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Un Medico in Famiglia è come Settimo Cielo, ma con il Reverendo Camden in ferie

Quanto ci piace prenderci gioco di Settimo Cielo, quanto ci piace. Ci divertiamo da morire a pensare al disagio di una famiglia che ha fondato la sua intera vita sul dibattito <<quando mandiamo in riabilitazione nostro figlio>> Eppure, amici, dovremmo cominciare seriamente a pensare di metterci una mano sulla coscienza. Noi non siamo figli di un paese estraneo a storie del genere. In America avevano il Reverendo Camden, ma noi avevamo Lele Martini. Praticamente avevamo lo stesso personaggio, solo che andava e veniva dalle scene senza pensarci troppo. Quando capitava, insomma. Determinato a viaggiare da una parte all’altra del mondo, Lele Martini ha deciso – per un certo periodo di tempo – di andare a svolgere la sua professione di medico negli Stati Uniti, decidendo così di fare il padre soltanto in smart working. Chi se ne frega dei cinquantadue figli che ha messo al mondo attraverso trentasei donne diverse di cui due sorelle. Niente. Tanto a casa c’è Nonno Libero, un anziano signore che non invecchia mai e secondo il quale una parola è troppa e due sono poche. Questa massima, ancora oggi, suona sensata soltanto perché è stata creata da lui medesimo, il creatore della Famiglia Martini, del cielo e delle stelle. Colui a cui perdoniamo tutto. Colui che qualche volta, almeno tre volte al giorno, ripensa al povero Carmine e alle Ferrovie in cui lavorava. Ma Nonno Libero in realtà avrebbe potuto lavorare anche nelle miniere, ci avrebbe ripensato comunque con malinconia. D’altronde lui lo sa: qualsiasi posto è meglio di casa Martini, la dimora riempita da quel procione di suo figlio.

Lele Martini si risposa con Alice (la sorella della sua ex moglie che non abbiamo mai conosciuto) ma quando torna a casa oltre ai figli trova un centro d’accoglienza. E questo è solo l’inizio

Un Medico in Famiglia (640×360)

Quando Lele Martini saluta i suoi figli entra a tutti gli effetti all’interno di un episodio di Dark in cui tutti i personaggi diventano adulti e pensionati nel giro di due secondi, ma lui rimane comunque sempre lo stesso. Quando torna in casa Martini deve infatti immediatamente affrontare il matrimonio di sua figlia Maria, l’adolescente tanto insopportabile da piccola quanto insopportabile d’adulta. Il suo fidanzato non è niente di meno che Guido, un dottore che incontra durante il suo primo giorno di università. Come suo padre le ha insegnato in durante una sessione di smart working, aiutare il prossimo è fondamentale: per questo motivo si iscrive a medicina e, per il medesimo, offre un posto letto al povero Guido da poco trasferitosi a Roma.

Nonno Libero, in quanto primo sostenitore della tesi aiuta il prossimo e sarai migliore anche tu, accetta di buon grado di ospitare un completo sconosciuto nella propria dimora, anche se questo potrebbe voler dire mettersi un ladro in casa. Chissà perché nessuno ha mai riflettuto sulla cosa. Forse perché, essendo in 600 in casa, nessun delinquente sarebbe riuscito a capire cosa rubare prima. Insomma, troppa confusione. Non si può neanche rubare in santa pace. Per rispolverare la memoria, ricordiamo che Guido e Maria sono riusciti a diventare una vera e propria coppia, ma non senza troppi problemi. Lui amava lei, lei amava lui, ma nel frattempo non provarci spudoratamente con la Dottoressa che lavora di fianco a lui sarebbe sembrata maleducazione. Maria, d’altronde, ha sempre sperato di trovare un uomo come suo padre e, quando ha visto quante persone sono state con Guido in soli due mesi, ha finalmente capito di aver fatto centro.

Come spesso succede in Un Medico in Famiglia, a un certo punto Guido muore. Soltanto i pochi parenti stretti sanno che in realtà ha finto la sua morte per prendere parte a Gli Occhi del Cuore, lontano da tutta quella italianità, ma questo non è importante adesso. Ciò che importa è ricordarci quanto a quei tempi abbiamo pianto e sofferto per questa storia che ha traumatizzato le nostre serate d’infanzia. Avevamo giusto 6 o 7 anni, ma quando ascoltavamo Laura Pausini sapevamo già a cosa pensare.

guido e maria un medico in famiglia
Un Medico in Famiglia (640×360)

Dopo la dipartita di Guido, comunque, casa Martini ha fatto spazio ad altri diversi medici. Tra un ospite e un altro a un certo punto hanno trovato il posto letto anche per Lele che, tornato in modalità procione, ha presto portato a casa una nuova ragazza con cui mettere su famiglia. Leggenda narra che Un Medico in Famiglia sia giunto al termine perché era diventato troppo complicato trovare nuovi mogli per il protagonista. L’unico modo che si aveva per farlo accontentare della propria era mettere fine alla storia, e così è stato.

I vari medici che sono passati da casa Martini avevano sempre e solo una cosa in comune: a lavoro ci andavano soltanto per ricevere le visite dei loro proprietari di casa, ed erano comunque tutti innamorati di una donna con cui si sarebbero fidanzati soltanto alla fine della stagione e solo dopo aver finito di corteggiare la collega di lavoro. Un Medico in Famiglia, per le persone gelose, corrisponde a un vero film horror. Quando salutano il proprio partner che va a lavoro è una tragedia. Andare a lavoro, nel gergo della Fiction, significa infatti Temptation Island, ma con le sale d’attesa al posto dei falò.

Insomma, come possiamo prendere in giro Settimo Cielo senza riflettere su cosa, nel frattempo, abbiamo fatto noi? Certo, in questo caso il Reverendo Camden è in ferie e, in sua assenza, la famiglia mette in atto una serie di disagi che se lui li sapesse gli toglierebbe la confessione e il saluto, ma la sostanza non cambia. I figli sono duecento, gli ospiti in casa ancor di più, e a lavoro non ci va mai davvero nessuno. La piccola pensione di Nonno Libero basta per campare un esercito e perfino la colf che, nella speranza di fare una vita migliore, decide di sposarsi con chi il lavoro non potrà mai perderlo: il becchino della casa accanto. Ci abbiamo provato, abbiamo giocato e scherzato su Settimo Cielo come se questa serie non ci appartenesse, ma noi siamo riusciti ad amare una produzione italiana in cui i personaggi hanno un albero genealogico più complicato di quello di Dark e in cui, alla fine, viene distrutto quel detto che dice che la madre è sempre sicura ma il padre un po’ meno.

Quando si tratta di Lele Martini nessuno lo sa mai. Non si fa in tempo a salutarne una che subito ne arriva un’altra. Non si fa in tempo a finire di pagare l’ultima tassa universitaria di un figlio che immediatamente devi pagare l’asilo privato a quello appena nato. Non fai in tempo a salutare una moglie che subito devi stringere la mano a quella nuova che, se stringe troppo, non vuol dire che ti vuole bene. Vuol dire che ha già le prime contrazioni.

Ho rivisto la prima puntata di Un Medico in Famiglia dopo 24 anni, ed è stato meraviglioso