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5 coppie di Serie Tv che sono state sorprendentemente scritte dallo stesso autore

Quando cominciamo e poi ci addentriamo in una serie tv la domanda che sorge sempre spontanea è: cosa succederà? Capita invece molto meno spesso che ci chiediamo chi ci sia dietro. Le serie tv sono generalmente collegate nella mente di chi le guarda (ma per le più famose anche di chi ne sente solo parlare) agli attori che le interpretano, alle storie raccontate, alle ambientazioni e agli universi che vi si creano attorno. Molto meno menzionate e conosciute sono invece quelle figure che alle serie stesse danno letteralmente vita, gli autori. Sono poche le serie che nell’immaginario collettivo si ricollegano facilmente a chi le ha ideate e scritte – in tempi recenti mi vengono in mente i Duffer Brothers con Stranger Things, Ryan Murphy con American Horror Story e pochissimi altri nomi -, ma in un mondo diverso da quello di Boris, nel quale non ci si limita a schiacciare F4, gli autori meritano un posto di prim’ordine quando si parla di serialità. Conoscere meglio gli autori delle serie e associare queste ultime a chi le ha ideate può essere fonte di grandi sorprese, per esempio scoprire che dalla stessa mente derivano prodotti che mai avremmo pensato connessi.

E oggi siamo qui proprio per essere sorpresi: ecco 5 coppie di serie tv che sono state scritte dallo stesso autore, anche se non lo avremmo mai detto.

1 – Fleabag e Killing Eve (Phoebe Waller-Bridge)

Serie Tv
Fleabag (640×360)

Cominciamo questa lista con un nome che è una garanzia: Phoebe Waller-Bridge. Praticamente tutti sono consapevoli della sua stretta connessione con la serie Fleabag, grazie anche al fatto che ne ha interpretato la protagonista, ma non tutti sanno invece che è la mente dietro Killing Eve. Se è vero infatti che sono moltissime le analogie (compresa la sua stessa presenza) tra Fleabag e un’altra serie scritta di suo pugno, Crashing, per quanto riguarda Killing Eve i toni, le ambientazioni e le tematiche sembrano abbastanza differenti. Ciò ovviamente non fa altro che dimostrare il talento e la versatilità di una sceneggiatrice e drammaturga che non per niente è stata inserita nel 2020 dal Times nella lista delle 100 persone più influenti al mondo. E come se non bastasse, entrambe le serie di cui stiamo parlando sono state giudicate tra le migliori del XXI secolo secondo il Guardian. Phoebe Waller-Bridge ha la capacità di raccontare, se pur in contesti radicalmente diversi, l’umanità e la complessità delle relazioni in maniera unica, semplice e complicata insieme. Esattamente come sono. E sinceramente credo che da lei non ci si possa aspettare altro che grandi cose.

2 – Glee e American Horror Story (Ryan Murphy)

Ryan Murphy
Glee (640×360)

Nell’introduzione abbiamo parlato di Ryan Murphy e di uno dei suoi capolavori, dunque va da sé che non possiamo tralasciare la sua attività anche in questa lista. Sceneggiatore, produttore ma anche regista, lo si ami o lo si odi Ryan Murphy è sicuramente tra i più noti e prolifici autori della serialità contemporanea, e nella sua carriera ci sono titoli che mai ci verrebbe in mente di associare a un unico ideatore. Tra quelli più agli antipodi sicuramente Glee e American Horror Story: da un lato una commedia musicale caratterizzata da ideali puri, tante storie d’amore e tantissime canzoni; dall’altro una delle serie antologiche per eccellenza, in cui però ogni stagione non fa che raccontare i drammi della società contemporanea, con un bel po’ di macabro a fare da contorno. Non mi sembra di poter dire che si tratti di due generi affini. Molto più simili a quest’ultima sono invece altre creazioni come American Crime Story e la più recente Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer. Insomma, quando parliamo di Ryan Murphy parliamo di una mente che riesce a spaziare tranquillamente dalle coreografie all’orrore più puro. E ogni sua nuova idea non può che essere una bella sorpresa.

