Si chiude con un colpo di scena la riuscitissima serie tv italiana targata Amazon Prime Video, che vede come protagonista Luigi Lo Cascio nelle vesti di Tonino Scotellaro, un pubblico ministero alle prese con l’arresto del temibile boss mafioso Mariano Suro. Dopo il giudizio positivo espresso dalla critica, Prime video si sta muovendo per rinnovare The Bad Guy almeno di un’altra stagione. Ed è quello che ci auguriamo tutti. Non solo perché il finale rimane apertissimo, ma anche perché – finalmente – siamo di fronte a una serie italiana di grande qualità. Le vicende si rifanno a un plot già affrontato in molteplici pellicole cinematografiche e serie televisive: la lotta contro la criminalità organizzata. Tuttavia, è il modo in cui il prodotto è confezionato a stupire e affascinare. I registi Stasi e Fontana, infatti, combinando insieme dramma e commedia danno vita a una serie credibile e ben architettata, grazie anche a un’ottima fotografia – eccezionale il ritocco in post produzione – e a un ritmo serrato che non lascia spazio a distrazioni. Anche la colonna sonora funziona. La scelta di alternare brani autoriali che hanno fatto la storia della musica italiana e internazionale, a brani più pop e indie, crea un andamento di sonorità vintage e moderne, e un’atmosfera malinconica e divertente allo stesso tempo.
Cosa aspettarci, dunque, dalla seconda stagione?
Dal punto di vista della scrittura e della regia non dovremo aspettarci grosse novità. Il tema verrà affrontato con gli stessi toni ironici. Uno stile che appartiene da sempre ai due registi a partire da Amore oggi fino a Metti la nonna in frezeer. Ma quello che più ci preme è conoscere lo sviluppo della storia: quale sarà il destino di Scotellaro dopo essere stato catturato da Mariano Suro. Tutti credono che il magistrato sia morto durante il crollo del ponte sullo stretto – tra l’altro uno dei momenti più satirici della stagione, per ovvi motivi – eccetto Salvatore Tracina il quale è l’unico a sapere, per di più, del cambio di identità del Pm in Balduccio Remora, cugino mafioso emigrato in Sud America e defunto qualche anno prima. Simile al personaggio letterario il Fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello, anche Tonino si trova di fronte alla necessità improvvisa di trasformare la propria identità: infangato e distrutto moralmente nella sua credibilità, Tonino muore e ritrova la vita per compiere la propria vendetta. Lo fa infiltrandosi dall’altra parte, quella che tenta di sconfiggere da sempre, la parte dei cattivi. Perché la sola e unica possibilità che gli rimane è diventare egli stesso il cattivo. L’episodio finale ci lascia con molti interrogativi e un’unica certezza. Mariano Suro è a conoscenza che il vero Balduccio Remora è morto in Sud America e ce lo dice sul finire del sesto episodio. Ma che ne sarà di Tonino? Il Pm ha una pistola puntata alla testa e Suro è intenzionato a premere il grilletto. Svelerà la sua vera identità o ha in serbo uno stratagemma per cavarsela? L’abilità degli autori di chiudere l’ultimo episodio nel pieno della tensione, non solo ci fa sperare nel rinnovo della serie, ma ci fa ipotizzare che Tonino non verrà ucciso. Almeno non in questo frangente. Anche perché una seconda stagione senza Luigi Lo Cascio sarebbe impensabile.
Quali altri nodi dovranno essere sciolti nella seconda stagione di The Bad Guy ?
