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Come può finire You?

La fine, di tutte le cose, fa sempre una gran paura. Sappiamo che prima o poi arriverà, eppure la temiamo fino a quando non giunge. Per noi umani, mortali per definizione, è però anche qualcosa di stranamente confortante per un semplice motivo: ci ricorda che a tutto c’è una conclusione. I finali delle serie tv, in questo senso, sono sempre un salto nel vuoto: alcuni sono dei buchi nell’acqua, altri se la cavano dignitosamente, altri ancora (ben pochi) sono dei capolavori. Ma come si fa a scrivere il finale di una serie tv che doveva concludersi da molto tempo, e che invece è andata avanti trascinandosi all’inverosimile? Se è più facile ipotizzare una degna conclusione per altri prodotti, con la serie tv con protagonista il popolare Penn Badgley è difficile. Noi, ovviamente, ci proviamo lo stesso: qual è il finale ideale di You?

You (640×360)

Quale modo di festeggiare l’arrivo del nuovo anno con una serie tv intrigante e innovativa? Ai tempi del 2018 la piattaforma di Netflix sapeva ancora molto bene come giocarsi le carte migliori ed è riuscita a mettere in alto un colpo da maestro: è stata in grado di far rimanere incollati allo schermo milioni di spettatori che, invece di bearsi della neve nel pieno delle vacanze natalizie, guardava You. E che ci si creda o meno, è difficile catturare a livello quasi patologico un pubblico come quello attuale: diversificato, intelligente e sempre pronto a cercare il pelo nell’uovo. Per questo You è uno di quei prodotti che, prima di tutto, fa una rabbia incredibile: era partito non bene, benissimo.

Netflix, con il sorrisino di chi la sapeva lunga, il 26 dicembre 2018 ci aveva regalato You, serie di genere thriller psicologico con protagonista Penn Badgley, riuscendo in un colpo solo a centrare in pieno tre categorie: il genere thriller, una buonissima scrittura e un protagonista molto, forse fin troppo, popolare. Perché forse proprio l’enorme popolarità del personaggio di Joe poteva dare un’indizio sulla direzione che la serie stava prendendo, inconsapevole o meno.

You è stata fin troppo brava a giocare con il male sempre più da vicino, fino a quando non è troppo. Fino a quando non va più bene.

You (640×360)

You non è l’unica serie ad avere come protagonista uno psicopatico, ma è una di quelle che sembrava aver centrato il punto al meglio: rendere affascinante e per certi versi avvicinabile un personaggio che dovrebbe rappresentare tutto ciò che non funziona nel mondo. Tutto ciò che non vorremmo.

Abbiamo seguito per tre stagioni e mezzo (in attesa della seconda parte della quarta) le vicende di Joe Goldberg, uno dei protagonisti più poliedrici che abbiamo mai visto in televisione: prima proprietario di una libreria a New York, poi dipendente in un negozio New Age a Los Angeles e infine anonimo dipendente di biblioteca nei sobborghi della California, Joe non è un uomo come tanti. E’ complesso, intelligente, pieno di ombre. Cosa più importante, è uno stalker sociopatico irrimediabile. I fan di You sanno bene di cosa sia capace il personaggio interpretato da Penn Badgley, e sanno ancora meglio quando sia difficile prendere posizione davanti ad un protagonista che ha diviso il pubblico come raramente prima. Lo si ama e lo si odia. Si macchia delle peggiori azioni, eppure una parte di pubblico continua a parteggiare per lui. Almeno fino a che You non ha iniziato a trascinarsi da una stagione all’altra, nonostante la serie avesse perso brillantezza, e Netflix avesse perso la capacità di decidere quando è bene terminare uno show.

You (640×360)

E allora, come si termina uno spettacolo del genere? Come si saluta il pubblico, cosa bisogna scrivere per cercare di chiudere un cerchio di queste proporzioni nel miglior modo possibile? La risposta è una sola, e la serie per prima lo sa molto bene: il finale di You non può che riguardare la morte di Joe. Non è importante di quale patologia soffra il personaggio interpretato da Penn Badgley, perché si tratta di un’oscurità troppo profonda da estirpare. L’avevamo già capito grazie agli scorci che ci sono stati forniti sulla sua infanzia, e ci è stato riconfermato durante il corso della terza stagione: Joe non può salvarsi. E’ tutta la vita che scappa da se stesso e non solo continua ad inciampare, ma lo fa nel modo peggiore possibile. Macchiato dalle colpe dei genitori, il nostro protagonista non è riuscito a staccarsi da un male che non ha cercato ne voluto, ma ha accolto a braccia aperte. Ed è diventato un tutt’uno con lui. Lo sa Joe stesso che, con forse l’unico gesto moralmente elevato compiuto da lui in tutta la sua vita, ha scelto di abbandonare il figlio neonato per salvarlo. E da chi altri, se non da se stesso?

In attesa della seconda parte della quarta stagione di You possiamo essere certi solo di una cosa: il finale della serie sarà doloroso, e probabilmente senza vincitori. O almeno così ci auguriamo, perché sarebbe folle regalare un lieto fine ad un personaggio che di lieto ha ben poco. E che si è attirato tutto il male che gli è caduto addosso.

Non importa quanto abbiamo provato ad amarti, Joe Goldberg: se è vero che nessuno si salva da solo, noi avevamo già perso in partenza.

Penn Badgley merita davvero tutte le critiche da attore che riceve?