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Attenzione: L’articolo può contenere spoiler su Unbreakable Kimmy Schmidt

Si è parlato a lungo dell’anomalo rapporto tra il genere delle sitcom e i nuovi modelli fruitivi e produttivi importati dalla voracità delle piattaforme SVOD, e dal digitale in generale, con particolare riferimento all’universo narrativo di Netflix. In un contesto in cui le comedy fanno fatica ad adeguarsi alla recente e dirompente realtà connessa, la comicità è uno scrigno difficile da preservare e dilatare nel tempo (con l’eccezione di alcuni classici intramontabili). Un ecosistema digitale come quello di Netflix sembra avere particolare difficoltà a individuare i propri prodotti di punta del genere. Tra ignobili delusioni (come la recente e già cancellata Blockbuster), l’universo delle sitcom non trova la sua dimensione della fruizione Over The Top, nonostante sussistano casi emblematici come la già celebre Ted Lasso, che comunque ha assunto derive sempre più dramedy. Oggigiorno, i generi puri faticano a ritagliarsi uno spazio proprio e un’audience caratteristica, soprattutto le classiche sitcom, quelle lunghe, lunghissime, con tante stagioni e altrettanti numerosi episodi. Sono dunque poche le comedy che riescono a reggersi per tutta la loro articolazione con una natura fedele al proprio genere e formato di partenza, difendendo una comicità senza pretese che sembra non esserci più.

Ridere di puro gusto e senza troppi giri di parole sembra un’impresa veramente difficile per il pubblico contemporaneo, sottoposto a commistioni, remix e voracità. Eppure, Unbreakable Kimmy Schmidt ha saputo vincere la sfida.

Unbreakable Kimmy Schmidt è una serie tv originale Netflix creata da Tina Fey (30 Rock) e Robert Carlock. La sitcom si compone di quattro stagioni totali (a cui si somma un’interessantissimo film special interattivo del 2020 alla Black Mirror: Bandersnatch, Kimmy vs. the Reverend) rilasciate di volta in volta in un’unica soluzione sul portale streaming statunitense. Col tempo, la pratica di condividere nell’immediato tutti gli episodi di una stagione, soprattutto per il caso delle sitcom, non si è dimostrata la strategia più convincente per alcuni show, seppur vincente per altri. Basti pensare a quanto ne abbiano risentito serie tv complesse come 1889, che necessiterebbe di una visione dilatata e riflessiva, lontana dall’ingordigia della rete. Ciò nonostante, Unbreakable Kimmy Schmidt pare esser riuscita a superare l’iniziale difficoltà incontrata dalle sitcom Netflix: pur non essendo il titolo originale più noto e di successo del portale, nel corso della sua storia ha ottenuto diversi plausi e riconoscimenti. Il critico cinematografico Scott Meslow l’ha persino definita «The first great sitcom of the streaming era».

unbreakable kimmy schmidt
Unbreakable Kimmy Schmidt (640×3674)

Rilasciata dal 2015, Unbreakable Kimmy Schmidt fa ridere. Cosa difficilissima oggi per una comedy nata dopo il 2010. L’ispirazione della sua originale storia nasce proprio dalla sua attrice protagonista, Ellie Kemper, già conosciuta nei panni della bizzarra segretaria Erin Hannon in The Office. La serie tv viene dunque costruita attorno al personaggio dell’interprete, proprio a fronte di quella che è la sua caratteristica fisionomia. Ellie Kemper è così apparentemente ingenua e fanciullesca che non poteva che scaturirne un personaggio naive come Kimmy Schmidt. Kimmy Schmidt è una ventinovenne solare, positiva, candida e innocente, calata in un’oscurità macabra e raccapricciante. Le vicende dello show partono dal momento in cui la protagonista viene salvata dalla prigionia: tenuta per ben quindici anni segregata in un bunker sotterraneo assieme ad altre tre donne, la giovane era stata adescata dal Reverendo Wayne Gary Wayne all’età di quattordici anni. Con la bugia di un’apocalisse nucleare che ha spazzato via tutto il resto dell’umanità, il sequestratore ha plagiato le sue vittime escludendole dal resto della società e costruendo una setta di stampo religioso e conservatore. Proprio per questo, Kimmy è rimasta indietro nel tempo, conservando un carattere genuino e bambino, che si scontra a fatica con la cruda realtà newyorkese in cui si trasferisce per prendere le distanze dal traumatico contesto dell’Indiana.

