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8 Serie Tv di Netflix non famosissime in Italia ma che hanno spopolato all’estero

Il mondo della serialità vanta numerosi successi internazionali capaci di unirci tutti in un unico grande e immenso blocco. Sin da quando la nostra esperienza seriale è cominciata ci siamo stretti e abbiamo fatto spazio a grandi Serie Tv capaci di parlare a tutti in modo universale, costruendo un unico universo. Da Friends a Breaking Bad fino ad arrivare a prodotti come Euphoria, Squid Game, Stranger Things: ognuno di questi titoli è riuscito nell’ardua impresa di spopolare ovunque diventando a tutti gli effetti un fenomeno mondiale. La stessa sorte, però, non è capitata alle Serie Tv Netflix di cui stiamo per parlarvi. In realtà, prima di addentrarci all’interno dell’argomento, dovremmo prenderci un attimo per metterci la mano sul cuore, e chiederci perché. Le Serie Tv di cui stiamo per parlarvi, infatti, hanno avuto un ottimo riscontro ovunque, ma non qui in Italia. Nessuna di queste è riuscita a farsi spazio all’interno della nostra cultura seriale, rimanendo all’interno di un confine bistrattato e poco conosciuto. Non è mai stata la qualità il loro problema, ma la possibilità che non gli è stata concessa di farsi conoscere e dir la loro. Probabilmente con un’occasione in più molti di noi si accorgerebbero del grande potenziale di alcune delle Serie Tv Netflix meno conosciute in Italia che stiamo per nominarvi, cosa che potrebbe aiutarvi ad ampliare il bagaglio seriale. D’altronde stiamo parlando di Netflix, una delle piattaforme streaming più potenti al mondo. La curiosità di scoprire i suoi cimeli più nascosti non vi ha già rapito? E la consapevolezza del loro grande successo all’estero non ha messo ancor più pepe alla faccenda? Andiamo allora!

Da Spinning Out a Master Of None: ecco 8 Serie Tv quasi del tutto ignorate in Italia, ma ben conosciute all’estero!

1) Designated Survivor

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Cominciamo questo viaggio con Designated Survivor, una Serie TV statunitense andata in onda dal 2016 al 2019. Le prime due stagioni sono state trasmesse dalla ABC, mentre la terza è stata prodotta da Netflix. La piattaforma streaming più potente al mondo è riuscita nel suo obiettivo, aiutando Designated Survivor nell’acquisire grandi plausi da parte della critica e del pubblico, ma non qui in Italia. Il thriller politico, con a capo l’attore protagonista Kiefer Sutherland, non ha conosciuto il vero successo neanche grazie all’aiuto di Netflix, e le ragioni non sono ben chiare. Nel dettaglio, la serie racconta la storia di Thomas Kirkman, un segretario della casa Bianca nominato sopravvissuto designato secondo la consuetudine, stipulata durante la Guerra Fredda, di tenere al sicuro almeno uno della linea di successione presidenziale quando tutte le principali autorità si riuniscono in uno stesso luogo. Uno scenario drammatico che, purtroppo, prende forma e diventa reale. Un attacco alla Casa Bianca uccide infatti il Presidente con tutti i suoi successori, chiamando alla carica Kirkman. Da questo momento per il nuovo Presidente non esisterà un attimo di tregua. Il paese sta affrontando un dramma che lo ha scosso profondamente, è arrabbiato. Non si fida di nessuno, neanche del nuovo Presidente. Ed è così che Thomas si ritroverà protagonista di una vera e propria crisi americana e personale che lo porterà a mettere in dubbio la sua figura sia personale che professionale. Il tempo scade, e l’America ha bisogno di aiuto almeno tanto quanto ne ha lui di trovare la strada. Il suo carattere temperato, la sua razionalità, il suo riuscire sempre a trovare la forza necessaria basteranno per riassestare il disastro appena scoppiato? Per scoprirlo vi basta andare su Netflix, Designated Survivor vi aspetta.

2) Master Of None

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Master Of None scrive una delle migliori storie mai scritte dalla piattaforma streaming Netflix, ma purtroppo questo – in Italia – lo sappiamo in ben pochi. Tutta colpa nostra che ci siamo lasciati scappare un gioiellino del genere, permettendogli di riscuotere successo e adorazioni solo da altre parti del mondo, e mai dalla nostra. Perché un racconto come questo non può essere messo da parte, non può essere trattato con distrazione. Perché siamo tutti Dev, nessuno escluso. Ognuno di noi porta dentro di sé una parte del protagonista, e questo perché lui incarna, senza mai drammatizzare, molti degli aspetti della nuova generazione. La sua confusione, il suo provarci, il suo cercare un posto nel mondo pronto ad accoglierlo: ognuna di queste caratteristiche riesce a conferirgli la possibilità di rappresentarci senza filtri e con totale onestà. Se Master Of None avesse avuto la possibilità di venire ascoltata, il personaggio di Dev sarebbe presto diventato il volto della generazione attuale, un volto capace di narrarci senza mai alcun caricatura. Master of None è per questo un prodotto intelligente, un viaggio continuo verso la ricerca di quel che siamo, e di cosa ci sta intorno. Il tipico caso in cui quel che conta è il tragitto, e non la destinazione. Un concetto banale, ma reale.

3) Seven Seconds

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Seven Seconds non ha conosciuto la luce, se non una offuscata. Un peccato, un bel peccato. Perché non siamo soltanto di fronte a un prodotto che sceglie di raccontare una storia dal genere crime e poliziesco, ma molto di più. Ingiustizia, realtà e disuguaglianza sono infatti le vere protagoniste di questo racconto firmato Netflix, anche se noi non ci abbiamo fatto molto caso. Seven Seconds, nel dettaglio, racconta la storia un poliziotto bianco appena assunto alla narcotici di Jersey City Sud, ma qualcosa – durante i suoi primi giorni di lavoro – cambia la sua vita per sempre. Peter investe accidentalmente un ragazzino afroamericano in bicicletta e, mosso dal panico, sceglie di fare una mossa da cui non potrà più tornare indietro: chiamare i propri colleghi per aiutarlo a nascondere quel che è successo, per poi vivere come se nulla fosse successo. Ma Peter, nella fretta, non si rende conto di un dettaglio fondamentale: il ragazzo investito è in realtà ancora vivo. Ed è così, e attraverso questa storia, che Seven Seconds racconta un mondo in cui l’ingiustizia si fa più spazio della giustizia. Il poliziotto bianco che riesce a fregare il ragazzo afroamericano è purtroppo un racconto che abbiamo già sentito, e Seven Seconds è ben consapevole di questo. Per questo la sua intenzione è quella di rispolverarlo facendo luce anche su quel che avviene dietro le quinte mentre, perdendo d’occhio la coscienza, si rovina la vita di qualcuno con l’ingiustizia. Tra poliziotti corrotti, rapporti in crisi e segreti, Seven Seconds si fa spazio nel mondo della serialità prendendosi la responsabilità di mostrare un argomento che troppo spesso ha trovato il silenzio, e che siamo ancora in tempo per far urlare.

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