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Lo sventurato (e ingiusto) destino di Time After Time

Time after cosa?, avrete detto, leggendo il titolo dell’articolo. Ecco. E già questo è esemplificativo del dramma di cui è stata protagonista Time After Time. Che le serie tv vengano cancellate non è una novità, anzi, è una situazione piuttosto comune: il prodotto non decolla, il pubblico non ne parla, la serie è seguita solo da voi e vostro zio, e quindi tanti saluti. Eppure, le vicende che circondano questa serie statunitense sfiorano i confini dell’assurdo, in un anticlimax verso l’oblio. Qualcosa che augureremmo solo alla serie tv prodotta dal nostro più grande nemico, dove per protagonista abbiamo la persona che ci ha friendzonato.

Prima di raccontare nello specifico cosa è successo (ingiustamente) di tanto tragico a Time After Time, è opportuno spendere due parole per capire di cosa si tratta (o si trattava, pace all’anima sua).

Time After Time

Anno 1893, H.G. Wells è ancora un aspirante scrittore alla ricerca di qualche anima pia che pubblichi i suoi libri. Nel tempo libero, costruisce macchine del tempo. Una sera, nel corso di una cena tipicamente vittoriana, il giovane autore decide di presentare la sua nuova macchina del tempo agli invitati, tra cui l’amico John Stevenson. Il problema? Stevenson, in realtà, è nientemeno che Jack lo Squartatore e, proprio nel bel mezzo della serata, la polizia inglese fa irruzione nella casa di Wells per cercare di catturare il famoso serial killer. Qual modo migliore per salvarsi dalle forze dell’ordine se non scappare in un’altra epoca? Stevenson si intrufola nella macchina del tempo dell’amico, fino ad allora ignaro della sua vera identità, e arriva dritto dritto ai giorni nostri. Ecco allora che il buon Wells decide di seguirlo, per evitare che l’uomo si lasci dietro una scia di vittime anche nella Manhattan del 2017.

Ma quindi cosa è successo di così drammatico a Time After Time?

Dal 5 marzo 2017, la serie tv che vede nel cast Freddie Stroma (Cormac McLaggen in Harry Potter, nel ruolo di Wells) e Josh Bowman (Daniel Grayson di Revenge, nella parte di Jack lo Squartatore) inizia a essere trasmessa dall’emittente ABC. Il 29 marzo, dopo solo 5 episodi, la serie viene cancellata (per restare in tema, qui trovate le 5 cancellazioni più dolorose di Netflix). Ma non è finita: le tre anime che seguivano la serie, tra cui io e il mio gatto (no, non è vero: non ho nemmeno un gatto, perciò solo io) si sono ritrovate senza la possibilità di concludere la storia: Time After Time era stata addirittura tolta dal palinsesto ancor prima di terminare. Ma faceva proprio così schifo da rendere impellente la sua estinzione dal pianeta?

Spoiler: no. E si tratta di una risposta data con cognizione di causa perché, mesi dopo, i 7 episodi restanti sono stati mandati in onda dalla versione spagnola del canale AXN e resi reperibili nei meandri del web. Una piccolissima rivincita per le tre persone che avevano iniziato a seguire la serie, talmente piccola da finire ancora in tragedia. L’ultimo episodio ha un finale aperto, sembra il trampolino di lancio per una nuova avvincente storia che non vedrà mai la luce. Quindi da un lato il sollievo per aver potuto, in qualche modo, finire di vedere Time after Time, dall’altro la desolazione per essersi trovati davanti a una storia che non finisce.

Time After Time

Il vero peccato, però, è aver tolto spazio a una serie che così pessima non era. Anzi! Tanto per cominciare, le due figure centrali della narrazione, l’autore H.G. Wells e il serial killer Jack Lo Squartatore sono entrambe affascinanti, anche se per motivi diversi. Nel primo caso abbiamo uno scrittore storicamente importante per la letteratura inglese, ed è quindi interessante vedere un personaggio del genere trasportato in una storia avventurosa, alla stregua di quelle che lui stesso ha scritto. Si tratta di un giovane uomo appassionato di fantascienza, gentile e premuroso, un animo buono che contrasta nettamente con la personalità di John Stevenson.

L’antagonista è tratto da una delle figure più terrificanti e misteriose dell’Ottocento inglese, che nella serie compare come un uomo perfido, furbo e seducente che non esita a sfruttare tutta la sua astuzia per farsi largo nella nostra epoca e raggiungere i suoi scopi. Sarà proprio Jack Lo Squartatore ad adattarsi più facilmente e più velocemente alla frenetica vita del nostro secolo.

Oltre ai personaggi, uno dei punti di forza di questa serie è proprio la riflessione sul nostro tempo che nasce dal confronto col passato.

Tramite le avventure (o disavventure) dei due personaggi che si rincorrono, si scontrano e si sfuggono nello scenario di una Manahttan viva e pulsante, si può ragionare su tematiche attuali e su ciò che comporta vivere nel presente, al giorno d’oggi. Stiamo correndo troppo freneticamente, senza lasciare il giusto spazio ai sentimenti? Ci stanno sfuggendo i veri valori? Come possiamo trovare la felicità?

Time After Time

E le riflessioni si incastonano in una trama coinvolgente, ricca di azione e colpi di scena e storie d’amore (che viaggiano nel tempo, proprio come queste) che rendono quasi incomprensibile lo sventurato destino che è stato riservato a Time After Time. Di sicuro altre serie altrettanto valide sono incappate in una fine simile, mentre altre produzioni più scadenti vengono rinnovate di anno in anno: è la dura legge delle serie tv. Non è facile sopravvivere in questa giungla e le ragioni dietro il successo di una serie o l’altra sono spesso intricate. A volte è una questione di promozione, altre volte economica, altre ancora tutto ricade sulla ricezione del pubblico.

Tutto questo potrà capitare di nuovo… speriamo non alla serie tv che avete appena iniziato a guardare, proprio quella che annoverate come piccolo gioiello di cui solo voi siete a conoscenza. Perché beh, se si tratta dell’ennesima serie che state seguendo solo voi e vostro zio… attenzione!

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