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The Marvelous Mrs. Maisel – Che tortura essere una comica negli anni ’50

Attenzione! L’articolo potrebbe contenere spoiler su The Marvelous Mrs. Maisel.

Miriam: Fare il comico, gli spettacoli, lo ami?
Lenny Bruce: Sul serio? Beh, lo faccio da un po’… Ok, mettiamola così: se potessi fare qualunque altra cosa per guadagnarmi da vivere, la farei. Qualunque cosa. Lavare i panni per il Ku Klux Klan, ritrattista di bambini storpi, custode del mattatoio. Se mi dicessero Leonard mangia la testa di un uomo o fai due settimane al Copa, io direi: passami il sale, cazzo! È un lavoro davvero terribile, non dovrebbe esistere come il cancro e dio.
Miriam: ma lo adori?
Lenny: *alza le spalle*
Miriam: Sì, lo adora.

Quando Miriam Maisel arriva alla comicità, nella sua vita va tutto a rotoli. Suo marito Joel l’ha appena lasciata per la sua segretaria Penny Pen e Midge che è sempre stata la moglie modello e la casalinga perfetta, si lascia sopraffare – come è giusto che sia – dall’immediatezza della rottura e dal cambiamento non indifferente nella sua normalità. Presa da un momento di estremo sconforto e disinibita dai fumi dell’alcol, si ritrova d’improvviso al Gaslight, lo stesso locale in cui suo marito era solito esibirsi in penosi spettacoli comici riciclati da grandi nomi dell’epoca come Bob Newhart. Sul palco del locale newyorkese realmente esistito, assistiamo alla prima ufficiale esibizione di Miriam come comica.

Il suo non è uno spettacolo riciclato, il suo non è uno spettacolo preparato, il suo è semplicemente uno sfogo in piena regola. E, in fin dei conti su cosa si basa la comicità se non sulla ridicolizzazione, sulla spettacolarizzazione di situazioni ed esperienze tutt’altro che comiche? Senza rendersene conto, Miriam Maisel, sfruttando la sua parlantina che qualcuno potrebbe definire logorrea o come piace chiamarla a me diarrea verbale e la sua gigantesca verve comica, pur non facendolo di proposito si cimenta in una vera e propria stand-up comedy in tutta regola.

The Marvelous Mrs Maisel

Quand’è sul quel palco, Midge sembra nata per quel ruolo. La naturalezza che l’accompagna e che la guida in tutta la sua performance, non è paragonabile neppure lontanamente agli imbarazzanti tentativi del marito, Joel e di gran parte del parterre di comici che si avvicenderanno nel corso di The Marvelous Mrs. Maisel. E, la prima persona ad accorgersene è Susie Myerson. Quello della sfortunata casalinga dell’Upper West Side, è un talento tanto naturale quanto incontenibile, nonostante addirittura la diretta interessata faccia fatica ad ammetterlo e a farci i conti. Quantomeno all’inizio.

Sì, perché nella prima fase della scoperta di questo talento, Midge rinnega quasi quel talento, sminuendo la sua bravura. E, se pensiamo al periodo storico in cui è ambientata The Marvelous Mrs. Maisel non è difficile intuire perché. Ciò che sta facendo è ciò che suo marito avrebbe voluto fare e prima di ammettere di essere tutto ciò che lui avrebbe tanto voluto essere, ma che non è, Midge non prende neppure in considerazione la possibilità di essere un vero e proprio portento della comicità.

The Marvelous Mrs Maisel

In fin dei conti, chi può biasimarla? A parte la questione Joel che fortunatamente si supera prestissimo, essere una comica nella New York o più generalmente essere una comica negli anni ’50 doveva essere proprio una tortura. Tutt’ora nel panorama comico mondiale c’è ancora una sorta di pregiudizio nei confronti delle donne che fanno questo mestiere. Si tende a pensare – e Miriam ce lo fa notare proprio in una delle sue stand-up – che le donne non facciano ridere, che quello del comico non sia un mestiere adatto a una donna.

E sì, se questa credenza fosse circoscritta solo agli anni ’50, periodo sicuramente differente per una donna rispetto a quanto si spera di vivere adesso, sarebbe anche comprensibile visti i pregiudizi di una società fondata sulla misoginia e sul maschilismo più totalizzante seppur Amy Sherman-Palladino non lo dipinga proprio così. Ma, purtroppo, è un fenomeno che tutt’ora intossica la scena comica mondiale e lo fa senza neppure riuscire a sembrare vagamente divertente.

La comicità è alimentata dall’oppressione, dalla mancanza di potere, dalla tristezza e dalla delusione, dall’abbandono e dall’umiliazione. Ora, chi diavolo descrive meglio questo fenomeno più di una donna? Giudicando con questi standard, solo le donne dovrebbero essere divertenti.

