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Gregory House contro Perry Cox

Scrubs – Medici ai primi ferri (2001 – 2010) e Dr. House – Medical Division (2004 – 2012) sono due serie tv coetanee, ma sebbene siano ambientate tra corsie d’ospedale, defibrillatori e camici sono profondamente diverse tra loro. Eppure qualcosa in comune ce l’hanno: due medici caratterizzati da uno strabordante odio per l’umanità, individualismo e narcisismo da vendere, sarcasmo pungente, sottile e intelligente.

Non sono stati ideati per piacere, ma finiamo comunque per amarli incondizionatamente.

Parliamo degli esimi dottori Cox e House, i quali oggi si affronteranno sul ring di Hall of Series per contendersi l’ambitissimo titolo di: dottore dal quale non andresti mai spontaneamente, ma che vorresti accanto quando non sai più a che divinità appellarti.

C’era proprio bisogno di confrontare i dottori di Scrubs e di Dr. House? Ovviamente no! Ma un po’ per divertimento, per nostalgia e anche per rendere loro omaggio, proviamo a metterli a confronto.

*Allerta spoiler*

Gli episodi iniziali ci fanno capire già tutto sul loro conto.

Hugh Laurie

Gregory House, uno strepitoso Hugh Laurie, ci mette subito a disagio. Amatelo oppure odiatelo, tanto a lui non interessa. Dopo pochi minuti però capiamo che malumore e cinismo fanno sì parte della sua personalità, ma sono estremizzati dal continuo e martellante dolore alla gamba. Il Pilot di Dr. House è un concentrato della filosofia della serie tv e del suo primario di diagnostica: il rapporto con il divino e quello con la verità, la diffidenza verso l’umanità e l’approccio alla medicina. Ma Dr. House non è una serie sulla medicina, è un compendio sulla natura e sulla psiche umana.

Perry Cox Scrubs

La prima volta che incontriamo Percival “Perry” Ulysses Cox di Scrubs (John C. McGinley) lo troviamo molto indaffarato. Entra in una stanza, armeggia con il paziente come fosse il motore di una Panda usata. È veloce, è una scheggia, è un furetto. Lui non perde mai tempo, non abbassa la guardia. Da subito è chiaro come ragiona, come si pone nei confronti del mondo e della medicina. Non ha tempo per gli enigmi: deve fare in fretta quel che c’è da fare, punto. È facile capire cosa e chi lo ha reso una macchina da guerra insensibile pronta a intubare e a cateterizzare senza paura: l’esperienza come medico nell’inferno della sanità.

Ma per la complessità e per la curiosità che suscita in noi (anche se siamo in fin di vita), House si aggiudica questa prima manche.

Entrambi appaiono cinici, sarcastici e solitari.

Scrubs

Eppure sono fatti di una pasta completamente diversa. Cox è devoto al suo lavoro, che sembra svolgere senza rifletterci troppo. Lui è tutta azione e riflessi pronti. Anche se sembra detestarlo, ama essere un mentore. Anzi, fa di tutto per portare dalla sua parte gli specializzandi e sottrarli alle grinfie di Bob Kelso, il quale sotto una tenera simpatia cela scopi demoniaci. Perry odia Kelso e quello che rappresenta, per questo quando si scontrano fanno scintille.

Anche House e Lisa Cuddy si scontrano, ma le scintille vengono da una ovvia attrazione emotiva… e fisica.

House e Cuddy

Il rapporto che Perry ha con J.D ci fa capire che forse anche lui all’inizio era impaurito come ogni specializzando. Per questo è duro con loro. Vuole proteggerli, soprattutto i più sensibili, perché spetta a lui fortificarli e prepararli al peggio. Meglio che a prenderli a bastonate sia lui piuttosto che la perdita di un paziente. Ha un cuore d’oro, il sarcasmo è solo una maschera che indossa per non farsi scalfire più di quanto non lo sia già.

Non è facile capire Gregory House. Il suo realismo è sconcertante. La sua mente è eccezionale e unica. Non ci odia, né ci ama, semplicemente non gli interessiamo. House si dichiara ateo ma è ossessionato dal divino. Sembra essere sempre alla ricerca di prove che lo smentiscano (come quando si fulmina per accertarsi dell’esistenza/assenza dell’Aldilà) e che rivelino che invece un dio esiste, magari solo per sbattergli in faccia tutte le sue malefatte, come guerre, ingiustizie e pestilenze. La ragione è tutto quello che conta. Ed è proprio la sete insaziabile di conoscenza che lo rende infelice e gli fa infrangere le regole a dispetto delle sue.

House non è sarcastico, dice solo la verità. Nuda e cruda. Cox invece usa il sarcasmo e il cinismo per non farsi male.

Per la lucidità e il coraggio con cui affronta la realtà, House si aggiudica un altro punto.