Uno riguarda sicuramente il ruolo ambiguo di Luvi Bray, avvocato e moglie di Scotellaro, interpretata dalla sempre affascinante Claudia Pandolfi. Il suo voltafaccia nel finale è spiazzante, ma ce lo aspettavamo. Nel primo episodio, infatti, abbiamo la sensazione che sia proprio lei a fare la soffiata alla famiglia Suro e a vanificare l’arresto del boss siciliano, per la disperazione di Tonino Scotellaro. E’ in quel frangente che viene ripresa Luvi: sulle note di Se telefonando di Mina, con la sigaretta in mano e gli occhi lucidi, ha l’aria di chi sembra tristemente colpevole. Ne abbiamo poi la conferma nelle ultime scene del sesto episodio, quando Luvi manda in fumo il blitz orchestrato insieme al pentito Cataldo Palamita, ex braccio destro di Suro, e Leonarda, agente del Ros e sorella di Tonino.
Per quale motivo ha mentito tutti questi anni a suo marito? Che anche lei abbia una duplice identità? Il comportamento di Luvi lascia intendere che ci sia un legame tra lei e Cosa Nostra e che sia invischiata in qualcosa di losco. Quali indizi compromettenti potrebbero saltar fuori con l’arresto di Suro?
Inoltre, ne sapremo di più anche sulle sorti dell’impavida Leonarda. Tradita proprio da sua cognata, rischia ora di essere espulsa dall’arma per aver inscenato l’agguato contro la camionetta della polizia che trasportava Palamita. Sarà il vecchio Palamita a confessare a Leonarda che Tonino è stato volutamente incastrato e che qualcuno ha rubato l’identità di Balduccio Remora. Questo le fa subito sperare che suo fratello è ancora vivo e che sia lui ad agire sotto falso nome. Aspettiamoci, quindi, di vedere tutta la tenacia di Leonarda, determinata a indagare e arrivare in fondo alla vicenda.
Stasi e Fontana cambieranno la dicotomia dei buoni e cattivi, e l’evoluzione dei personaggi sarà un lieto fine?
In The Bad Guy sembra non ci si possa fidare di nessuno. Ogni personaggio nasconde un enigma, un trauma irrisolto, un’ossessione che lo tiene ancorato al passato. Come se per avvicinarsi al bene si debba attingere dal male. E non capiamo bene se le strade che vengono intraprese siano frutto del libero arbitrio o siano già tracciate. Se a muovere l’intricato filo delle scelte sia la paura o il desiderio. Ancora non sappiamo quali siano gli intenti di Scotellaro, tanto meno quelli di Luvi e Leonarda. Ciononostante, i rimandi a Walter White in Breaking Bad o a Martin Byrde in Ozark – per dirne due – sono quasi automatici. Il buono che diventa cattivo. L’animo puro che si contamina. Il primo, un professore di chimica malato che diventa uno spacciatore di droga per un cartello messicano. Il secondo, un consulente finanziario che si imbatte nel riciclaggio di denaro per la malavita organizzata. Entrambi mossi apparentemente da un bene superiore: il bene per la famiglia. Eppure, il confine tra l’apparenza e la realtà è labile. L’uomo può confondersi perché ciò che vede in apparenza può essere solo un’illusione. E’ il velo di Maya di Schopenhauer. Agiamo pensando di essere mossi da un fine, ma quello stesso fine è l’inganno dietro cui si nasconde il vero motivo delle nostre scelte. Così, dietro all’agire per il bene della famiglia, Walter e Martin scoprono la complessità della loro essenza più intima. Quale sarà allora l’evoluzione del personaggio interpretato da Luigi Lo Cascio? Che anche Tonino, come Walter e Martin, verrà travolto dalla sua stessa natura fallibile ed egoista? Mosso da un bene supremo, la giustizia, verrà accecato dalla sete di vendetta?
A questo punto, non ci resta che attendere la seconda stagione su Prime Video, per immergerci nelle intricate trame del racconto e scoprire quale sarà il risvolto psicologico del nostro protagonista. Se sarà vittima della sua stessa ossessione, tramutandosi in un cinico e spietato Bad Guy, o se sarà fedele ai suoi valori originari. Possiamo dirlo: Tonino Scotellaro ha ancora tutte le carte in regola per rompere il meccanismo del buono e del cattivo a cui siamo abituati, e diventare un principe della serialità italiana.