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Perchè i Radiohead funzionano così tanto nelle Serie Tv?

La musica serve a raccontare l’invisibile. La musica è l’inconscio del film.

Questa massima del Maestro Nicola Piovani, premio Oscar per La vita è bella, riassume perfettamente il ruolo e l’importanza della colonna sonora nel cinema. Importanza che, ça va sans dire, è parimenti fondamentale nelle Serie Tv. Le scene più catartiche, le scene che molto spesso lasciano il segno, sono per forza di cose accompagnate da una canzone che contribuisce a renderle memorabili. Ci sono artisti poi che, più di altri, offrono ricorrentemente la propria arte a uso e consumo di numerose produzioni televisive e cinematografiche. Tra i più gettonati, negli ultimi anni, troviamo senza dubbio i Radiohead.

Fateci caso, sono tantissimi gli show in cui troviamo traccia di Thom Yorke e soci a supporto di alcune scene clou. Senza metterci a fare l’elenco completo, vi basti pensare a Black Mirror, Dr. House, How I Met Your Mother, CSI e, ovviamente, Westworld.

La Serie creata da Jonathan Nolan e Lisa Joy è senza dubbio quella che più ha usufruito della musica della band inglese nella sua prima stagione. Sono ben cinque i brani disseminati nell’arco delle puntate, sotto forma di cover splendidamente ri-arrangiate al piano da Ramin Djavadi. L’effetto da pianoforte western su pezzi celeberrimi come Fake Plastic Trees rischiava di snaturarne l’essenza e intaccarne la bellezza. Come sappiamo, così non è stato. Anzi, si può dire che si sia altresì rivelato un tocco di classe più che apprezzato dai fan.

Ma perchè i Radiohead funzionano così tanto nelle Serie Tv?

Innanzitutto va ricordato che sono forse il gruppo che più di tutti ha rivoluzionato la musica anni ’90, di sicuro il più avanguardista e il più dedito alla sperimentazione. Nel corso degli anni, i Radiohead si sono evoluti musicalmente, e con essi i loro album. Dagli inizi di Pablo Honey e soprattutto The Bends, ascrivibili al puro alternative rock, si è passati alla rivoluzione stilistica di Ok Computer e Kid A.

Ispirato dall’ossessiva ricerca di un sound moderno e innovativo, Thom Yorke ha palesato una predilezione per generi  sperimentali. La band si è progressivamente aperta a una strumentazione sempre più eclettica, abbandonando lo stilema basic tipico delle rock band: chitarra, basso e batteria. Molto spesso anche i fan di vecchia data sono rimasti spiazzati dalle sonorità dei nuovi album a un primo ascolto. Le opere dei Radiohead sono risultate  inverosimilmente spiazzanti, sempre più indirizzate verso stili complessi e underground.

Anche i testi hanno subito una profonda evoluzione a partire da Ok Computer. La band negli anni ha trattato tematiche  importanti quali  la spersonalizzazione dell’individuo, l’alienazione e l’oppressione da parte della società moderna.

Radiohead

L’evoluzione da rock band anni ’90 a gruppo maturo impossibile da ascrivere a un unico genere, non ha fatto che avvicinare i Radiohead alle sonorità tipiche dell’audiovisivo. Non è un caso che diversi brani abbiano nel titolo un richiamo diretto alle soundtrack: Motion Picture Soundtrack e Exit Music (For A Film) su tutte.

Non è un caso neppure che Jonny Greenwood, chitarra solista del gruppo, abbia intrapreso dal 2007 un più che soddisfacente sodalizio con il grande Paul Thomas Anderson, curando la colonna sonora de Il Petroliere. Sono ben quattro i film del regista di Magnolia con Greenwood come compositore, e giusto quest’anno è arrivata la prima nomination agli Oscar per le musiche de Il filo nascosto. Anche Thom Yorke esordirà presto a sua volta sul grande schermo in questa nuova veste. Il nostro Luca Guadagnino, regista dell’acclamatissimo Call me by your name, lo ha infatti ingaggiato per curare la colonna sonora del suo prossimo film, il remake di Suspiria. 

La musica dei Radiohead si è pertanto molto avvicinata allo stile delle soundtrack cinematografiche, ma sono soprattutto i vecchi classici della band a essere utilizzati nelle Serie Tv.

Le ballads della band sono ancora oggi dei capolavori invecchiati benissimo, perfetti da inserire nei momenti più toccanti di qualsivoglia Serie. È indicativo in questo senso il fatto che grandi successi dei Radiohead come Nice Dream o No Surprises siano presenti in prodotti tra di loro agli antipodi, come Dr. House e Chuck, o come How I Met Your Mother e i Soprano. 

In fondo verrebbe da riassumere tutto sottolineando la cosa più ovvia. I Radiohead funzionano in qualsiasi Serie perchè  producono grande, grandissima musica. Gli album più recenti sembrano quasi necessitare di un contributo visivo da associare all’ascolto per essere apprezzati fino in fondo. Lo possiamo notare nei recenti videoclip di Burn the witch e Daydreaming (diretto da Paul Thomas Anderson). Sono opere che stimolano l’immaginazione e necessitano di più ascolti per essere compresi e metabolizzati. In definitiva, sono molto lontani dal pop e dal rock degli esordi. Ciononostante, la cosa più incredibile è che sia un pezzo commerciale come Creep sia un pezzo complesso come Codex o How To Disappear Completely risultino perfettamente adatti a contestualizzare un momento televisivo, per  musica e parole.

Non ci resta che attendere la seconda stagione di Westworld sperando che Ramin Djavadi ci regali altre perle di questa band straordinaria.

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