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Penn Badgley merita davvero tutte le critiche da attore che riceve?

Con l’arrivo della terza stagione di You su Netflix, si è tornato molto a parlare del suo attore protagonista: Penn Badgley. Nonostante abbia ricoperto un discreto numero di ruoli sia nel cinema, sia nella televisione, Badgley è conosciuto perlopiù per aver dato il volto a Dan Humphrey nella serie tv teen drama Gossip Girl (The CW, 2007-2012) e per aver dato le sembianze a Joe Goldberg nella serie Netflix tratta dai libri di Caroline Kepnes. Si tratta di due personaggi diversi tra loro, ma con dei notevoli punti in comune. In un certo senso, Dan Humhprey può essere considerato come un precursore di Joe Goldberg, con la sua personalità complessa e sfaccettata, l’alone di mistero che lo avvolge ogni stagione sempre di più e che scardina la pulita immagine di bravo ragazzo che il fidanzato di Serena Van Der Woodsen aveva mostrato agli inizi. Mentre il protagonista di You è, appunto, uno step oltre, con una personalità ancor più ambigua e tutta la centralità datagli dall’essere voce narrante e fulcro unico delle vicende.

Ma per quanto riguarda l’attore? Penn Badgley è stato in grado di evolversi come i suoi personaggi?

Penn Badgley

Le critiche ricevute sono molte: c’è chi lo considera poco espressivo e incapace di trasmettere il giusto grado di emozioni, chi reputa la sua recitazione scadente o chi proprio non riesce a farsi minimamente piacere il modo in cui Badgley dà vita ai suoi protagonisti. Cerchiamo di analizzare la situazione e capire se l’attore si merita ogni osservazione o se parte del pubblico sia un po’ troppo severa.

Che la recitazione di Penn Badgley in Gossip Girl possa essere considerata acerba è indubbio. Innanzitutto, si tratta di uno dei primi ruoli davvero importanti per l’attore: non è stato un debutto, perché Badgley aveva già preso parte ad alcuni progetti tra cinema e tv prima di allora, però mai in una serie con così tanta risonanza e visibilità. Gossip Girl è diventata col tempo una sorta di serie cult, almeno per quanto riguarda il mondo del teen drama. Il personaggio interpretato da Badgley è proprio uno dei protagonisti. Dan Humphrey non ha incontrato l’apprezzamento di tutto il pubblico, che gli ha preferito altre figure più carismatiche come quella di Chuck Bass, e forse questo ha influito nella considerazione non del tutto lusinghiera che la gente ha espresso per Penn Badgley.

Soprattutto agli inizi della serie, il personaggio di Badgley appare come inconsistente, poco interessante e forse una scrittura un po’ piatta non consente all’attore di mettersi in mostra. Via via, però, con il crescente mistero che lo avvolge, Humphry si rivela un soggetto molto più peculiare del previsto. L’attore è andato di pari passo? La sensazione è che l’interpretazione sarebbe potuta essere migliore. Badgley ha evidenziato degli aspetti della complessità di Dan, eppure forse si sarebbe potuto fare di più. L’idea è quella di un diamante grezzo: ci sono delle potenzialità, ma ancora soffocate e nascoste. In ogni caso, grazie a questo ruolo, Penn Badgley ha ricevuto sei nomination ai Teen Choice Awards – senza però vincere.

Negli anni successivi, Penn Badgley ha lavorato a progetti meno conosciuti ma che hanno cominciato a fargli ricevere alcuni riconoscimenti.

Nel 2011, infatti, l’attore si è misurato con un film thriller drama intitolato Margin Call, per il quale è stato acclamato dalla critica insieme al resto del cast e che lo ha portato a vincere un Robert Altman Award agli Independent Spirit Awards. Nel 2016, è stata la volta di un altro riconoscimento della critica: Best Actor all’Oxford International Film Festival per il suo ruolo nel film indipendente The Paper Store, che lo ha portato anche a ricevere uno Special Jury Mention al Manchester International Film Festival. Non si tratterà di lavori diventati famosi e visti da tutti, però non si può negare che segnino una tappa importante nella crescita e nella carriera di Badgley: per la prima volta viene davvero notato dalla critica e in maniera positiva, qualcosa che non è così scontato accada.