3 – Melrose Place ed Emily in Paris (Darren Star)

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Emily in Paris (640×360)

Darren Star è noto per essere l’autore di Sex and the City nonché ovviamente del suo spin-off And Just Like That, ma tra le sue opere più importanti spiccano due serie tv che hanno davvero poco in comune l’una con l’altra: Melrose Place ed Emily in Paris. Partendo dal presupposto che si tratta di due prodotti scritti a quasi trent’anni di distanza – la prima stagione di Melrose Place è datata 1992, quella di Emily in Paris 2020 – il fattore temporale non è l’unico che differenzia queste due serie tv. La prima, nata come spin-off di Beverly Hills 90210, si può inquadrare nel genere soap opera con tratti a volte spiccatamente drammatici, derivanti dalle storie dei protagonisti legati tutti dalla palazzina Melrose Place a Los Angeles. Emily in Paris è invece una serie glamour e scanzonata, una commedia più romantica che drammatica, molto più vicina a quelle serie dell’autore che vedono protagonista Sarah Jessica Parker. Fatto sta comunque che, dopo più di trent’anni dal suo inizio, Melrose Place si posiziona ancora tra i prodotti cult della serialità: vedremo se le avventure dell’americana Emily in una Parigi fin troppo chic avranno la stessa sorte.

4 – The O.C. e Chuck (Josh Schwartz)

Ryan Murphy
The O.C. (640×360)

Siamo finalmente qui a parlare di una delle serie tv adolescenziali più celebri di sempre: The O.C. Abbiamo seguito per quattro stagioni le avventure e le numerosissime paranoie della gioventù di Orange County, e tutti coloro che sono cresciuti nei primi anni Duemila hanno sognato di vivere nel mondo patinato – anche se a tratti drammatico – creato da Josh Schwartz. Ma a essere nelle corde dell’autore, che grazie a questa serie è diventato il più giovane showrunner della storia americana, non è solo il genere adolescenziale: è infatti da un’idea sua e di Chris Fedak che ha preso vita anche Chuck. Ben lontani da casa Coen, la storia del giovane Chuck Bartowski che improvvisamente si trova ad avere a che fare con il computer neurale Intersect e con la CIA ci porta in un contesto narrativo totalmente differente da quello di The O.C., sia dal punto di vista della storia raccontata sia per quanto riguarda il modo di raccontarla. Lo stile di Chuck, infatti, è tendenzialmente ironico, e il suo personaggio è semplice e a tratti goffo come forse in The O.C. solo Seth sa essere. Due storie dunque molto diverse, quelle create da Josh Schwartz, ma che ugualmente sono riuscite a entrare – con tutte le ragioni – nei cuori degli spettatori.

5 – Smallville e Mercoledì (Alfred Gough e Miles Millar)

Wednesday (640×360)

Concludiamo questa lista di serie tv sorprendentemente scritte dallo stesso autore con una combo di ideatori che ha creato due prodotti tra loro simili solo per la trattazione della tematica dei superpoteri: Alfred Gough e Miles Millar. Nel 2001 questa coppia di geniali menti ha dato vita a Smallville, la serie che ha portato un giovane Clark Kent sul piccolo schermo. In tantissimi a più di vent’anni di distanza non riusciamo a trattenerci dall’urlare “Somebody save me” quando ascoltiamo l’iconica sigla e personalmente non mi astengo dall’affermare che Lois ci sta, ma Lana era tutta un’altra cosa. Comunque, opinioni sulle coppie a parte, Smallville è uno di quei prodotti che col tempo passano, ma non si dimenticano. Eppure Alfred Gough e Miles Millar non si sono limitati a conquistare gli anni Zero, ma hanno voluto fare di più ripresentandosi nel più recente 2022 con un titolo che ha conquistato record su record: Mercoledì. La serie Netflix che ha riportato in vita Mercoledì Addams nasce infatti proprio dal genio dei due autori, che hanno ripreso in mano la questione sovrannaturale in una chiave molto più dark anche se comunque a suo modo adolescenziale. Mi sembra ancora strano pensare al fatto che queste due serie così diverse derivino dalle stesse menti: due menti che, comunque, sembrano avere tutta l’aria di volerci dare ancora molto.