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Cosa abbiamo imparato da Squid Game – La sfida? Ma soprattutto: abbiamo imparato qualcosa?

Nel 2021 il mondo ha scoperto Squid Game, la serie tv survival di stampo coreano che è stata paragonata fin da subito a certi capisaldi del genere come Battle Royal e Hunger Games. Il titolo divenne immediatamente un fenomeno globale (trovate qui un approfondimento sulla nascita del franchise), ma al tempo in pochi avrebbero potuto immaginarsi uno spin off ambientato nel mondo reale. 

Due anni più tardi, nel 2023, è stato rilasciato Squid Game – La sfida (che è stato anche già rinnovato per una seconda stagione), un reality show di Netflix che mantiene tutti i punti forza del titolo cult originale, aggiungendo la variabile della realtà: i partecipanti sono questa volta persone vere, che realmente competono per un montepremi di 4,56 milioni di dollari. Il tutto assume ben presto le connotazioni di un grande, folle esperimento sociale, in cui i giocatori vengono costantemente messi gli uni contro gli altri in sfide che, invece che premiare i più forti o i più intelligenti, molto spesso fanno vincere i più furbi e i più competitivi. 

La serie si chiude con un invito a partecipare ai casting per la seconda stagione, e allora a ogni aspirante milionario non resta che tirare le somme: arrivati al termine di questo nuovo viaggio nella folle creazione di Hwang Dong-hyuk, cosa abbiamo imparato da Squid Game – La sfida? Segue una lista di lezioni che potrebbero o non potrebbero risultare utili soltanto nel contesto di un iper-competitivo reality show. Attenzione agli spoiler!

La strategia peggiore? Andare per primi

Squid Game - La sfida (640x360)
Squid Game – La Sfida

Mai, mai offrirsi volontari e mai andare avanti per primi. Nel finale del primo episodio, ad esempio, ai giocatori è stato chiesto di disporsi in quattro file all’interno di una lunga stanza bianca. Mettersi per primi poteva sembrare una scelta innocua, ma non lo era affatto: una volta completata l’operazione, ai quattro capofila è stato chiesto di procedere verso la stanza successiva, dove ognuno di loro avrebbe dovuto scegliere una tra quattro forme.

Chiunque abbia visto l’originale Squid Game, davanti ai simboli di un cerchio, un triangolo, una stella e un ombrello sa benissimo che è arrivato il momento del gioco dei biscotti. Il problema è che nessuno vuole scegliere l’ombrello, di gran lunga la forma più difficile, e se i quattro malcapitati non riescono a mettersi d’accordo se ne ritornano tutti a casa. Questo è esattamente quello che succede ai primi di ogni fila… e anche ai secondi. Soltanto il terzo gruppo, dopo un momento di grande tensione, riesce a raggiungere un accordo. Molti altri bravi giocatori sono stati eliminati dal desiderio di andare per primi, come i numeri 198, 182 e 16. In un gioco come Squid Game – La sfida, spesso è meglio lasciare che siano gli altri ad assumersi il rischio. 

Se ti offrono una mela, non fare troppe storie

Lorenzo e un'altra giocatrice (640X360)

L’unico concorrente italiano di Squid Game – La sfida, Lorenzo Nobilio, è stato eliminato per quella che a molti potrebbe sembrare una sciocchezza, ma che in realtà non lo è affatto: nel momento in cui le concorrenti numero 302 e 19 si sono presentate davanti a tutti con una scodella di mele tagliate, Lorenzo si è dimostrato molto sospettoso, rifiutando platealmente l’offerta.

La cosa gli si è ritorta contro poco più tardi, quando è stato votato fuori dal gioco proprio per via del piccolo torto che aveva fatto alle due giocatrici, soprattutto alla 302. In una competizione in cui tutti sono contro tutti, farsi un nemico di troppo a qualsiasi punto della gara è un errore che può rivelarsi fatale. 

Occhio a fidarsi di qualcun altro… soprattutto di chi organizza il gioco

Un, due, tre, stella (640x360)
Squid Game – La Sfida

Nel quinto episodio, ai giocatori è stato finalmente concesso un momento di meritato relax. In seguito al superamento di una semplice prova da parte di alcuni concorrenti, all’intero dormitorio è toccato un premio inaspettato: un picnic. Dopo giorni di pasti insipidi e sfide al cardiopalma, un semplice cestino di buon cibo da consumare in coppia con un amico o un familiare è sembrato a tutti una manna dal cielo. Peccato soltanto che il regalo si sia ben presto rivelato uno dei colpi di scena più sorprendenti e crudeli dell’intera serie: dopo l’entusiasmo iniziale, i concorrenti hanno scoperto che sul fondo del cestino c’era un sacchetto di biglie.

È stata così annunciata l’ennesima sfida, in cui tutte le coppie di giocatori che avevano consumato il picnic insieme avrebbero dovuto sfidarsi in uno scontro a eliminazione diretta. In Squid Game – La sfida la fiducia è una cosa che va concessa con molta cautela, e non ci si può mai permettere di abbassare la guardia.

Sottovalutare una piccola signora vietnamita è un errore da principianti

Il tre finalisti di Squid Game - La sfida (640x360)
Squid Game – La Sfida

Alla fine di tutto, a trionfare su tutti è stata la più improbabile tra concorrenti: Mei, un anziana, piccola signora vietnamita (che a quanto pare non ha ancora ricevuto un soldo). La concorrente con la maglia numero 287 è passata del tutto inosservata per gran parte della competizione, ma è emersa come una minaccia sempre più seria man mano che il gioco entrava nel vivo.

Inizialmente è riuscita ad avanzare facendo affidamento sul supporto di giocatori di talento, come il 182 e il 286, ma quando si è trovata sola a isolata da tutti ha finalmente scoperto le sue carte, rivelando un’intelligenza fuori dal comune. Tanti dei concorrenti che si sono fatti notare fin da subito sono usciti già nelle prime fasi della gara: a volte, gli avversari più pericolosi sono proprio quelli a cui presti meno attenzione. 

Se aspetti con ansia Squid Game 2, non perderti tutte le informazioni sempre aggiornate sull’arrivo della nuova stagione