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The Bad Guy: come essere per niente italiani nel modo più italiano possibile

the bad guy
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The Bad Guy ha chiuso l’anno della serialità italiana con il botto, Prime Video si è accaparrata una serie davvero sorprendente e innovativa che ha completamente rovesciato le regole del gioco, bisogna essere onesti. Nella serie Di Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi tutto funziona alla grande, e non era affatto semplice confezionare un prodotto simile in modo così completo e soddisfacente. Si tratta di un prodotto profondamente italiano, che gioca con uno dei temi più trattati e bistrattati, quello della mafia, in modo nuovo e riuscendo a coniugare drama e comedy come davvero poche altre serie nostrane sono riuscite a fare fino ad oggi. Un prodotto dal sapore internazionale e davvero poco italiano, verrebbe da dire, ma che di italiano ha davvero tanto.

La referenzialità internazionale di The Bad Guy

The Bad Guy (640×360)

In Italia non siamo così tanto abituati ai rimandi cinematografici e seriali di caratura internazionale, forse perché ce la tiriamo un po’ o forse perché, purtroppo, non siamo così tanto pronti per misurarci con gli altri paesi. Ma The Bad Guy non ci sta a queste regole non scritte, e così decide di fare da sé, citando senza fronzoli alcuni dei principali prodotti americani degli ultimi anni. Andiamo a scoprire quali. Partiamo dal battesimo del piccolo Mariano, in cui quel che resta della famiglia Tracina irrompe violentemente per seminare il panico. Ecco, tale scena non può far altro che rimandarci alle Nozze di Sangue di Game of Thrones, in cui due famiglie si ritrovano per sigillare una pace che però si trasforma in una carneficina senza eguali, emulata in The Bad Guy dalla fazione dei soppressi, nonostante si rivelerà essere un vero e proprio fallimento, visto che Scotellaro ci mette del suo per mandare il piano in fumo. Poca collaborazione tra le parti, un risultato decisamente molto italiano. Poi, e mi rivolgo ai più fantasiosi, avranno notato che nella scena in cui la tartaruga Rossella prende la via del mare, c’è più di qualche somiglianza con la sequenza di Breaking Bad in cui l’esplosione della tartaruga (con sopra la testa del buon Tortuga) per poco non manda il buon Hank al creatore. Ok, qui non c’è niente di esplosivo, ma chi come me è ossessionato dalla serie di Gilligan ci avrà pensato immediatamente. Almeno spero.

The Bad Guy (640×360

Per restare in tema universo BrBa, ci spostiamo al ristorante la Fattoria, luogo designato per l’alto tradimento di Vincenzuccio, l’invertebrato primo genito Tracina, deciso a liberarsi di suo padre tendendogli una trappola in favore dei Suro, speranzoso di ottenere finalmente la pace. Qui il rimando è molto più immediato, e ci riferiamo al tentativo di eliminare l’immortale Lalo Salamanca nella penultima stagione di Better Call Saul, anche qui per mano di un traditore, Nacho Verga, in accordo con Fring. Le due scene si somigliano in tutto e per tutto: Vincenzuccio, che certamente di Nacho non ha nemmeno lontanamente l’apparenza, permette ai Suro di entrare nel ristorante, ma all’ultimo viene incaricato di eseguire personalmente la condanna (e qui il riferimento assume un carattere più cinematografico, Michael Corleone ne Il padrino vi dice qualcosa?), e soprattutto la fuga di chi riesce a fuggire all’attentato avviene attraverso un improbabile tunnel sotterraneo, proprio come quella di Lalo, che riemerge dalle polveri e si dà alla latitanza, meditando vendetta. Vogliamo invece parlare del coloratissimo Wowterworld? Una delle trashate più spettacolari mai viste, un chiaro riferimento alla famigerata Hacienda Napoles, il fortino di Pablo Escobar visto anche in Narcos. Wowterworld non è altro che una parodia del personale zoo del più grande narcos della storia, in cui questi aveva rinchiuso decine e decine di specie animali esotiche, soltanto che in The Bad Guy le orche hanno un ruolo decisamente più attivo nella narrazione, dato che sono l’unica arma davvero spaventosa nelle mani dei Tracina.

Italians do it better

the bad guy
The Bad Guy (640×360)

Ma dopo tutti questi rimandi al panorama seriale internazionale, è giusto tornare a casa e ricordare a noi stessi e a tutti quanti che, essendo italiani e fieri di esserlo, è pur sempre giusto auto omaggiarci alla bene e meglio. E allora dopo aver messo in piedi la truffa del secolo e aver seminato il caos tra i corrieri di mezzo Stivale, la divisione del bottino la si fa in pieno stile Romanzo Criminale: stecca para pe tutti e ampio fondo cassa per l’obiettivo comune. Che poi sto obiettivo comune non si è ben capito quale sia, ma questo non è di certo importante, anche perché Nino aka Balduccio ha ben poco a che fare con i suoi commensali. Forse ora esagereremo, ma la scena in cui il confusissimo Salvatore Tracina tenta di stuprare la figlia del suo acerrimo nemico, nonché madre del suo unico nipote, non ricorda tremendamente il momento in cui Ciro Di Marzio perde completamente il controllo e uccide “Deborah sua” con le sue stesse mani? Quanto meno si tratta di due esempi di totale follia umana, ma nella scena di The Bad Guy facciamo in tempo a gustarci anche i fuochi d’artificio, che colorano il rito di iniziazione di Balduccio Remora, che compie il suo primo omicidio, seppur per una nobile causa, e rendono il tutto ancor più ricco di significato e di colore. Insomma, The Bad Guy ha giocato davvero tanto con la serialità internazionale, riuscendo a restare nei limiti della commedia grottesca italiana e raccontando anche diversi drammi personali in modo davvero arguto. Ne approfittiamo ancora una volta per elogiare la serie, capace di sorprendere pubblico e critica e di regalare un po’ di ossigeno al panorama italiano, in conclusione di un anno tra alti e bassi ma che ci fa ben sperare in un futuro roseo.

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