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Believe. Per sempre – La recensione del commovente finale di Ted Lasso

Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sul dodicesimo, nonché ultimo episodio della terza stagione di Ted Lasso, grandissima comedy di Bill Lawrence e Jason Sudeikis disponibile su Apple Tv+.

Come fare a esprimere sul bianco di una pagina vuota quella sensazione di completezza intrisa di quella nota di nostalgia che solo la fine di una bella storia sa regalare? Provi a radunare le idee, a creare una lista delle cose importanti da dire, a valutare in maniera oggettiva i pregi e i difetti; eppure, tutto quello che ci viene in mente sono delle immagini dai colori sfavillanti che vanno e vengono come dei flash: un mare rosso-blu che esulta all’impazzata, una scritta celeste su sfondo giallo, il prato verde di un campo che ha visto di tutto. E allora, proviamo a dare ordine a questo vivace caos e cerchiamo di recensire Ted Lasso 3×12, il commovente addio a una serie che ci ha segnati come poche altre hanno fatto, la meritata lettera d’amore rivolta a dei personaggi che non dimenticheremo mai, il punto fermo di una storia bellissima.

Jason Sudeikis è Ted Lasso solo su Apple Tv+ (640×360)

Partiamo dal dire questo: omaggiando il passato, celebrando il presente e anticipando il futuro, il finale di Ted Lasso rappresenta una conclusione a nostro parere davvero perfetta per una serie che non ci ha mai veramente delusi. Non la chiusura che tutti i fan avrebbero voluto, ma quella più giusta e coerente, quella che gioca con i nostri sentimenti riuscendo non solo a farci accettare, ma addirittura a farci apprezzare tutte le sorti e i destini dei protagonisti, per quanto diversi da quelli che molti di noi avrebbero desiderato. Nonostante si passi dall’abbandono di Ted alla decisione di restare da parte di Coach (Willis) Beard, fino ad arrivare alla vittoria della partita contro il West Ham che però non comporta l’agognato primo posto il Premier League non abbiamo potuto fare altro che sorridere per tutto il corso dell’episodio: nel finale di Ted Lasso, infatti, nulla lascia con l’amaro in bocca: in noi resta solo quella sensazione di appagamento che si prova quando vediamo i nostri cari essere felici.

Un moto di orgoglio e di soddisfazione nel sapere che dei personaggi che ci hanno dato tanto vivono al meglio la propria vita, tra le braccia delle persone giuste per loro.

Ted Lasso 3x12
Ted e Rebecca nella serie per Apple tv + di Bill Lawrence (640×360)

Ma Ted Lasso 3×12 non commuove solo grazie ad abbracci, addi e le premesse di un futuro radioso: sono quei piccoli particolari, quei richiami, quei parallelismi agli episodi passati come la danza della vittoria di Ted, lo schema inventato da Nate, e le citazioni che riprendono pari pari alcuni tra i momenti migliori dell’intera serie a restituirci l’amore e la cura che i creatori dello show hanno infuso nell’episodio. Una puntata in cui il Ted di Jason Sudeikis è posto alle stesso livello degli altri personaggi, che trovano tutti il momento in cui brillare, tra spettacolari azioni in campo e momenti che chiudono il cerchio di significative storyline, come la richiesta di Roy di essere un Diamond Dog, il bacio che Colin riesce finalmente a dare al suo ragazzo. Che dire poi del goal segnato da Isaac e il ricongiungimento tra Rebecca (che, liberatasi di Rupert, ha riscoperto l’amore per il proprio club) e il suo olandese?

