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Ho rivisto la prima puntata di Un Medico in Famiglia dopo 24 anni, ed è stato meraviglioso

Sono passati 24 anni dall’inizio di Un Medico in Famiglia, ma io non sono ancora effettivamente riuscita a superare la cosa. Il nostro rapporto è come quello tra due ex che non si guardano per anni, ma alla fine qualche volta si rivedono e passano del tempo insieme. Quando si tratta di Un Medico in Famiglia prendo interamente la scena ricordando i tre traumi fondamentali della mia vita:

  1. Guido e Maria.
  2. Guido che muore.
  3. Il sogno, mai divenuto realtà, che come Beautiful il suo personaggio potesse resuscitare totalmente a caso e tornare con Maria.

Questi tre traumi alla fine mi hanno insegnato una cosa fondamentale: delle Serie Tv non potrai mai fidarti. I personaggi che ami prima ci sono e un attimo dopo no, altra ragione che mi ha portato a capire che io e Un Medico in Famiglia saremo sempre come due ex fidanzati: prima c’eravamo e ora non ci siamo più. La mia infanzia è stata caratterizzata anche da Settimo Cielo, una Serie Tv che ho seguito fino alla fine dei suoi giorni. La stessa cosa è avvenuta con Un Medico in Famiglia. Fino alla fine dei suoi giorni, io c’ero. C’ero anche quando tutti dicevano che oramai non era più come prima, che la trama era sempre la stessa. A me non interessava, finché c’era Un Medico in Famiglia c’era speranza che Guido tornasse.

Riguardare sporadicamente qualche puntata è un’abitudine che non ho mai avuto, troppi ricordi. Eppure, qualche giorno fa la mia malinconia ha fatto il suo corso facendomi venire in mente un’idea: vedere la primissima puntata della prima stagione de Un Medico in Famiglia dopo 24 anni dal suo esordio.

Un Medico in Famiglia (640×360)

Sia benedetto RaiPlay e chiunque abbia avuto l’idea di crearlo. Sia benedetto il tecnico informatico che ha collaudato il tutto, e colui che premuto il tasto decisivo per aggiungere Un Medico in Famiglia al catalogo della piattaforma. E sia benedetto adesso anche Netflix che ha scelto di aggiungere le prime quattro stagioni della Fiction al suo catalogo comprendendo quale sia davvero il pilastro del nostro paese. Lo assicuro io, che ho rivisto la prima puntata dopo 24 anni dal suo esordio ed è stato come andare in bici su un viale dei ricordi pieno di buche e mai asfaltato. I difetti adesso si vedono uno dopo l’altro, ma il bello è che non te importa nulla. E’ bellissimo così. Soprattutto perché tra qualche stagione arriverà Guido. Va bene, Guido non c’è. Però eccolo che arriva lui, l’altro. Quello lì, il cugino prodigo Alberto. Ma che fine ha fatto poi?

Non puoi guardare la prima puntata di Un Medico in Famiglia senza pensare di essere ufficialmente entrato all’interno di un contesto in cui nessuno si farà mai i fatti suoi, anche a costo di doverti tenere sotto controllo la linea telefonica. Ma, soprattutto, più di tutto e più di tutti, incontreremo lei: Enrica. Più inviperita che mai, la nonna di Maria sfoga qualsiasi sua frustrazione con frasi infelici e indicibili. Vederla di fronte alla macchina da presa durante la prima stagione implica vedere un personaggio quasi totalmente diverso al resto delle altre stagioni. Snob e altezzosa, Enrica fa paura quasi quanto Maria nel pieno della sua acidità adolescenziale. Ma alla fine possiamo accettare tutto finché c’è lei: Alice.

Alice è la tipica zia bella e intelligente, quella con cui puoi parlare di qualsiasi argomento scomodo. La ship (ma a quei tempi si usava già questo termine?) con Lele parte praticamente dal primo episodio, ma noi guardavamo tutto con degli occhi sognanti che non avrebbero mai potuto immaginare che quella in realtà sarebbe stata soltanto la prima di una lunga serie di mogli. Guardo Alice in questo primo episodio e, alla fine, penso soltanto: avanti la prossima.

Un Medico in Famiglia (640×360)

Ma per una Alice che andrà via, c’è una Cettina che rimarrà quanto basta per diventare la nostra Regina di Mondragone. Come avete osato, voi, mandar via la mia Cettina? Come avete potuto farlo in modo così veloce veloce? Il trauma che mi avete recato con questa scomparsa è quasi pari a quello provato con la morte di Guido, dunque vi lascio intendere il dolore senza aggiungere altro. Fa troppo male ricordare. Mi rincuoro pensando che vedere questa prima puntata con Cettina che fa finta di essere polacca è stato quanto di più divertente potessi immaginare, e alla fine il rancore – per questa volta – lo metto da parte. Ma anche in questo caso, per una Cettina che andrà via c’è un Nonno Libero che rimane fino alla fine. Con il finire delle stagioni gli unici sopravvissuti siamo io e lui, ma va più che bene così.

Nonno Libero si scrive con le maiuscole fin da quando ho memoria. Nonno è il nome e Libero il cognome per me. E’ tutta un’unica parola che ripeto attaccata e senza neanche una breve pausa. Nella mia vita ho avuto poche certezze, ma tra queste ne spiccava una fondamentale: il povero Carmine avrebbe fatto così. Ognuno ha la propria musa, e la mia e quella di Nonno Libero sono le stesse. Povero Carmine, ovunque tu sia, sei la nostra stella.

Questa prima puntata volge così al termine lasciandomi la certezza indiscutibile che io e il mio ex fidanzato – Un Medico in Famiglia – potremo star lontani per anni, ma alla fine non ci dimenticheremo mai. Tornare insieme per questo breve incontro è stato quanto di meglio potessi immaginare e, anche se le minestre riscaldate non sono mai buone come la prima, alla fine l’importante a volte è saziarsi. E il povero Carmine, se fosse qui, la penserebbe esattamente così.

Un medico in Famiglia: Come finisce la Fiction?