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5 cose che hanno funzionato nel finale di 13 Reasons Why

4) La lotta personale di Clay

clay jensen

Finora Clay Jensen aveva affrontato tutto il dolore rimanendo in silenzio, facendo da scudo ai suoi amici, accumulando sofferenze fino a riempirsi di rancore e rabbia nei confronti del mondo e di sé stesso. Almeno fino all’ultima stagione. Qui abbiamo avuto modo di conoscere un Clay diverso, ormai saturo di menzogne e pressioni, un Clay che ha finalmente guadagnato la sua voce e la cui presa di coscienza è stata gestita molto bene. Tutto il male di cui è stato testimone lo ha portato a soffrire di un disturbo dissociativo di personalità per cui ha rischiato di mettere in pericolo persino le persone a cui teneva di più.

Il Dr. Ellman (un fantastico Gary Sinise) lo ha aiutato nell’analisi di sé, di un sé sopraffatto dall’ipocrisia di chi dice di volere il suo bene e invece non aspetta altro che pugnalarlo. Finalmente dopo quattro stagioni abbiamo avuto modo di conoscere il vero Clay Jensen, un ragazzo disilluso e ormai fin troppo conscio del lato oscuro del mondo in cui vive.

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