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#VenerdìVintage – Ti sblocco un ricordo: Ranma 1\2

Vi prego, vi scongiuro, ditemi che Ranma 1/2 non l’ho vista solo io! Che siate uomini o siate donne, se siete nati tra i multiformi anni ’80 e l’inizio dei ruggenti ’90, non potete non aver visto questo anime incredibile. Parliamo praticamente di una pietra miliare nella storia giapponese. Non è un caso che la sua ideatrice sia soprannominata la principessa del manga. Dopo aver pescato insieme a Sampei e rubato tesori con Lupin III, oggi vogliamo raccontarvi le vicende di questo giovane combattente. Il manga Ranma ½ è stato creato dalla sceneggiatrice nipponica Rumiko Takahashi, Ranma 1/2 fa la sua prima apparizione nell’Agosto del 1987 e mostra subito un grande successo di pubblico soprattutto da parte delle ragazze. In Italia il fumetto fu pubblicato dalle Edizioni Star Comics, mentre il cartone animato in tv è stato trasmesso su MTV.

Si tratta della storia di Ranma Saotome, un ragazzo di circa sedici anni che durante un allenamento di arti marziali con suo padre Genma, cadde in una delle Cento Sorgenti Maledette situate in una regione della Cina. La leggenda narra che in ognuna di queste cento sorgenti sia annegato una persona o un animale e che chiunque vi cada è destinato a trasformarvisi. Durante l’allenamento speciale, Genma e suo figlio Ranma cadono e finiscono in due sorgenti diverse: il primo in quella in cui migliaia di anni prima è annegato un panda, il secondo in quella in cui è annegata una ragazza. Da questo momento, entrambi sono condannati a trasformarsi a contatto con l’acqua fredda e a tornare “normali” con l’acqua calda. Da qui nascono tutte le peripezie e le avventure che Ranma dovrà affrontare nel corso dei 161 episodi dell’anime giapponese ispirato al manga che ha spopolato sia in terra nipponica che in occidente.

ranma 1/2

Storia di un successo

Non esiste una vera e propria trama, il tutto parte dal fatto che il protagonista, Ranma per l’appunto, in seguito a una caduta nelle pozze maledette in Cina si trasforma in ragazza ogni volta che viene a contatto con l’acqua fredda. In seguito, l’intera vicenda si sviluppa sull’incontro con una serie di personaggi che, per motivi diversi tra loro, è in qualche modo legata a Ranma, spesso condividendo il suo destino di trasformarsi nelle creature più improbabili ogni volta che vengono a contatto con l’acqua, seguendo un formato basato su puntate autoconclusive e piccoli filoni di storie della durata di pochi episodi. Quello che però è il nodo nevralgico di tutta Ranma1/2 è la “commedia dell’equivoco”. Tutto gira intorno a detto e non detto, fatto e non fatto, pensato e non pensato. Un format quanto mai attuale. Se a una prima impressione infatti questa serie potrebbe sembrare poco interessante, l’opinione cambia subito dopo aver visto i primi episodi. In essi, infatti, si nota subito la grande capacità dell’autrice di creare situazioni divertenti e capaci di strappare più di una risata allo spettatore, con siparietti comici di ottima fattura e una caratterizzazione dei personaggi che, pur essendo spesso molto accentuata e talvolta surreale, riesce comunque ad attirare l’attenzione e a far suscitare una profonda simpatia verso i protagonisti.

C’è poi da dire che il combattimento è uno dei punti forti, sebbene infatti in anime di genere commedia/combattimento si tenda a concentrarsi sull’ultima parte e a lasciare in disparte gli scontri, qui i momenti pulp sono belli, esaustivi, interessanti e diversi ognuno dall’altro, sfruttando anche i diversi stili di ogni combattente. Non possiamo poi non citare il lato osè di Ranma1/2. Alcuni elementi dell’anime davano l’impressione, a un ragazzino, di essere davanti a un prodotto particolarmente adulto. C’erano nudi, comicità a sfondo sessuale e qualche parolaccia qua e là, tutte cose che non avremmo mai visto e sentito sulle altre reti più gettonate e che facevano ammattire i genitori più conservatori. Ma Ranma in realtà era perfettamente calibrato sul suo target di adolescenti e pre-adolescenti e non conteneva niente di davvero erotico nel senso adulto del termine. Nessuno faceva sesso. L’erotismo era perlopiù suggestivo, di solito sfondo di equivoci e gag. Ma c’era una disinvoltura, nel rappresentare il corpo nudo, che per noi occidentali era davvero strana. Per dirla in parole povere: sì, si vedevano spesso i seni di Ranma ragazza, ma questo solamente perché stava inseguendo intimo qualcuno e non si era reso conto della trasformazione. I maschi però ringraziavano, e le femmine pure, perché Ranma e tutti gli altri “trasformisti/e” emergevano continuamente dalle vasche da bagno fumanti. I giapponesi non avevano fatto questa scelta perché perversi, ma perché avevano semplicemente capito che il loro target di pubblico era in pubertà.

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Ranma 1/2, tra satira e attualità

In Ranma 1/2 le arti marziali sono delle vere e proprie parodie delle vere arti marziali. Esistono varie scuole di combattimento: tra le tante troviamo quella della ginnastica ritmica marziale, la scuola di combattimento della calligrafia, la tecnica del combattimento della cerimonia del tè e così via. In ognuna di queste scuole si esalta la cultura giapponese e le radici dell’autrice. Il vero merito della serie animate è quindi che in Ranma 1/2 ci si emoziona e ci si commuove, talvolta, ma soprattutto si ride a crepapelle. Il punto focale dell’anime, ai tempi, fu quello di imporsi come uno shonen (ovvero dedicato al genere maschile) atipico, dalla forte componente umoristica e dissacrante nei confronti dei principali stereotipi del genere di appartenenza.

Nel rivedere a distanza di anni l’intero anime, episodio per episodio, si rimane stupiti della quantità di temi trattati dal racconto e di cui, per ovvie ragioni d’età, non potevamo cogliere le sfumature in passato. Critica sociale elevata, questioni come il razzismo e l’omosessualità, affrontate in maniera intelligente e scrupolosa. Viene quasi da rimanere sorpresi per la delicatezza e la leggerezza con cui vengono affrontati dall’autrice, ma soprattutto per le risposte che l’anime riesce o comunque prova a dare a queste problematiche, che suonano quanto mai attuali e scomode ancora oggi. Temi come l’allenamento, il superare se stessi, le battaglie e i duelli di arti marziali diventano soltanto un pretesto per fare da sfondo a una deliziosa e lucida commedia romantica e satirica, capace di non prendersi mai realmente sul serio eppure di riservare ai lettori una sorpresa incredibile, puntata dopo puntata. Ranma 1/2 è commedia scolastica, commedia demenziale, storia di arti marziali, di azione, di sentimenti. Insomma, troppe cose. Ranma 1/2 è tutto e niente. Ranma 1/2 è Ranma 1/2.

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