– Miriam Maisel
The Marvelous Mrs Maisel

Ma torniamo alla protagonista di The Marvelous Mrs. Maisel, la nostra eroina che capito il suo talento prova a rendere quello della comica il suo mestiere. Gli ostacoli sul suo cammino sono sempre più ingombranti. Innanzitutto la questione di genere, non indifferente all’epoca – e come dicevo prima – nemmeno adesso, la poca fiducia di chi le stava attorno fatta eccezione per Susie e inaspettatamente lui, il padre della stand-up comedy americana, Lenny Bruce. E poi la difficoltà nell’ottenere ingaggi e lavori in quel settore lì, quello della comicità.

Ma torniamo brevemente su Lenny (qui i personaggi realmente esistiti della serie). Lenny, questo alleato e sincero sostenitore di Midge e del suo talento che – fin dalla sua prima apparizione in The Marvelous Mrs. Maisel – ha conquistato i nostri cuori e inconsapevolmente anche quello di Miriam. Lenny è la prima persona con cui Midge si confronta dopo il suo arresto, dopo che la sua vita ha cominciato a sfaldarsi e ad andare a rotoli. Ed è proprio lui che nonostante tutti i problemi che può comportare essere un comico: arresti, censura, scarsa retribuzione o mancanza della stessa, ecco, nonostante questo riconosce immediatamente il talento da fuoriclasse della ragazza e, come può, l’aiuta, le offre consigli che lei riuscirà a fare suoi.

Tutti i comici sono comici perché qualcosa nella loro vita è andata orribilmente male. Qualcosa è andata a puttane

– Miriam Maisel
The Marvelous Mrs Maisel

Se pensiamo alle donne nella comicità negli anni ’50, uno dei pochi nomi che mi viene in mente è Joan Rivers. Una comica che più di ogni altra potrebbe avvicinarsi e somigliare a Miriam Maisel. Ma a parte lei, sarà anche perché condivido una cultura diversa da quella americana e nonostante sia una grande appassionata di stand-up comedy e comicità più in generale, non conosco altre figure. Eppure mi rendo conto di quanto una Midge sarebbe stata fondamentale nello sviluppo di questa professione. Quanto, il suo personaggio avrebbe aperto la strada a chissà quante altre donne. E chissà che differenza o quanta differenza avrebbe fatto.

Perché le donne devono fingere di essere ciò che non sono? Perché dobbiamo fingere di essere stupide quando non siamo stupide? Perché dobbiamo fingere di essere indifese quando non siamo indifese? Perché dobbiamo fingere di essere dispiaciute quando non abbiamo niente di cui essere dispiaciute? Perché dobbiamo fingere di non essere affamate quando siamo affamate?

– Miriam Maisel, The Marvelous Mrs. Maisel

Chiaramente quello della protagonista di The Marvelous Mrs. Maisel è un pensiero tanto semplice ai giorni d’oggi quanto rivoluzionario all’ora. Seppur facendo lo slalom tra gli ostacoli, seppur aiutata da due e più personaggi straordinariamente di supporto, la strada perché venga presa sul serio in questo mondo maschilista e misogino è davvero lunga.

Ma, Miriam è determinata, Miriam è fenomenale, Miriam è fantastica e non importa quanto sia difficile, quanto sia traumatico ricevere porte in faccia o non riuscire mai ad arrivare davvero a ottenere la credibilità che ti sei costruita a stento, con la sua straordinaria capacità di adattarsi, con la sua brillante arguzia e con la sua fenomenale logorrea, Miriam Maisel ce la farà, Miriam diventerà la fantastica signora Maisel anche per tutti quelli che non hai mai creduto in lei e nel suo immenso talento.

E quale modo migliore di sfogare la sua frustrazione, le sue difficoltà, le sue tragedie e i suoi problemi che l’affliggono nella vita di tutti i giorni se non parlandone in maniera tragicomica a una folla di sconosciuti che non ha la più pallida idea di chi tu sia, ma che riesce a farsi una risata perché da quelle parole si sente rappresentata. È questa la ricompensa che ogni comico e che Miriam riceve ogni qual volta sale sul palco e trova un pubblico partecipe, un pubblico che la giudica in base alla sua capacità di divertire.

È per questo che non lascerà mai il palcoscenico, è per questo che nonostante le mille difficoltà, anche economiche, riuscirà sempre a trovare un motivo o un argomento per i suoi straordinari monologhi. E in quel momento la vita di tutti i giorni si coniuga alla perfezione con quella professionale: così The Marvelous Mrs. Maisel riesce finalmente a brillare di una luce accecante e distruttiva, capace di travolgere chiunque capiti sul suo cammino.

Perciò sì, che tortura essere una comica negli anni ’50, ma che grande soddisfazione quando finalmente si riesce a vivere di ciò che si ama ed è questo che auguro a Miriam Maisel.

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