Di fronte a noi troviamo, infatti, ancora una volta dei personaggi straordinari che nel corso di tre stagioni sono riusciti a evolversi, mostrando la parte migliore di sé grazie all’esempio e all’influenza di Ted: un uomo che non si è mai voluto prendere il merito di nulla, consapevole che niente di quello che ha realizzato durante il suo periodo da allenatore di calcio sarebbe stato possibile senza un ottimo gruppo, una squadra affiatata, anzi, una famiglia che ha reso possibile il miracolo. Ecco allora che il libro di Trent Crimm parla del “Metodo Richmond”, un unicum irripetibile reso possibile solo dalla straordinaria collaborazione di persone straordinarie che sono state in grado di diventare la versione migliore di sé stessi. , Ecco, allora, che la scelta di privare Ted del suo status di assoluto protagonista nel corso della stagione assume il proprio senso, in un gioco di prospettive grazie a cui tutti hanno modo di dimostrare il proprio valore.

Ted Lasso 3x12
I tifosi del Richmond (640×360)

Ted Lasso 3×12, nonostante alcuni elementi che potrebbero far discutere come il triangolo amoroso tra Roy, Jamie e Keeley, costituisce una piccola perla di scrittura seriale che chiude tutte le trame rimaste ancora aperte con grande classe, preferendo mostrare piuttosto che dire (rispettando così la massima regola della sceneggiatura “show don’t tell“). L’episodio, inoltre, ci dà un assaggio di quello che sarà il futuro dei personaggi senza farci sapere se effettivamente quello che vediamo su schermo corrisponde all’avvenire o se invece si tratta solo del frutto del subconscio del nostro protagonista che si fa una bella dormita in aereo per tornare in Kansas. Tale risvolto, aperto a duplice interpretazione, può contare su un altrettanto straordinario modello, quello del finale di Scrubs, non a caso scritta dallo stesso Bill Lawrence che, anche in questo caso, pur giocando facile con buoni sentimenti e scene che scalderebbero anche un cuore di ghiaccio, crea scenari mai banali e scontati, regalando attimi di puro divertimento (come la sceneggiata di Beard o il folle incipit della puntata) accanto ad altri di vera e profonda commozione.

Quella commozione che ti pervade quando ti rendi conto che nemmeno ti importa più sapere se i protagonisti hanno davvero vinto la Premier League, perché la cosa più bella ed esaltante è godersi il momento e di aver dimostrato tutto il proprio valore. Quella commozione che abbiamo provato nell’abbraccio tra Nate e Ted e tra quello tra quest’ultimo e suo figlio, quella ritroviamo se pensiamo a quei pezzi di cartoncino giallo nascosti negli armadietti dei giocatori che vanno a ricomporre qualcosa che pensavamo fosse andato perduto per sempre.

Ted Lasso 3x12
Ted Lasso 3×12 (640×360)

Non si tratta di me. Non è mai stato così

Ted Lasso 3×12

Quando si rompe la ceramica, in Giappone vi è la tradizione di non gettarne via i cocci. Nel kintsugi questi frammenti vengono rimessi al loro posto e rimessi assieme grazie a dell’oro. Frammenti scombinati che, una volta ricomposti, non solo ritrovano la propria collocazione, ma diventano anche più belli di quanto siano mai stati prima, perfetti nella loro imperfezione. Brandelli di cartoncino giallo a scritte blu mai dimenticati che vanno, ancora una volta, a formare quella bandiera, quell’inno alla speranza, all’entusiasmo che ci ha accompagnato per tante partite, stavolta con un ingrediente in più a renderlo speciale: la consapevolezza che per noi spettatori e per i suoi protagonisti è stata l’ultima volta.

So che alla gente piace dire “Nessun posto è come casa mia” Cavolo, però non ci sono neanche tanti posti come l’AFC Richmond!

Così, sulle note della dolce e struggente Father & Son di Cat Stevens e il ricongiungimento di una famiglia, si chiude una tra le serie migliori degli ultimi tempi, una dramedy straordinaria che ha innovato un intero genere, una storia che ci ha insegnato che, in un mondo guidato dal cinismo, dall’egoismo e dalla disillusione, c’è ancora spazio per storie edificanti e capaci di scaldare il cuore. Ci basta solo credere.

So long, farewell, Auf Wiedersehen, good night!

Ted Lasso 3×12: le citazioni da fare proprie quando si è giù di morale