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Snowpiercer 2×08, la Recensione – Un solo direttore d’orchestra

Stratagemma dopo stratagemma, Wilford raggiunge l’obiettivo prefissato: riprendersi il treno. È all’insegna del suo trionfo che si tiene l’ottavo episodio della seconda stagione di Snowpiercer, serie tratta dalla graphic novel di fantascienza post-apocalittica intitolata Le Transperceneige e firmata da Jacques Lob e Jean-Marc Rochette.

Dopo le violenze imperversate tra i vagoni, i passeggeri si sono convinti che Wilford sia l’uomo giusto per ristabilire l’ordine venuto a mancare. È ciò che pensa anche la moglie di Roche, che rimpiange la stabilità dell’era precedente la rivoluzione. Il capo dei frenatori le ricorda che il prezzo di quell’equilibrio sono state ingiustizie ed efferatezze che Layton si è impegnato a contrastare, dando vita a un sistema non ancora del tutto assestato, ma sicuramente più giusto.

Il confronto tra i due coniugi si chiude con quello che appare come un banale incidente domestico, ma che condurrà a qualcosa di ben più grave: le tubature del treno registrano un cedimento.

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È un chiaro segnale di allarme. Layton e la sua squadra si riuniscono d’urgenza e individuano il problema: il portello di aspirazione si è inceppato e ha bisogno di essere sbloccato manualmente. C’è bisogno di un tappafalle e il rischio è che l’unico rimasto in vita non intenda collaborare per via di quanto accaduto agli altri.

Contro ogni previsione, Boki accetta di eseguire il compito. La sua escursione all’esterno svela la verità su quanto sta succedendo: lo Snowpiercer è vittima di una manomissione ordita da Wilford. Non solo l’oggetto che bloccava il portello fa parte del suo arsenale, ma i pioli della scaletta di accesso erano privi di ghiaccio, segno che qualcuno l’ha utilizzata per effettuare il sabotaggio.

Davanti a quella prova schiacciante, l’ultimo dei tappafalle capisce che l’eccidio dei suoi compagni non è avvenuto per opera del Fondo, ma che è stato pilotato dalla regia di Wilford. Sulla scia di questa nuova consapevolezza, affida a Layton il compito di vendicarli.

Gli imprevisti non sono finiti, anzi: la locomotiva eterna è sul punto di collassare.

Mentre sullo Snowpiercer la situazione precipita, Alex domanda cosa ci facesse Icy Bob sul tetto del treno. Da quando la giovane macchinista si è riavvicinata a Melanie è stata esclusa dalle macchinazioni di Wilford, ma stavolta arriva da sola alle spiegazioni che le vengono negate. Il gigante è stato mandato a danneggiare lo Snowpiercer con una finalità ben precisa: permettere a Wilford di mostrarsi come un salvatore agli occhi dei passeggeri e conquistare così il consenso necessario a tornare al potere.

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Tutto procede secondo i programmi. Layton è costretto ad accogliere Wilford per ottenere un ricambio del modulo divino indispensabile a regolare la produzione di idrogeno. Preoccupato dall’eventualità che la presenza dell’uomo ringalluzzisca i suoi sostenitori, Layton ne tiene segreto l’arrivo, ma un operaio del sotto treno lo vede mentre è al lavoro e la notizia della sua venuta si diffonde rapidamente.

Per via di una modifica apportata da Melanie ai circuiti dei carrelli motore, il ricambio non risulta compatibile. La produzione di idrogeno viene sospesa e lo Snowpiercer rischia di fermarsi per sempre. Wilford prende in mano la situazione, consapevole dei vantaggi che può trarne. La sua idea consiste nel disinserire manualmente i carrelli in modo che la Big Alice incontri una resistenza minima e riesca a trainare lo Snowpiercer. È una manovra mai tentata prima e questo ne rende l’esito incerto, ma è l’unico modo per provare a risollevare le sorti del treno.

Wilford si rivolge ai passeggeri tramite gli altoparlanti, ordinando loro di staccare le connessioni. Per la prima volta in sette lunghi anni lo Snowpiercer è sommerso dall’oscurità. Mentre Alex spinge i motori della Big Alice al massimo, Wilford dispone il riavvio manuale e tutto riprende a funzionare. Il creatore dello Snowpiercer ha calato la carta che lo proclama vincitore dello scontro.

C’è un solo direttore d’orchestra.

I passeggeri acclamano Wilford all’unanimità. A Layton e ai pochi che ancora credevano in lui non resta che prenderne atto e accettare la sconfitta. L’ex detective viene imprigionato e condotto nella tana del nemico mentre Wilford si sistema al posto di comando, simile a un re tornato a sedere sul trono da cui era stato spodestato.

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Grazie al composto degli Headwood, la pelle di Josie ha subito una guarigione al limite del miracoloso. Libera di alzarsi e di circolare nel laboratorio, la donna compie una scoperta che potrebbe rivelarsi fondamentale: gli innesti sintetici che le sono stati applicati l’hanno resa immune al freddo. Ora sulla Big Alice ci sono lei, Layton e Audrey, che ha dichiarato di aver disertato. Ma sarà davvero così? Che fine farà il recupero di Melanie adesso che c’è Wilford al comando?

Quello andato in onda questa settimana è un episodio con cui Snowpiercer prova a uscire dalle sabbie mobili in cui è impantanato senza riuscirci totalmente.

Abbiamo assistito a sviluppi indubbiamente più sostanziosi rispetto a quelli offerti in precedenza, ma non supportati dal ritmo che l’apice di un climax narrativo richiederebbe. Quello compiuto da Wilford appare più come l’ultimo passo di un cammino lento e prevedibile che come l’atto finale di una gloriosa scalata. Arrivati a questo punto, non ci resta che sperare in un colpo di coda in grado di smuovere la superficie piatta di una stagione che non sta decisamente funzionando.

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