Le persone li infastidiscono, ma ne hanno tanto bisogno!

Perry e J.D Scrubs

Forse è proprio per l’affetto che Cameron, Wilson, Carla e J.D provano nei loro confronti che sappiamo che in entrambi i dottori burberi c’è del buono. Cox è umano ed è sempre tentato a dare quell’abbraccio che tanto vorrebbe il dottor Dorian. Diventa anche un padre amorevole e, sebbene non sembri, ama Jordan e si lascia amare.

Probabilmente a modo suo anche House ha amato l’ex moglie e la Cuddy. Ma l’amore per la verità vince su tutto. Il disincanto alla fine prende sempre il sopravvento. Non ferisce di proposito. House vive con un tarlo al cervello che lo spinge ad analizzare brutalmente ogni cosa e a diffidare perfino dei sentimenti, che altro non sono che uno stratagemma per far sopravvivere la specie.

Cox ricerca le persone più simili a lui. House invece respinge coloro che gli somigliano, come Amber e Foreman, e per controbilanciare ha bisogno di individui a lui opposti come Lisa, oppure il suo fedele e inseparabile dottor Wilson (Holmes e Watson?)

Dr. House

Un punto per House: la sua misantropia lo rende lucido e distaccato, qualità apprezzabili in sala operatoria.

Evoluzione/involuzione.

Durante le 9 stagioni di Scrubs, Cox compie un percorso in ascesa verso il miglioramento di sé. Alla fine lo troviamo perfino a trasmettere i suoi metodi e il suo cinismo diventa una modalità di insegnamento. Il percorso di House invece è discendente e nell’ultima stagione raschia il fondo del barile. Ha perso tutto: casa, abilitazione, identità, la Cuddy e ora sta per perdere anche il suo migliore amico. Gli resta solo la libertà di volare via con Wilson.

Cox segna un altro punto grazie alla sua affidabilità.

Ciò che li rende due personaggi complessi, e quasi monumentali, è il rapporto che hanno con la morte.

Scrubs

Sia in Scrubs che in Dr. House diciamo addio a diversi pazienti, amici e colleghi affezionati. Perry, lo abbiamo detto, è umano e come tale è fragile e riconosce che davanti alla morte non può vincere. E ne soffre, basta guardare l’episodio della morte di Ben oppure l’episodio intitolato My Lunch.

House è divino. Nel senso che gioca la partita contro la morte su un piano sovrumano. Lui investiga e sfida le leggi della natura. Davanti alla morte dei suoi pazienti, ma anche davanti a quella di Amber e di Kutner, non si dà pace per essere stato sconfitto. Non accetta che qualcosa gli sia sfuggito. Lui non teme la morte, la inganna e la affronta a volto scoperto. Soffre per le perdite premature e ingiuste, ma in un modo diverso perché come dice sempre, non c’è mai nulla di dignitoso nel morire. Per lui la vita stessa è sofferenza.

Punto per House per il modo in cui affronta il tristo mietitore.

Cox è un Superman silenzioso che affronta la realtà senza illusioni.

Non cerca la gloria, vuole solo fare il suo lavoro limitando il più possibile i danni. Scrubs esalta la straordinarietà dell’ordinario. Cox non è un eroe, fa il suo lavoro con dedizione e abnegazione, il che lo rende eccezionale. Forse Scrubs è il primo dramma medicale (come direbbe Maccio Capatonda) che dà dignità e spessore all’ordinarietà dell’ospedale.

L’eccezione che conferma la regola.

Hugh Laurie

Dr. House invece esalta l’eccezionalità di un individuo unico, al quale hanno perfino dato un reparto che non esisteva. La realtà è noiosa, le corsie d’ospedale e il Lupus sono noiosi (ma tanto non è mai Lupus!). House sceglie le sue partite e gioca secondo le sue regole perché lui può, noi comuni mortali no. Al contrario Cox gioca tutte le partite, anche quelle banali, scontate e poco interessanti, sempre con la stessa dose di impegno e dedizione.

Punto per Cox, il quale non ci lascerebbe mai su un lettino del pronto soccorso poiché non stuzzichiamo la sua curiosità.

Per un punto di vantaggio, House si aggiudica il titolo di “dottore dal quale non andresti mai spontaneamente, ma che vorresti accanto quando non sai più a che divinità appellarti”.

Nonostante Cox sia burbero e cinico, è umano e sensibile. Ma è troppo umano. House, dall’altro canto, non prova interesse nei nostri confronti ma farebbe di tutto per salvarci, pur di non far vincere la morte.

Non sarebbe meraviglioso vederli litigare ai piedi del nostro letto d’ospedale per contendersi la ragione!? Non possiamo che confidare in uno spin-off, forse Cox potrebbe rimpiazzare Wilson?

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