Ma l’attenzione mediatica è tornata a prorompere nella vita di Penn Badgley con l’uscita di You, serie originale Netflix tutt’ora in corso. La prima stagione, uscita nel 2018, ha suscitato curiosità e scalpore per via del punto di vista utilizzato per la narrazione, ovvero quello di uno stalker psicopatico e assassino che è ossessionato da alcune persone e le trasforma in vittime: Joe Goldberg. Nel 2019 e ora nel 2021 sono uscite la seconda e la terza stagione, che hanno permesso di avere una visione più completa sulle capacità attoriali di Badgley. Cosa possiamo osservare a riguardo?

Basandoci ancora sui riconoscimenti ottenuti, possiamo notare che l’attore è stato lodato dal sito IGN che ha commentato la performance come la migliore in assoluto di Badgley, ritenuto capace di rendere alla perfezione nel ruolo dello psicopatico celato dietro un viso da bravo ragazzo. Samantha Highfill di Entertainment Weekly aveva incluso l’attore nella sua previsione dei candidati per la 71esima Primetime Emmy Awards. Infine, Badgley è stato anche nominato ai Saturn Award. La critica non è dunque rimasta indifferente al modo in cui l’attore ha cercato di portare sullo schermo il proprio personaggio.

In ogni caso, nella performance di Penn Badgley ci sono sia cose che funzionano, sia cose che non funzionano.

penn badgley

Un ruolo molto psicologico e introspettivo sembra l’ideale per l’attore. Se si prova ad ascoltare una scena di You a occhi chiusi, difficilmente si potrà negare l’efficace resa di Badgley: l’inflessione della voce è perfetta per la parte, ogni pausa, ogni modulazione del tono sono fatte a puntino e trasmettono tutta l’ambiguità del personaggio. Anche il gioco di sguardi funziona, tant’è che si racconta che al provino l’attore abbia quasi spaventato le persone presenti senza nemmeno aprire bocca, semplicemente guardandole come avrebbe fatto uno stalker al posto suo.

A convincere meno è l’espressività generale. Badgley si cala bene nella parte, il ruolo sembra proprio suo, però mancano quei momenti in cui si rimane di stucco, a bocca aperta, davanti a una scena o un monologo. Il dubbio è che in una parte di questo tipo l’attore riesca compensare con voce e sguardi, ma in altri ruoli? Funziona? Forse serve uno step ulteriore per raggiungere quel grado di versatilità che contraddistingue gli attori migliori, per regalare al pubblico performance che colpiscano davvero nel profondo.

Non siamo dunque al cospetto di uno degli attori più talentuosi del pianeta, ma nemmeno a quello di uno degli attori più scarsi. Alcune critiche sono meritate, altre un po’ troppo generose: se l’interpretazione di Humphry presentava vari limiti, con Joe Goldberg siamo più convinti e, soprattutto, vediamo un miglioramento. Certo, sarebbe utile vedere Penn Badgley alle prese con un ruolo del tutto diverso, smarcato da questi due che presentano svariati punti in comune: ci consentirebbe di fare la prova del nove, di capire davvero quanto l’attore sia versatile ed espressivo. Oppure, se non un cambio totale di rotta, sarebbe interessante vedere un’evoluzione nella quarta stagione di You – già confermata. Le potenzialità ci sono tutte, Badgley è già dentro al personaggio e sembra sentirsi a suo agio, sarà in grado di fare quel passo in più che lo porterà a guadagnarsi il favore di una fetta ancor più ampia di pubblico? Saprà convincere gli scettici? Di certo osserveremo con curiosità tutti i suoi prossimi progetti.

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