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Uncoupled ci ha regalato un Neil Patrick Harris di cui è un peccato non poter vedere l’evoluzione

E’ sempre bello poter vedere un attore cimentarsi in ruoli diversi. E’ ancora meglio ritrovare un attore o attrice che abbiamo amato profondamente, e che abbiamo finito per legare indissolubilmente al personaggio che l’ha reso celebre, uscire dalla propria comfort zone e gettarsi in qualcosa di completamente all’opposto. Non sempre funziona, dobbiamo ammetterlo: la sindrome di Patrick Dempsey (che probabilmente non riuscirà mai a staccarsi dal suo celeberrimo Derek Shepherd di Grey’s Anatomy) miete ancora troppi attori di Hollywood. Ma oggi parliamo di coloro che ce l’hanno fatta, e chi meglio di Neil Patrick Harris? L’eterno single più incallito della televisione (e il più convincente) è riuscito senza sforzarsi troppo a regalarci un nuovo se stesso grazie alla sua interpretazione in Uncoupled, uscita su Netflix a luglio 2022. Uncoupled ci ha regalato un Neil Patrick Harris di cui, data la cancellazione della serie, è un peccato non poter vedere l’evoluzione. Un vero peccato.

Uncoupled
Neil Patrick Harris (640×427)

Ebbene si: Uncoupled è stata da poco cancellata dopo una sola stagione, e sembra quasi strano fare l’apologia di una serie di cui non potremmo mai vedere la continuazione. Al contrario noi pensiamo sia necessario, perché parliamo di un prodotto che non solo non meritava una fine così brusca ma si è rivelata un piccolo gioiello sconosciuto ancora a troppi. E che non deve assolutamente passare in sordina.

C’è da dire che Netflix, rilasciando Uncoupled sulla piattaforma, sapeva di partire da basi molto solide. Ideata da Darren Star e Jeffrey Richman (autori e sceneggiatori, tra le altre cose, di pietre miliari come Modern Family o Sex and the City), la serie vede come protagonista Neil Patrick Harris nei panni di Michael, un agente immobiliare di New York che dopo diciotto anni viene improvvisamente lasciato dal compagno di una vita. L’uomo si trova quindi a doversi destreggiare nella vita dell’uomo single, costretto a rivedere ogni sua certezza con una Manhattan sullo sfondo che brulica di possibilità. Tra nuove esperienze tramite popolari siti di incontri, crisi esistenziali e amici fidati ai quali appoggiarsi Michael impara a vivere di nuovo come una persona singola, con tutte le conseguenze del caso.

Perché se c’è una cosa che Uncoupled mette in scena molto bene è la nostra atavica e destabilizzante paura di rimanere soli.

Uncoupled (640×360)

Se la solitudine è un tema fondamentale nella serie lo sono ancora di più l’amore e il concetto di indipendenza, e ognuna di queste tematiche ci viene raccontata magistralmente da un Neil Patrick Harris come non l’avevamo mai visto. O meglio, il pubblico meno attento. I fan incalliti di How I Met Your Mother sapevano già molto bene la portata emotiva dell’attore, la sua straordinaria capacità di andare dritto al cuore degli spettatori. Neil Patrick Harris non è più solo il comico brillante, sprezzante e intelligente (forse non è mai stato solo quello) ed è lui a reggere una serie che, senza la sua presenza, non avrebbe avuto lo stesso successo.

Se pensavate fosse difficile capire la psicologia di un personaggio come Barney Stinson, fidatevi: non avete ancora incontrato Michael Lawson. Michael infatti non solo si è dimostrato uno dei personaggi televisivi più meravigliosamente sfaccettati degli ultimi anni, ma uno di quelli che è riuscito di più ad avvicinarsi a chi guarda la serie su Netflix. Michael è fin troppo avvicinabile e vero in ogni sua componente: è parte di noi, per un motivo o per l’altro. Spaventato, solo, allo sbaraglio, in cerca di qualcosa che non sa bene nemmeno lui come concretizzare, non ricorda un po’ tutti noi? Noi che ci facciamo strada nella vita a tentoni, per tentativi più o meno coerenti, sperando che qualcuno prima o poi arrivi dall’alto a darci una mano. Cerchiamo di affrontare il mondo a testa alta ma la verità è che tutti siamo piegati, come Michael: viviamo sotto il peso di una solitudine che sentiamo come inevitabile, anche quando siamo in mezzo alla gente.

Uncoupled (640×360)

Esiste un rimedio alla solitudine, alla sensazione di inadeguatezza? Uncoupled prova a rispondere a questa domanda mostrandoci, sempre con un sorriso di speranza sul volto, tutto ciò che c’è al di fuori di una relazione sentimentale. Tutto quel circo incasinato e bellissimo che è la nostra vita, vista attraverso gli occhi di un uomo qualunque. Michael è perfettamente anonimo, normale, neutro eppure racchiude al suo interno un mondo. Se per anni guardando How I Met Your Mother ci siamo chiesti quale fosse la donna ideale per Barney Stinson, il Neil Patrick Harris di Uncoupled ci insegna a guardare prima di tutto chi vediamo quando ci specchiamo. E a tirare fuori da noi stessi ciò che pensiamo di dover prendere dall’esterno.

Tutto questo potrebbe sembrare un cliché dietro l’altro, ma la verità è che Uncoupled tratta proprio della parte più banale della nostra vita e per questo più interessante: come ha scritto Pif, la disperata ricerca d’amore di un povero idiota. E chi meglio di Neil Patrick Harris, colui che è in grado di strapparci una risata e due secondi dopo farci piangere come delle fontane, per accompagnarci in questo viaggio?

Guardate Uncoupled, anche solo per bearvi della sicurezza all’interno del vostro piccolo nido d’amore. Guardate Uncoupled perché c’è il Neil Patrick Harris per eccellenza, quello da cui dovremmo imparare più di una cosa. Guardate Uncoupled perchè la prossima volta che vi ritroverete a passeggiare per strada la sera tardi, con lo sguardo perso e un peso nel petto, persi dentro la vostra testa, vi renderete conto di come sia uno dei pochi prodotti capaci di darvi un po’ di sollievo al cuore.

Neil Patrick Harris pensa che i modi di Barney non funzionerebbero oggi