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15 considerazioni semiserie sulla quarta stagione di You

Il 9 marzo è sbarcata su Netflix la seconda parte della quarta stagione di You, ed è proprio il caso di dirlo: la serie è davvero riuscita a stupirci. Anche perché è difficile descriverla con un’altra definizione che non sia “un viaggio sulle montagne russe“. Andata in onda a partire dal 2018 e diventata rapidamente un fenomeno internazionale, la serie con protagonista Penn Badgley nei panni dello stalker psicopatico Joe Goldberg ha attirato in poco tempo un nutrito seguito di fan accaniti. E anche un bel po’ di critiche: dall’incapacità secondo molti di non essere stata in grado di chiudere i battenti quando poteva alle accuse di scarsa capacità recitativa rivolte direttamente all’attore protagonista, la serie ne ha visti di alti e bassi. Che piaccia o non piaccia come prodotto, è comunque innegabile che You abbia segnato la storia della televisione recente. Sarà per le sue caratteristiche particolari, sarà per la capacità non da poco di raccontare il crime da un punto di vista completamente diverso, sarà per la riscoperta di un attore che si pensava avesse chiuso con la serialità; o ancora per il suo pizzico innegabilmente trash (che non basta mai e che raccoglie sempre più consensi piuttosto che critiche). La serie funziona e non funziona, con i suoi pro e i suoi contro; per questo 15 considerazioni semiserie sulla quarta stagione di You non fanno mai male. Un po’ per ridere e un po’ per riflettere.

You
You, quarta stagione (640×360)

Attenzione: non proseguite con la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla quarta stagione di You.

  1. Le catastrofi seguono Joe Goldberg esattamente come il trash si accompagna a Canale 5: inevitabili, distruttive e quasi sempre aspettate. Non importa in quale luogo si trovi il protagonista di You, fosse anche una landa desolata in mezzo alla savana. Se Joe si azzarda a mettere piede fuori di casa, ecco che un meteorite di scandali è pronto a colpirlo immediatamente.
  2. Chi pensava che gli americani non facessero proprio una gran bella figura nel corso della serie si è dovuto necessariamente ricredere. La quarta stagione di You è british quanto lo era Tony Effe ai tempi della Dark Polo Gang e soprattutto non fa mistero nel prendere in giro dall’inizio alla fine gli abitanti di Londra. Nel peggior modo possibile: sono tutti macchiette, dal primo all’ultimo.
  3. Ci sentiamo di chiedere scusa a tutti i fan di Kate quando affermiamo che la protagonista femminile di questa stagione non regge alcun confronto con quelle precedenti. Kate impallidisce se paragonata a Beck, e soprattutto a Love Quinn. Per carità, saranno state l’una infame e l’altra sociopatica, ma almeno colpivano nel segno.
  4. La polizia come al solito non esiste. O se esiste, è impegnata in altro. Sono quattro stagioni che ci chiediamo come Joe riesca a mettere in piedi i peggio piani machiavellici senza che nessuno si accorga di nulla. E abbiamo anche il coraggio di criticare la giustizia italiana.
  5. Tre parole: sospensione dell’incredulità. Ormai la serie non tenta più di fare un patto narrativo con gli spettatori, pretende proprio un salto nel vuoto con tanto di benda sugli occhi.
  6. Seguendo questo ragionamento, nessuno riuscirebbe altrimenti a capire come un personaggio talmente shady come Joe Goldberg sia riuscito a diventare professore universitario di un certo livello senza battere ciglio. Un controllo delle credenziali? No?
  7. E’ vero che la quarta stagione di You è riuscita a rialzare parzialmente il livello generale della serie (che con la prima parte dell’ultima stagione stava procedendo alla sua caduta libera). E’ impossibile da negare: un balzo di qualità c’è stato.
  8. Da grande fan di Downton Abbey ho fatto davvero fatica a vedere Ed Speleers in vesti diverse da quelle di cameriere del conte. In ogni scena che lo vedeva protagonista quasi mi aspettavo che iniziasse a inchinarsi con tanto di guanti bianchi.
Joe Goldberg (640×360)

9. Per questa serie non vale più il detto “l’abito non fa il monaco”. Se ancora nelle prime stagione potevamo farci ingannare adesso non funziona più: con quello sguardo spiritato e quei capelli da matto, Joe Goldberg sarebbe obbligato a stare ad almeno trecento metri dalla mia abitazione.

10. Nella Londra di You splende un sole che nemmeno a Sorrento il 15 luglio. Gli inglesi dissentirebbero.

11. Il colpo di scena che vede Rhys come nient’altro che una proiezione della mente malata di Joe è molto, molto ben costruito. Qualcuno ci era già arrivato (potete verificarlo nei meandri di internet), ma per la maggior parte degli spettatori è stato un vero colpo allo stomaco. E’ ora che la psiche del nostro protagonista si prenda una doverosa vacanza.

12. Kate è matta come un cavallo. Una sociopatica che si accompagna a un altro sociopatico funziona, ma una donna relativamente normale che sceglie consapevolmente di accompagnarsi a uno stalker preoccupa. Non poco.

Penn Badgley (640×360)

13. I daddy issues si riconfermano ancora una volta l’abile pretesto di trama che lo sceneggiatore medio utilizza per rendere una donna emotivamente manipolabile agli occhi di un uomo. Fa riflettere.

14. Incredibile a dirsi, Joe l’ha scampata un’altra volta. Non se lo aspettava nessuno, soprattutto Netflix (già pronto un anno fa, trepidante e con la penna in mano, a firmare per altre quattro stagioni). Uno shock da cui faticheremo a riprenderci.

15. Quando uscirà, guarderemo la quinta stagione di You. Perché il problema del trash è proprio questo: un po’ come il gelato, che non soddisfa particolarmente e alla lunga fa male, crea dipendenza. Ed è difficile da abbandonare.

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