3) Una regia immersiva, componente fondamentale nelle opere non ambientate nel presente
Come detto, ci troviamo di fronte ad un’opera come Romanzo criminale che è il perfetto riflesso dell’epoca che racconta e una come 1992 che potrebbe essere ambientata tranquillamente nel 1985 o nel 2003. In realtà molti fattori possono spiegare quest’ennesima differenza tra questi due prodotti, e non per forza, srotolandoli qui in poche righe, si ha l’intenzione di denigrarne uno piuttosto che un altro. Qui si tratta di scelte, di opportunità e di composizione di base e con una minima elasticità mentale queste cose si possono complessivamente accettare, senza giudizi, esprimendo solo riflessioni personali.
In primis, Romanzo criminale è diretta interamente da un solo regista, per cui un solo cervello, una sola visione, una sola mano e questo, per chi si intende un minimo di aspetti tecnici, è fondamentale. La sua si può considerare una regia “immersiva” in cui tanti piccoli dettagli ti suggeriscono istantaneamente in che anni ci si trova e in che luogo. 1992, sorpresa sorpresa… è diretta anch’essa da un solo regista: tale Giuseppe Gagliardi. Ma questa non è una differenza allora, stiamo sostenendo che il buon Gagliardi sia un regista scarso mentre Sollima sia un visionario di stampo kubrickiano?
Assolutamente no, c’è però da sottolineare come nulla, nei 10 episodi raccontati, suggerisca il periodo in cui è ambientata la Serie, a parte i riferimenti diretti all’anno 1992. Questo non è necessariamente un errore, piuttosto risulta doveroso considerare come forse il comparto scenografico dei primi anni novanta sia molto più simile al nostro di quanto non lo sia quello degli anni settanta, per cui ci sembra più familiare e meno particolare.