Kimmy Schmidt è dunque pronta a riprendere le redini della sua esistenza, colmare il tempo passato e costruirsi un futuro nella scintillante Grande Mela, che si rivela più caotica e spregiudicata di quanto non si aspettasse.

Assieme all’eccentrico e individualista coinquilino, l’aspirante attore emergente Titus Andromedon (Tituss Burgess), l’anziana proprietaria di casa Lillian Kaushtupper (Lilian Kaushtupper) e la donna di alta società per cui lavora come baby-sitter, Jacqueline Voorhees (Jane Krakowski), la protagonista tenta di adattarsi alla nuova realtà adulta ed emancipata. Alla scoperta di un mondo che è andato avanti lasciandola indietro, l’euforica eroina vive mille avventure quotidiane con un umorismo fanciullesco e crudo. Tra precarietà, pericoli e traumi del passato, Kimmy Schmidt vive alla giornata e apprende a fare i conti con la nuova vita e con la nuova sè. Armata di spiazzante ottimismo, un infantile senso dello stupore, tanta curiosità e un’istruzione da terza media, non vuole solo essere una vittima, ma la protagonista dello show della sua esistenza, insegnandoci a tratte il meglio dal peggio.

kimmy schmidt
Unbreakable Kimmy Schmidt (640×360)

Dall’abbigliamento eccentrico e colorato, Kimmy Schmidt è inconfondibile: un’atipica adulta che si destreggia goffamente tra le grigie strade di una New York tutt’altro che accogliente. Il gioco di contrasti è immediato e comico. Unbreakable Kimmy Schmidt si distingue per un umorismo grottesco, a tratti demenziale, ed esagerato, l’ideale per marcare i controsensi del mondo moderno, raccontato attraverso il candore di un’eterna quattordicenne. Sin dall’iconica sigla, passando per i fallimenti quotidiani assieme ai compagni di sventure, la serie tv è ricca di colorite citazioni alla cultura pop statunitense e di parodie. Tra emancipazione e disturbo post-traumatico, la protagonista si destreggia in un universo cinico tutt’altro che abituato al suo genuino entusiasmo. Tra i più, disposti a prendersi gioco e vantaggio della sua ingenuità, Kimmy conquista con l’ironico animo di chi non si lascia buttare giù. Testarda, genuina e sopra le righe, la protagonista non è completamente disposta a rinunciare alla propria pura natura in nome della corruzione adulta e capitalista. Proprio per questo, il bello di Unbreakable Kimmy Schmidt è il suo essere il manifesto di una commedia pura che mette al centro un personaggio candido e positivo come pochi.

Far ridere è la priorità.

Senza troppe pretese, la serie tv Netflix è tra le comedy migliori presenti nel catalogo digitale in questione. Una commedia vecchio stile proprio per la mission classica di intrattenere senza necessariamente educare o impegnare in un pensiero riflessivo. Unbreakable Kimmy Schmidt è una sitcom moderna che dà prova della capacità dello streaming di offrire un racconto umoristico catchy, ritmato, bizzarro. Un vero e proprio comic relief: episodi di venti minuti con cui disconnettersi e godere di una comicità tagliente, spregiudicata e senza pretese. Unbreakable Kimmy Schmidt regala dunque una sana dose di ottimismo e intrattenimento leggero con situazioni originali e crude che la rendono una sitcom da recuperare e da cui lasciarsi trasportare grazie allo stile stravagante e eccentrico della sua narrazione.

Unbreakable Kimmy Schmidt è un inno alla spensieratezza