8) Seven
Che assurde e ridicole marionette siamo, sgambettanti su un volgare palcoscenico, ci diletta soltanto ballare, scop*re, senza pensieri, ignorando quello che siamo: niente. Non per questo siamo stati creati.“
Seven
Un David Fincher straordinario, un cast sensazionale, una storia terribile tanto quanto esistenzialista. Eppure, Seven, viene candidato agli Oscar solo nella categoria Miglior Montaggio, non vincendo neanche questo. Un’altra brutta storia dell’Academy, a cui però con il tempo siamo riusciti ad abituarci comprendendo che il premio non fa il film. Né in senso positivo né negativo. Al centro della narrazione stavolta troviamo un thriller in cui un detective e un collega irruento tentano di incastrare un serial killer specializzato nei sette peccati capitali. Ma se pensate, non avendolo visto, che questa sia la solita storia, vi sbagliate di grosso. D’altronde è stato proprio lo script di Seven a convincere Fincher a non lasciare il mondo del cinema, dopo la grossa delusione di Alien 3. In un certo senso, dunque, questo film ha salvato un grande regista, salvando di conseguenza anche noi.
Seven (di cui abbiamo parlato meglio qui) è una pellicola curata in ogni particolare, e questo lo si nota anche dal modo con cui Spacey è stato tenuto nascosto al grande pubblico. Nessuno sapeva che nel film ci fosse anche lui, e il suo nome manca anche nei crediti iniziali. Il motivo è semplice: nascondere a tutti chi fosse il serial killer. Una scelta estremamente interessante e curata che ha dato al film quel tocco sorprendente che nessuno, almeno in quel momento, si aspettava. Ora, data la longevità di Seven, tutti sappiamo della presenza dell’attore pur non avendolo mai visto, ma questo non è un motivo per non recuperare uno degli ABC del genere thriller. E forse, anche uno dei serial killer più importanti e iconici del genere.
Per l’intera durata della pellicola, infatti, John Doe non fa mai del male a nessuno di fronte ai nostri occhi. Nel progetto di Seven credevano fortemente tutti gli attori e il regista, lo facevano talmente tanto da iniziare una protesta nei confronti di chi suggeriva di cambiare il finale. La pena, in tal caso, sarebbe stata l’uscita dalle scene di Brad Pitt. Insomma, la storia di Seven è straordinaria sia fuori che dentro la macchina da presa, e vale la pena guardarla in qualsiasi momento.
