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Come ti convinco a guardare Billions?

Il compito che mi è stato assegnato oggi è quello di convincerti, o lettore, a interrompere la tua routine quotidiana per lanciarti in un improbabile binge watching e recuperare tutti gli episodi di Billions. Inizialmente lanciata come “l’House of Cards del mondo della finanza”, Billions è invece un prodotto con una propria personalità ben definita, perfettamente in grado di catturare lo spettatore e farlo appassionare alle sue vicende. Quindi, come direbbe Barney Stinson: «Challenge accepted!».

Iniziamo con ordine: Billions è una Serie che va in onda dal 2016, ed è giunta alla terza stagione (in uscita nella primavera 2018). Nel suo breve periodo di vita, grazie a un pubblico appassionato e ad ascolti sempre in crescita, si è imposta come uno dei prodotti di punta di Showtime. Sfruttando le possibilità offerte dal contesto dell’alta finanza americana gli showrunner mettono in scena lo scontro fra un procuratore distrettuale affamato di successo, il Chuck Rhoades interpretato da Paul Giamatti (che in questo articolo trovate in una classifica molto particolare), e un ricchissimo self-made man che ha costruito la sua fortuna in modi più o meno leciti, il Bobby Axelrod di Damian Lewis.

La struttura della trama è paragonabile a una partita di scacchi. Vi sono infatti due schieramenti: da un lato quello del “re nero” Bobby Axelrod supportato dalla moglie/regina Lara (Malin Akerman) e dal suo folle braccio destro/alfiere Wags (David Costabile). Dall’altro quello del “re bianco” Chuck Rhoades, affiancato dalla moglie, e psicologa presso l’azienda di Axelrod, Wendi (Maggie Siff) e dal fido collaboratore Bryan Connerty (Toby Leonard Moore). Sulla base di questo trittico oppositivo si sviluppa una vicenda fatta di mosse e contromosse, sullo scacchiere rappresentato dal mondo della finanza, nel quale spesso è difficile comprendere se i “pedoni”/comprimari presentati nella vicenda facciano parte dello schieramento bianco o di quello nero.

Billions

A livello di svolgimento della tramaBillions opta spesso per scelte spettacolari e, il più delle volte, esagerate, portando ad un annullamento della sospensione di incredulità (un esempio sono gli episodi in cui Axelrod sfrutta in modo eccessivamente caricaturale la sua ricchezza per ottenere i propri scopi). Ad accompagnare le scene più “toste”, poi, troviamo sempre una colonna sonora particolarmente furba che sceglie brani d’impatto che sottolineano adeguatamente l’importanza delle azioni e degli stati d’animo dei personaggi. Nonostante questo la dimensione dell’intreccio economico è forse la meno importante. Pare infatti venire utilizzata più che altro come uno sfondo, piuttosto funzionale bisogna dire, atta a dare risalto a quello che è il vero tema centrale della Serie: l’essere umano con le sue contraddizioni e le sue fragilità (se ne parla anche in questo articolo).

Il lavoro di scrittura degli autori, infatti, tende a un approfondimento psicologico quasi maniacale dei suoi protagonisti, che porta lo spettatore a conoscerne ogni piccola sfumatura del carattere. Emblematica è la scena di apertura dello show, nella quale troviamo i coniugi Rhoades, modello di serietà e self control (come si diceva procuratore lui e psicologa lei) che si dedicano, nell’intimità della camera da letto, a pratiche sessuali BDSM con una certa veemenza. È questa un’apertura che pone da subito le basi di lettura di tutti i personaggi di Billions: quelle che vediamo sono delle maschere legate alla sfera pubblica e nessuno è veramente quello che appare. Un incipit che pare quasi suggerire allo spettatore di non soffermarsi mai superficialmente su quello che viene  mostrato, ma di andare oltre.

Una vicenda così fortemente legata all’approfondimento dei suoi personaggi però non potrebbe mai reggersi in piedi senza interpretazioni di spessore. Ed è proprio sul cast che Billions non delude, scegliendo attori che regalano allo spettatore scene memorabili e interpretazioni superlative. Infatti, se in certi casi la scrittura arranca per l’eccessiva verbosità e complessità di alcuni snodi, i protagonisti rimangono sempre all’altezza delle aspettative contribuendo a rendere credibili situazioni che, in mano ad altri, non avrebbero la stessa efficacia.

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É soprattutto grazie ad i suoi attori principali che Billions vede alzarsi l’asticella qualitativa. Giamatti e Lewis sono i perfetti giocatori di questa partita a scacchi che vede i loro personaggi quasi scambiarsi le maschere di puntata in puntata, indossando una volta l’uno ed una volta l’altro il volto subdolo e meschino dell’affarista/prosecutore senza scrupoli, e quello dell’uomo fiaccato da una lotta apparentemente senza vincitori. Molto ben giocato è poi l’utilizzo dei due nelle poche scene in cui appaiono insieme. In 24 episodi i faccia a faccia tra Axelrod e Rhoades sono pochissimi, cosa che contribuisce a renderli particolarmente intensi. I momenti in cui i due si allontanano dalle proprie fortezze e irrompono in quella altrui per sputare in faccia al “nemico” tutto l’odio che provano sono infatti tra i più alti che le due stagioni sono state in grado di regalare sino a questo momento.

Reggono bene il confronto, sia a livello recitativo che di caratterizzazione del personaggio, le due figure femminili, antitetiche, simbolo di forza e determinazione. Le mogli non sono infatti semplici trofei a supporto dei due contendenti, bensì delle armi a loro disposizione e spesso anche padrone del gioco loro stesse. Il rapporto a quattro tra queste due coppie è un’altra delle cose meglio scritte dello show, con le dinamiche che vedono le loro vicende personali e lavorative incrociarsi, unirsi e scontrarsi alla perfezione.

Ideale tramite tra le due “coppie regnanti” e il mondo dei “pedoni” sono poi i due “alfieri” Wags e Connerty, coloro che eseguono gli ordini e mettono in gioco il volere dei loro superiori. Interessante su questo terzo livello è il conflitto interiore che li porta a mettere in discussione le loro certezze e la causa per la quale “combattono” con tanta veemenza. Anche loro non appaiono come semplici strumenti ma come personaggi complessi e con una propria morale che li porta a scontrarsi con chi dovrebbero sostenere. Un plauso particolare a David Costabile (che io conoscevo solo per il ruolo di Gale in Breaking Bad) il cui personaggio è artefice di momenti molto divertenti (i veri e propri comic-relief della Serie sono suoi), che spesso nascondono una profonda malinconia.

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Quello che è il punto di forza di Billions è probabilmente anche il suo punto debole, in quanto la quasi maniacale caratterizzazione dei sei personaggi principali porta a trascurare i numerosi comprimari, che appaiono il più delle volte come dei semplici mezzi, funzionali al raggiungimento degli scopi dei protagonisti. Una pecca, questa, che pur non compromettendo la buona riuscita e la godibilità del prodotto, non gli permette di ambire a livelli ancora più alti.

Un cast particolarmente riuscito, ricco di ottimi protagonisti, e una trama coinvolgente, sono la ricetta principale di un prodotto televisivo intrigante che fa della scrittura e delle interpretazioni il suo punto di forza. Una messa in scena a metà tra le produzioni più “serie” e quelle di puro intrattenimento, che credo meriti la vostra fiducia. E se alla fine del pilot non rimarrete soddisfatti non penso di potervi rimborsare, ma almeno vi sarete visti un Paul Giamatti in forma straordinaria. Di che vi lamentate?

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