamo – giusto per citare qualche nome – Stanis, il maschio Alfa; René, il disilluso; Itala, la cinquantenne alcolista che rimpiange la sua gioventù; Biascica, il simbolo del vero proletariato romano, cresciuto a pane e Francesco Totti; poi c’è Arianna, la matriarca. Ultimo, ma non per importanza, Alessandro. Lui è il giovane sognatore che ancora non ha capito che questa vita non gli regalerà altro che insoddisfazione e che avrebbe fatto meglio a seguire il consiglio della madre che voleva iscriverlo a economia.

Alessandro è il vero protagonista di Boris. Con la sua spoglia personalità, ci racconta perfettamente la generazione posta a cavallo tra gli ’80 e i ’90, quella che subisce le scelte pessime della generazione precedente ma che non riesce a stare al passo con la nuova.
Lo stagista più amato della Tv vive un’esistenza in stallo, tra stanze in affitto, cibi in scatola del discount e una marea di desideri irrealizzabili. Corre continuamente annaspando verso una meta che effettivamente non esiste; si trova catapultato in un mondo e in una serie di ruoli che in fin dei conti sono tutto e sono niente. E così acchiappa quel che può, vivendo nell’ideale del giovane artista squattrinato.

Boris

È bello riempire le proprie giornate con parole vivaci sul cinema, la musica, le sette arti liberali, la grammatica e la retorica, ma di tutti questi sogni cosa resta? Un mucchietto di polvere sparso sul pavimento. Un mucchietto di velleità che alla lunga, tristemente, ti rende allergico e insofferente.

 “Le velleità ti aiutano a dormire quando i soldi sono troppi o troppo pochi e non sei davvero ricco, né povero davvero, nel posto letto che non paghi per intero.” (Velleità, I cani)

Leggi anche – Perché ci scordiamo sempre di Boris?